Carmen
Galgano, portavoce dell’Ame Basilicata:
“Il settore del mini eolico è fermo praticamente da un
anno e anche l’occupazione ne risente, visto che tra geometri, progettisti e
altre figure il lavoro non c’è più”.
Non è positivo il parere dell’Ame Basilicata sull’azione della Regione Basilicata
nel settore del mini eolico.
“Da quando il Governo ha impugnato la normativa
regionale sul mini eolico - ha spiegato Galgano - non ci sono stati nuovi sviluppi. Eppure, avevamo
chiesto un tavolo per poterci confrontare e discutere sulla necessità di provvedere
ad una regolamentazione del settore delle rinnovabili, rispettando collettività
e ambiente. Di questo tutti gli operatori lucani del settore delle rinnovabili
sono convinti”.
Ma c’è di più: “Da un lato si dice di voler puntare decisamente
sulle rinnovabili, e, dall’altro, si fa di tutto per inibire e ostacolare gli
interventi di piccola taglia che sono quelli che vedono maggiore ricaduta
economica e ambientale sul tessuto locale. Auspichiamo una strategia energetica
regionale”.
Vitantonio Iacoviello, presidente della sezione
del Vulture Melfese di Italia Nostra.
“L’eolico non produce alcun beneficio per la
collettività. Se a un proprietario terriero si offre
una data somma per impiantare una pala eolica, potrà ritenersi soddisfatto, ma
non chi si trova intorno a lui. Se, infatti, uno di loro decidesse di vendere
un terreno o una casa attigua, a suo giudizio chi li comprerebbe? Secondo me
nessuno”.
Il settore, quindi, pone in essere anche un problema di natura sociale.
Ma non è tutto. Iacoviello ormai da un decennio batte sul tema della sicurezza.
“Gli ultimi accadimenti hanno dimostrato che la sicurezza è praticamente un
optional: sono numerosissimi infatti gli incidenti in tutto il mondo. Molto
probabilmente, su questo aspetto si fa sempre troppo poco”.
E allora, a chi
giova tutto questo? “Alle multinazionali. Quello che non capisco è perché il
nostro legislatore continui a consentire tutto ciò. Come Italia Nostra vorremmo
che si implementasse l’energia rinnovabile: non tanto l’eolico quanto, ad
esempio, i pannelli fotovoltaici”.
Infine, Iacoviello ha citato un dato
emblematico: “Dal settore dell’eolico in Italia si ricava solo l’1,5% del
nostro fabbisogno di energia”. Il gioco vale la candela?
Piero Miolla
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