“Non ho cambiato idea: confermo
che, dal mio punto di vista, l’ipotesi di un governo con il Movimento 5 Stelle
è improponibile”. A parlare è il senatore Salvatore Margiotta. Il primo ad
escludere, circa un mese fa, l’ipotesi di un appoggio ai grillini, seguito poi
anche da Vito De Filippo e Gianni Pittella. Margiotta, dopo l’incontro della
delegazione del Pd con il presidente della Camera, Roberto Fico, non ha
cambiato idea.
“Siamo troppo lontani nel modo di vedere le cose e nei
programmi. Appena dopo le elezioni pubblicamente manifestai il mio no ad un
soccorso ai pentastellati: non lo dicevo solo per effetto della sconfitta
elettorale. Anche allora le motivazioni erano le stesse e vertevano sui
programmi e sull’idea di Paese. C’è una profonda divisione su questi aspetti e
credo sia giusto ricordarlo”. Se, però, la direzione nazionale del partito
dovesse dire sì, Margiotta al Senato voterebbe contro la fiducia a questo
governo? “Premesso che, a mio modo di vedere, difficilmente la direzione
nazionale esprimerà parere favorevole, posso assicurare che, data la mia
fedeltà alle decisioni del partito, mi uniformerei a quanto deliberato dalla
direzione”.
Per il senatore Gianni Pittella, invece, “è giusto che ci sia un
confronto. Non ci siamo mai sottratti ad alcun confronto, nonostante il
risultato elettorale che ci ha penalizzato. Tuttavia, non si può far finta che
non vi siano distanze abissali sui temi europei, dove il M5S continua a
rimanere nel gruppo eurofobico di Farage, sulla concezione della democrazia, la
loro è affidata a una piattaforma opaca, mentre noi siamo per la democrazia
parlamentare, e sui temi sociali, su cui in loro prevale una demagogia di
misure irrealizzabili e in noi la concretezza del reddito di inclusione e il
valore degli investimenti pubblici per creare posti di lavoro, soprattutto al
Sud”. Morale della favola? “In politica mai dire mai. Restiamo con i piedi per
terra, mi pare del tutto improbabile un governo Pd-M5S”, ha concluso Pittella.
Non è stato possibile, invece, acquisire il parere dell’onorevole Vito De
Filippo.
Piero Miolla
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