PIERO MIOLLA
A piedi o in bicicletta, cambia
poco: i medici lucani di continuità assistenziale che hanno aderito alla
protesta stoppando la disponibilità all’utilizzo delle proprie auto in
servizio, mantengono la barra dritta ma, dovendo fare i conti con gli obblighi
del servizio, si segnalano per modalità alternative all’auto. Dopo il caso di
Francesco Avigliano, il quale nella prima nottata della protesta ha effettuato
quattro visite domiciliari a piedi a Vaglio, c’è adesso quello di Pino Di
Sario, medico di continuità assistenziale a Carbone, che, non potendo contare
su un’auto, propria o aziendale, ha deciso di fare le visite in bicicletta.
“Preferisco questa soluzione – ha spietato Di Sario – purché non piova,
ovviamente. In questi giorni di fitta pioggia, però, qualche problema per me
c’è stato, ma ho sempre assicurato continuità al servizio. Peraltro, devo
ammettere che coniugare la nostra missione di medici con una bella passeggiata
in bici, anche se in piena notte, è un’esperienza gradevole. Quello che conta,
ad ogni modo, è sia assicurare il nostro servizio che tenere fede alla protesta
e attuarla, anche a costo di andare a piedi o in bici. Naturalmente, si
comprende bene che qualora dovesse esserci un’emergenza, il quadro cambierebbe
e non poco. Su questo aspettiamo ancora che l’Asp ci dica come comportarci”. La
protesta dunque continua, ma il buon senso non manca. Di Sario ha aggiunto con
ironia: “L’olografia del territorio si presta: c’è risparmio per l’Azienda in
questo periodo di crisi, ed io concilio lo spiacevole all’utile e al salutare. Spero
nel contributo di qualche sponsor, farmaceutico o sportivo, almeno per la
manutenzione della bici. Io utilizzo mezzi alternativi e a basso impatto
ambientale: sappiamo quanto bisogno ci sia anche di questo. Che dire? Potrebbe
essere uno spunto per il prossimo contratto integrativo: incentivare l’utilizzo
di mezzi alternativi per portare ad un maggior risparmio per l’Azienda
Sanitaria di Potenza e quella di Matera che, in tal modo, potrebbero investire
le risorse risparmiate in altri ambiti sempre al servizio dei pazienti”, ha
concluso Di Sario. Maria Teresa Bochicchio, responsabile della Fp Cgil per i
medici di continuità assistenziale, è invece tornata sul tema del buon senso
che i medici stanno utilizzando nel conciliare rivendicazioni e professione. “Con
tanto buon senso i medici stanno cercando di non far pagare le conseguenze ai
cittadini: fanno le visite a piedi, i familiari dei pazienti si prestano con le
loro auto e, quando sarà necessario, si chiederà l’aiuto dei Carabinieri ma
eviteranno problemi di omissione di soccorso. Purtroppo, se sarà necessario
utilizzeranno anche la propria auto: è già successo. Tutto questo disagio per i
medici ed i cittadini, che collaborano, mentre l’Azienda sanitaria di Potenza è
in silenzio”.
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