venerdì 10 novembre 2017

Fondi statali per le scuole dell'infanzia: alla Basilicata solo 1,2 milioni di euro

PIERO MIOLLA

Due pesi e due misure. Anzi, due pesi e una diversa ripartizione dei fondi per le scuole dell’infanzia. Ancora una volta dall’alto calano decisioni non proprio positive per la Basilicata, di recente oggetto di un finanziamento, proposto dal ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, e approvato nella conferenza unificata Stato-Regioni, che attribuisce alla nostra regione solo 1,2 milioni di euro. “Il finanziamento – ha commentato il vice presidente del Consiglio regionale, Paolo Castelluccio - non convince perché alla Basilicata sono stati attribuiti, complessivamente, 300mila euro in meno rispetto all’ipotesi di un mese prima, quando lo stanziamento doveva essere superiore. Per ogni bambino lucano sono stati assegnati 51 euro, contro i 103 euro della Val d’Aosta, i 90 euro dell’Umbria e dell’Emilia, i 79 euro della Toscana”. Per Castelluccio tutto questo concretizza “una discriminazione-penalizzazione che non possiamo accettare. Il Governo regionale deve spiegare cosa è realmente accaduto in fase di calcolo di ripartizione che, pure, è stata sottoposta ad esame, prima dell’approvazione, nella riunione a Roma del 2 novembre scorso. Ridurre la questione ad operazioni matematiche in base a numerosi fattori-indicatori oggettivi, quali il numero dei bambini di età compresa da zero a sei anni, gli iscritti alle scuole per l’infanzia, le quote individuate e condivise – ha aggiunto il consigliere di Forza Italia – non dà comunque una giustificazione plausibile perché viene meno al principio perseguito dal Governo di standard uniformi su tutto il territorio nazionale”. Ma non è tutto, perché, a giudizio di Castelluccio “ad avvantaggiarsi del riparto dei fondi sono in particolare le regioni del Nord e non certamente solo per effetto del numero di bambini da zero a sei anni e di iscritti ad asili nido e materne”. Due pesi e due misure, dunque. Con l’aggravante per i cittadini lucani che alla citata riunione della conferenza Stato-Regioni, per il Governo, era presente il sottosegretario all’Istruzione Vito De Filippo. Sì, proprio il lucano De Filippo, già presidente della Regione Basilicata dal 2005 al 2013, sottosegretario di stato alla Salute nel Governo Renzi dal 28 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016, e dell’Istruzione nell’attuale Governo Gentiloni, a partire dal 29 dicembre dello scorso anno. Certo, De Filippo rappresentata l’esecutivo nazionale e, quindi, non si poteva certo pretendere che facesse saltare il banco per perorare la causa della sua regione di origine. Ma, volendo semplificare ed entrando nel ragionamento di un cittadino comune, la domanda potrebbe nascere spontanea: i politici lucani che hanno ruoli nell’esecutivo cosa fanno per difendere il proprio territorio? Quell’area, cioè, che gli consente di entrare in Parlamento (non è il caso di De Filippo, che parlamentare non è) o comunque di rivestire ruoli nell’esecutivo, attraverso i voti dei corregionali? La risposta, probabilmente, è nei fatti.

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