Un’occasione propizia non solo
per lo sviluppo della regione, ma anche per recuperare e dare corso al progetto
della Zona Franca Economica. Le istituzioni lucane, però, facciano presto e non
sprechino questo opportunità. E’ questo, in estrema sintesi, il messaggio che
arriva da Matera, dove, nel salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile, in
Piazza Duomo, si è tenuto il convegno promosso dal Movimento Basilicata Zona
Franca sul tema “Zona economica speciale (Zes) e Zona Franca energetica (Zfe):
una sfida comune”. L’Arcivescovo di Matera-Irsina, Monsignor Giuseppe Caiazzo,
che ha fortemente voluto l’iniziativa, ha spiegato di aver “sentito l’esigenza
di porre al centro dell’agenda istituzionale il tema della Zfe, quale strumento
di sostegno alle famiglie e potenziale volano di sviluppo economico: si tratta
di due elementi urgenti ed improcrastinabili, viste le condizioni
socio-economiche in cui versa la Basilicata”. Proprio Caiazzo ha introdotto
l’incontro, moderato da Mariateresa Cascino, che si è avvalso degli interventi
del presidente Anci Basilicata, Salvatore Adduce; Rinaldo Melucci, sindaco di
Taranto; Eustachio Quintano, presidente Ordine dei Commercialisti di Matera;
Aldo Berlinguer, ordinario dell’Università di Cagliari e presidente di “Insieme
Basilicata”; Pasquale Lorusso, presidente Confindustria Basilicata; Alfonso
Mignone, presidente Propeller Club of Salerno; Sergio Prete, presidente
Autorità Portuale del Mar Ionio, Roberto Cifarelli, assessore alle Attività Produttive
della Regione Basilicata e Michele Mazzarano, omologo della Regione Puglia.
L’incontro, dunque, è stata l’occasione per discutere con le istituzioni del
territorio, e non solo, di tutte quelle implicazioni socio-economiche che la
Zes potrebbe portare con sé, ma anche di come la Zfe possa rappresentare uno
strumento, complementare alla stessa Zona Economica Speciale, che faccia da
concreto sostegno alle famiglie lucane, come peraltro ampiamente sottolineato
dallo stesso Vescovo di Matera, oltre a rappresentare un volano di sviluppo economico.
La Zona Economica Speciale in Basilicata si coniuga con il porto di Taranto e
la vicina Puglia perché la struttura fondamentale nella costruzione di una Zes è
il porto, inteso come autorità di sistema portuale. Una struttura che la nostra
regione non possiede e che, proprio per questo, costringe la Basilicata a
guardare alla Puglia. Da una struttura portuale, dunque, si deve partire per arrivare
ad ipotizzare l’assegnazione di aree da ricomprendere nelle Zes, non mancando
di ricordare che gli standard europei prevedono un massimo di circa 2.000
ettari per ogni Zona economica speciale. Anche per questo, ovviamente, a Matera
c’erano i rappresentanti delle istituzioni pugliesi interessate dal progetto.
Il progetto della Zona Franca Energetica in Basilicata, voluto fortemente da
Berlinguer, è invece un progetto che prevede una fiscalità di vantaggio per le
aziende che operano sul territorio, già approvata da più di cento municipi
lucani. In particolare, l’idea progettuale di Berlinguer si concretizzerebbe in
benefici sui costi energetici. “Si tratta – ha dichiarato Lorusso, presidente
di Confindustria - di un progetto largamente condiviso dalla gran parte degli
amministratori locali che porterebbe indiscussi vantaggi competitivi legati
all’importante polo estrattivo regionale. Realmente a misura di imprese e
famiglie, soprattutto in una regione con un contesto socio economico
deficitario per infrastrutture materiali e immateriali, con un tessuto
produttivo rappresentato per circa il 90% da pmi, che faticano a concorrere su
un mercato globale in cui sono presenti imprese che vivono contesti
maggiormente vantaggiosi”.
“E’ stata un’iniziativa utile per confrontarsi sui contenuti della bozza di decreto attuativo Zes, un’occasione proficua per discutere contorni, contenuti e prospettive da attribuire alla istituenda Zes”. Aldo Berlinguer, a margine del convegno di Matera, ha ricordato l’importanza dell’appuntamento voluto da mons. Caiazzo, ma anche la necessità di accelerare le procedure e di considerare, insieme all’istituenda Zes, anche l’ipotesi della Zfe. “Se consideriamo che dalla Zes ne risulterebbe interessato solo l’1 per mille del territorio lucano, 14 chilometri quadrati rispetto ai 10mila dell’intera regione, c’è da chiedersi cosa accadrebbe nel resto della regione. Con l’istituzione, parallela o complementare, della Zfe, anche il resto del territorio si gioverebbe di preziosi input e tutta la Basilicata ne risulterebbe più attrattiva, e la Zes appulo-lucana sarà la più attrattiva d’Italia. Considerate le peculiarità del territorio lucano e delle sue risorse naturali credo che questo binomio potrebbe coinvolgere diverse porzioni del territorio lucano, includendo anche le aree interne”. Infine, Berlinguer ha ricordato che “la Regione intende affidare a un pool di professionisti il compito di redigere, o di coadiuvare gli uffici regionali nella redazione del piano strategico la cui redazione è, però, urgente”. Sul tema dell’urgenza e della presunta inerzia delle istituzioni lucane, sottolineata anche dal sindaco di Taranto, l’assessore regionale Cifarelli ha spiegato: “La Regione Basilicata ha lavorato in questi mesi in un silenzio operoso: non abbiamo fatto annunci pubblici, né comunicati stampa perché ci interessava innanzitutto capire quale sarebbe stata la superficie che avrebbe interessato la Basilicata. In tal senso posso dire che abbiamo lavorato sia in conferenza di assessori che in quella Stato-Regioni cercando di ottenere una maggiore ampiezza. Infatti, quella che al momento è una bozza, ci accredita di 10 chilometri quadrati, mentre inizialmente eravamo fermi a 4. Adesso possiamo dare il via all’elaborazione del piano strategico, che andrà confrontato con quello della Puglia in quanto il piano dovrà essere unico per la Zes appulo-lucano. Con Emiliano e Mazzarano abbiamo convenuto che le due regioni lavorino di più insieme, non solo sulla Zes”
“E’ stata un’iniziativa utile per confrontarsi sui contenuti della bozza di decreto attuativo Zes, un’occasione proficua per discutere contorni, contenuti e prospettive da attribuire alla istituenda Zes”. Aldo Berlinguer, a margine del convegno di Matera, ha ricordato l’importanza dell’appuntamento voluto da mons. Caiazzo, ma anche la necessità di accelerare le procedure e di considerare, insieme all’istituenda Zes, anche l’ipotesi della Zfe. “Se consideriamo che dalla Zes ne risulterebbe interessato solo l’1 per mille del territorio lucano, 14 chilometri quadrati rispetto ai 10mila dell’intera regione, c’è da chiedersi cosa accadrebbe nel resto della regione. Con l’istituzione, parallela o complementare, della Zfe, anche il resto del territorio si gioverebbe di preziosi input e tutta la Basilicata ne risulterebbe più attrattiva, e la Zes appulo-lucana sarà la più attrattiva d’Italia. Considerate le peculiarità del territorio lucano e delle sue risorse naturali credo che questo binomio potrebbe coinvolgere diverse porzioni del territorio lucano, includendo anche le aree interne”. Infine, Berlinguer ha ricordato che “la Regione intende affidare a un pool di professionisti il compito di redigere, o di coadiuvare gli uffici regionali nella redazione del piano strategico la cui redazione è, però, urgente”. Sul tema dell’urgenza e della presunta inerzia delle istituzioni lucane, sottolineata anche dal sindaco di Taranto, l’assessore regionale Cifarelli ha spiegato: “La Regione Basilicata ha lavorato in questi mesi in un silenzio operoso: non abbiamo fatto annunci pubblici, né comunicati stampa perché ci interessava innanzitutto capire quale sarebbe stata la superficie che avrebbe interessato la Basilicata. In tal senso posso dire che abbiamo lavorato sia in conferenza di assessori che in quella Stato-Regioni cercando di ottenere una maggiore ampiezza. Infatti, quella che al momento è una bozza, ci accredita di 10 chilometri quadrati, mentre inizialmente eravamo fermi a 4. Adesso possiamo dare il via all’elaborazione del piano strategico, che andrà confrontato con quello della Puglia in quanto il piano dovrà essere unico per la Zes appulo-lucano. Con Emiliano e Mazzarano abbiamo convenuto che le due regioni lavorino di più insieme, non solo sulla Zes”
Piero Miolla
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