martedì 21 novembre 2017

Le guardie mediche lucane senza auto.

PIERO MIOLLA

A piedi o in bicicletta, cambia poco: i medici lucani di continuità assistenziale che hanno aderito alla protesta stoppando la disponibilità all’utilizzo delle proprie auto in servizio, mantengono la barra dritta ma, dovendo fare i conti con gli obblighi del servizio, si segnalano per modalità alternative all’auto. Dopo il caso di Francesco Avigliano, il quale nella prima nottata della protesta ha effettuato quattro visite domiciliari a piedi a Vaglio, c’è adesso quello di Pino Di Sario, medico di continuità assistenziale a Carbone, che, non potendo contare su un’auto, propria o aziendale, ha deciso di fare le visite in bicicletta. “Preferisco questa soluzione – ha spietato Di Sario – purché non piova, ovviamente. In questi giorni di fitta pioggia, però, qualche problema per me c’è stato, ma ho sempre assicurato continuità al servizio. Peraltro, devo ammettere che coniugare la nostra missione di medici con una bella passeggiata in bici, anche se in piena notte, è un’esperienza gradevole. Quello che conta, ad ogni modo, è sia assicurare il nostro servizio che tenere fede alla protesta e attuarla, anche a costo di andare a piedi o in bici. Naturalmente, si comprende bene che qualora dovesse esserci un’emergenza, il quadro cambierebbe e non poco. Su questo aspettiamo ancora che l’Asp ci dica come comportarci”. La protesta dunque continua, ma il buon senso non manca. Di Sario ha aggiunto con ironia: “L’olografia del territorio si presta: c’è risparmio per l’Azienda in questo periodo di crisi, ed io concilio lo spiacevole all’utile e al salutare. Spero nel contributo di qualche sponsor, farmaceutico o sportivo, almeno per la manutenzione della bici. Io utilizzo mezzi alternativi e a basso impatto ambientale: sappiamo quanto bisogno ci sia anche di questo. Che dire? Potrebbe essere uno spunto per il prossimo contratto integrativo: incentivare l’utilizzo di mezzi alternativi per portare ad un maggior risparmio per l’Azienda Sanitaria di Potenza e quella di Matera che, in tal modo, potrebbero investire le risorse risparmiate in altri ambiti sempre al servizio dei pazienti”, ha concluso Di Sario. Maria Teresa Bochicchio, responsabile della Fp Cgil per i medici di continuità assistenziale, è invece tornata sul tema del buon senso che i medici stanno utilizzando nel conciliare rivendicazioni e professione. “Con tanto buon senso i medici stanno cercando di non far pagare le conseguenze ai cittadini: fanno le visite a piedi, i familiari dei pazienti si prestano con le loro auto e, quando sarà necessario, si chiederà l’aiuto dei Carabinieri ma eviteranno problemi di omissione di soccorso. Purtroppo, se sarà necessario utilizzeranno anche la propria auto: è già successo. Tutto questo disagio per i medici ed i cittadini, che collaborano, mentre l’Azienda sanitaria di Potenza è in silenzio”.

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