lunedì 29 gennaio 2018

Rinnovabili: dito puntato contro la Regione Basilicata.

Carmen Galgano, portavoce dell’Ame Basilicata:
“Il settore del mini eolico è fermo praticamente da un anno e anche l’occupazione ne risente, visto che tra geometri, progettisti e altre figure il lavoro non c’è più”. 
Non è positivo il parere  dell’Ame Basilicata sull’azione della Regione Basilicata nel settore del mini eolico. 
“Da quando il Governo ha impugnato la normativa regionale sul mini eolico - ha spiegato Galgano - non ci sono stati nuovi sviluppi. Eppure, avevamo chiesto un tavolo per poterci confrontare e discutere sulla necessità di provvedere ad una regolamentazione del settore delle rinnovabili, rispettando collettività e ambiente. Di questo tutti gli operatori lucani del settore delle rinnovabili sono convinti”. 
Ma c’è di più: “Da un lato si dice di voler puntare decisamente sulle rinnovabili, e, dall’altro, si fa di tutto per inibire e ostacolare gli interventi di piccola taglia che sono quelli che vedono maggiore ricaduta economica e ambientale sul tessuto locale. Auspichiamo una strategia energetica regionale”.   
 
Vitantonio Iacoviello, presidente della sezione del Vulture Melfese di Italia Nostra.
“L’eolico non produce alcun beneficio per la collettività. Se a un proprietario terriero si offre una data somma per impiantare una pala eolica, potrà ritenersi soddisfatto, ma non chi si trova intorno a lui. Se, infatti, uno di loro decidesse di vendere un terreno o una casa attigua, a suo giudizio chi li comprerebbe? Secondo me nessuno”. 
Il settore, quindi, pone in essere anche un problema di natura sociale. Ma non è tutto. Iacoviello ormai da un decennio batte sul tema della sicurezza. 
“Gli ultimi accadimenti hanno dimostrato che la sicurezza è praticamente un optional: sono numerosissimi infatti gli incidenti in tutto il mondo. Molto probabilmente, su questo aspetto si fa sempre troppo poco”. 
E allora, a chi giova tutto questo? “Alle multinazionali. Quello che non capisco è perché il nostro legislatore continui a consentire tutto ciò. Come Italia Nostra vorremmo che si implementasse l’energia rinnovabile: non tanto l’eolico quanto, ad esempio, i pannelli fotovoltaici”. 
Infine, Iacoviello ha citato un dato emblematico: “Dal settore dell’eolico in Italia si ricava solo l’1,5% del nostro fabbisogno di energia”. Il gioco vale la candela? 
Piero Miolla
 

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