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Foto di Punto e Basta risalente al 2017 |
Fanghi
petroliferi, barite ed additivi o, semplicemente, argilla rossa? A circa un
anno di distanza dall’allarme lanciato dall’associazione “Cova Contro” e dal
suo rappresentante legale, Giorgio Santoriello, nella zona in cui scorre il
torrente Salandrella, tra San Mauro Forte e Salandra, è tornato d’attualità il
problema relativo al riaffiorare di melma e liquami di colore rossastro. Del
caso, come si ricorderà, se ne occupò anche Striscia la Notizia, la popolare
trasmissione in onda su canale 5, il cui inviato Alessio Giannone, al secolo
Pinuccio, documentò con immagini quanto stava accadendo. Anche in questo caso
sono state le immagini amatoriali girate da un cittadino di San Mauro Forte a
rilanciare il tema. Quelle chiazze rossastre cosa sono? Per Santoriello non ci
sarebbero molti dubbi. “Dalle immagini e dalle analisi svolte oltre un anno fa
– ha scritto sul sito http://analizebasilicata.altervista.org - sembra
avvalorarsi la teoria che melma e liquami ripresi siano fanghi petroliferi,
barite ed additivi, ma, nonostante l’evidente gravità della situazione e le
indagini partite dalla nostra denuncia/analisi, ad oggi dalla procura di Matera
non abbiamo ricevuto alcun feedback sulle analisi di Arpab. I Comuni ci hanno
escluso dal tavolo convocato dal sindaco di Pisticci, Viviana Verri, sullo
stato del fiume Cavone (di cui il Salandrella è affluente, ndr), ed altri, come
Salandra, pur scrivendoci, di fatto la loro lettera è rimasta morta”. Santoriello
ha anche aggiunto che, in merito, “non esiste alcuna ordinanza di divieto di
utilizzo di quelle acque, alcun monitoraggio ambientale in corso, specifico per
quel sito, e, ad oggi, ancora non sappiamo di cosa effettivamente si tratti e
come le varie istituzioni si siano attivate per contrastare e studiare il fenomeno”.
Tutte considerazioni che hanno portato il rappresentante legale di “Cova
Contro” a dichiarare, senza mezzi termini, che “la Basilicata si conferma terra
di nessuno, a disposizione per pochi capaci di tutto”. Dichiarazioni forti,
quelle di Santoriello, che certamente contribuiranno ad alimentare le
polemiche, ma, probabilmente, sulla questione un punto di certezza andrebbe
scritto. Se il problema paventato da “Cova Contro” non ha motivo di esistere,
perché le autorità preposte non mostrano i risultati di eventuali analisi
effettuate? Se tali analisi non sono state fatte, perché non si provvede? Sono
domande alle quali, in pura teoria, rispondere non è poi così difficile.
LA REPLICA DEL SINDACO, GIANFRANCO TUBITO
“Chiederemo i risultati ufficiali dei campionamenti
che, mi consta, sono stati effettuati sulle acque del torrente Salandrella”.
Così il sindaco di Salandra, Gianfranco Tubito, ha commentato le immagini delle
chiazze rossastre postate su Facebook e la nuova sollecitazione del
rappresentante legale di “Cova Contro”, Giorgio Santoriello. Ma non è tutto,
perché il primo cittadino del centro della collina Materana ha anche aggiunto:
“Mi attiverò per farne fare di nuovi, e mi riferisco ai campionamenti. Questi sono
gli impegni che mi sento di assumere in rappresentanza del Comune di Salandra.
Aggiungo che, in ogni caso e senza voler sminuire nulla, è evidente che se la
segnalazione fosse stata ritenuta fondata, come sindaco e come cittadino mi
sarei già dato da fare per tutelare la mia comunità. Ciò non toglie che, per
tranquillizzare la popolazione, assumerò le iniziative citate”.
Piero Miolla
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