PIERO MIOLLA
Oltre
due mesi di media, precisamente sessantotto giorni, per ottenere il pagamento
di una fattura da parte della pubblica amministrazione in Basilicata, a fronte
di una media nazionale di settantotto e meridionale di settantuno. E’ questo il
tempo medio impiegato nei primi setti mesi dell’anno in corso dalla Pa per
pagare, nella nostra regione, le imprese che forniscono beni e servizi. Lo ha
reso noto Confartigianato Basilicata, il cui pressing avrebbe contribuito a migliorare
i tempi di pagamento rispetto ai tempi biblici di qualche anno fa. Più nel
dettaglio, su cinquecento enti virtuosi in tutta Italia, solo due sarebbero
lucani: un dato emblematico che non può soddisfare nessuno, ad iniziare proprio
da Confartigianato, che ha ricordato come dietro la media nazionale e
meridionale si nascondono situazioni ancora allarmanti. L’analisi di
Confartigianato ha messo in luce i ritardi con cui in molte zone del Paese gli
enti pubblici pagano gli imprenditori che, in alcuni casi, portano due terzi delle
amministrazioni a non saldare le fatture entro i termini fissati dalla legge
sui tempi di pagamento in vigore dal 2013. Che, per chi l’avesse dimenticato,
sono di trenta giorni, con l’eccezione di sessanta per gli enti del sistema
sanitario nazionale. La media lucana, dunque, pur essendo migliore di quella
nazionale e meridionale, resta lontanissima dai tempi medi che, per legge,
dovrebbero essere osservati nella liquidazione di ciò che spetta a chi fornisce
beni o servizi alla pubblica amministrazione. Quale, in concreto, la leva per
accorciare siffatti tempi e consentire a chi ne ha diritto di ottenere ciò che
spetta in intervalli meno lunghi? E’ proprio Confartigianato ad indicare la
soluzione: applicare la compensazione diretta e universale tra i debiti e i
crediti degli imprenditori nei confronti dello Stato. Una soluzione logica,
razionale, lineare. Forse troppo semplice per un Paese complicato come
l’Italia, che non si cura del fatto che per una impresa nostrana di medie e
piccole dimensioni ogni giorno di ritardo ha un effetto pesante, specie quando
si è costretti a fare ricorso al credito bancario. Per la cronaca, i due enti
lucani virtuosi in questo primo periodo del 2017 sono stati le due prefetture,
quella di Potenza e quella di Matera, che a settembre hanno smaltito il cento
per cento dei pagamenti. Più nel dettaglio, l’ufficio territoriale del Governo
con sede a Potenza ha smaltito 2.082 fatture, mentre quello di Matera 1.114.
Una goccia nell’oceano dei ritardi, dunque, che di sicuro non soddisfa e
determina la necessità che gli enti facciano di più sul fronte della
tempestività dei pagamenti, allo stesso modo in cui, magari, pretendono con
altrettante celerità la corresponsione di tributi e tasse. La Basilicata,
dunque, non è una regione per imprenditori, anche se nel resto d’Italia, come
detto, va anche peggio. Ma non può essere una consolazione.
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