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mercoledì 26 settembre 2018

Pisticci, il vento trancia in due un palo della pubblica illuminazione.

Il forte vento che imperversa nel Metapontino da 24 ore ha prodotto i suoi primi danni: nella foto, scattata da un privato cittadino, un palo della pubblica illuminazione letteralmente annientato dalla furia del vento. Siamo nel piazzale dello stadio "Gaetano Michetti", a Pisticci, in contrada San Gaetano.
La zona, come è noto, è scarsamente frequentata e, dunque, solo per questo la caduta del palo non ha prodotto danni alle persone. Pensiamo, però, a cosa sarebbe potuto accadere se il palo si fosse "accartocciato" durante una manifestazione sportiva al Michetti o se ciò fosse accaduto in un centro urbano.
A tal proposito, è bene ricordare che sia a Pisticci che a Marconia, e in tutte le frazioni ovviamente, di pali della pubblica illumimazione ce ne sono a bizzeffe: forse è arrivato il momento di verificare il loro stato?
La domanda la poniamo a chi ha la competenza e il dovere di manutenere siffatti impianti.
Piero Miolla

sabato 28 luglio 2018

Acqua pubblica: il 30 luglio il Forum Acqua incontra il Presidente della Camera, Roberto Fico.



Lunedì 30 luglio alle 11.30 una nutrita delegazione (circa 50 persone) del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua incontrerà a Montecitorio il Presidente della Camera, Roberto Fico, per avviare un confronto su quali siano i passaggi legislativi necessari al fine di dare una concreta e reale attuazione all'esito referendario del 2011 e per giungere ad una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato in Italia.

Abbiamo ricevuto con piacere e risposto positivamente all'invito rivoltoci dal Presidente Fico perchè intendiamo sottoporre alla sua attenzione le nostre riflessioni, a partire dal fatto che riteniamo indispensabile che il Parlamento torni ad essere protagonista su temi fondamentali quali il rispetto della volontà popolare espressa con uno strumento di partecipazione democratica garantito dalla Costituzione, come il referendum.

La nutrita delegazione avrà così modo di rappresentare al Presidente la ricchezza del movimento per l'acqua e la persistenza della battaglia a difesa dell'acqua in quanto diritto umano universale e non mercificabile.

Auspichiamo che il Presidente Fico intenda assumere degli impegni concreti per invertire una rotta che negli anni passati ha delineato un percorso volto all'elusione e alla cancellazione dell'esito referendario e alla continua privatizzazione dell'acqua.
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

venerdì 1 giugno 2018

La minaccia che l'acqua diventi un business e il ruolo della Basilicata



La Basilicata ha una grande responsabilità nella difesa dell’acqua pubblica, sempre più minacciata da banche e multinazionali. Nei giorni in cui padre Alex Zanotelli, il missionario comboniano che ha deciso di andare a vivere a Napoli, nel difficile rione Sanità, ha auspicato da Pisticci l’avvio di una sorta di nuova costituente sull’oro blu, è tornato d’attualità un tema cruciale per il futuro, specie alla luce della minaccia rappresentata dal cosiddetto Acquedotto del Mezzogiorno. Ma andiamo con ordine. 
La Basilicata ha su di sé la citata responsabilità sia perché è l’unica regione nel Mezzogiorno che gestisce l’acqua per il tramite di una società a capitale interamente pubblico (sebbene sotto forma di spa), sia perché detiene il 35 per cento dell’acqua di tutto il bacino idrografico dell’Appennino Meridionale. Dunque, siamo noi, al momento, l’unico baluardo rimasto alla privatizzazione della gestione dell’oro blu, specie dopo l’azzeramento dell’Acquedotto Pugliese. Azzeramento voluto dal Governatore della Puglia, Michele Emiliano, che, secondo i ben informati, sarebbe stato il vero ispiratore del cosiddetto Acquedotto del Mezzogiorno, la mega società che, negli obiettivi di chi lo ha ideato, dovrebbe inglobare anche Acquedotto Lucano, oltre a ciò che resta di Aqp ed al frammentato ed in parte privatizzato servizio idrico campano. Obiettivo? Dare la gestione di una risorsa così importante per l’essere umano ai privati. 
E così, l’acqua lucana, stretta tra i trialometani ballerini e tutte le altre tematiche connesse alla sua salubrità e al suo utilizzo, sta rischiando seriamente di vedere privatizzata la sua gestione. Per questo l’auspicio di Zanotelli affinché proprio dalla Basilicata veda la luce un nuovo e più convinto movimento d’opinione, che, partendo dal basso, cioè dai cittadini, possa portare la sua voce nelle istituzioni, è fondamentale. Perché le istituzioni (nazionali e internazionali) sono sempre più sorde verso il richiamo ad una gestione pubblica dell’oro blu, e, parallelamente, sempre più inclini ad una sensibilità verso i poteri forti. I quali, non a caso, stanno puntando forte sull’acqua quale nuove business al posto del petrolio, visto che il fossile sembra essere in via di esaurimento. In Basilicata, come è noto, esiste già un coordinamento regionale “Acqua Pubblica”, che in questi anni ha fatto egregiamente il suo dovere sensibilizzando i cittadini e pungolando la politica su temi così importanti come. 
L’auspicio di Zanotelli, che si dia inizio a una nuova stagione sull’acqua pubblica, non deve quindi essere considerato come una sovrapposizione a ciò che già esiste su questo fronte, ma, al più, un qualcosa che potrà e dovrà supportare quel coordinamento già attivo e produttivo. L’obiettivo, in buona sostanza, è tornare a parlare dell’acqua e della necessità che si rispetti quanto gli italiani hanno deciso con il famoso referendum di qualche anno fa, quando, solo in Basilicata, oltre duecentosettantamila persone si pronunciarono per il no alla privatizzazione. Quel referendum, così chiaro nell’esito, di fatto è stato accantonato. Ovviamente per favorire i soliti, odiosi poteri forti e in danno dei cittadini. E’ una storia vecchia, ormai.
Piero Miolla

mercoledì 30 maggio 2018

Da Pisticci parta una nuova battaglia per difendere l'acqua pubblica. L'esortazione di padre Alex Zanotelli.




Foto Radio Laser

Una nuova costituente nazionale per difendere l’acqua e impedirne spreco e privatizzazione. L’ha lanciata a Pisticci padre Alex Zanotelli, il missionario comboniano che ha scelto di vivere a Napoli, nel difficile rione Sanità, nel corso del convegno sul cosiddetto “oro blu” organizzato dalla parrocchia Cristo Re e dall’associazione “A cuore aperto”. Zanotelli, che ha ricordato quante speculazioni siano in atto intorno all’acqua, ha ammonito più volte il folto pubblico presente affinché non contribuisca allo spreco di quello che, quasi all’unanimità, viene considerato l’unico bene insostituibile per il genere umano, e, soprattutto ad impegnarsi per impedire che le grandi multinazionali, dopo aver sprecato e spesso contribuito ad inquinare l’acqua, adesso, con il fossile che viene dato in esaurimento, fagocitino l’oro blu privatizzandolo e, di fatto, ne facciano l’ennesima occasione per creare profitto. Al convegno, reso possibile grazie all’impegno e all’abnegazione di don Giuseppe Ditolve, vicario della parrocchia Cristo Re, erano presenti tra i relatori anche Silvana Arbia, già procuratore del Tribunale Penale Internazionale dell’Onu per il Ruanda e Cancelliere della Corte Penale Internazionale, e Albina Colella, ordinario di Geologia del dipartimento di Scienze all’Università di Basilicata. Tra il pubblico, inoltre, presenti anche il senatore del Movimento 5 Stelle, Saverio De Bonis, il sindaco di Pisticci, Viviana Verri, l’assessore comunale all’Ambiente, Salvatore De Angelis, nonché rappresentanti del comitato delle mamme neo costituito a Policoro, in occasione della crisi dell’acqua ai trialometani. Dall’incontro è emerso che l’acqua non solo è il bene più prezioso, ma anche tra i più bistrattati: Colella, infatti, nella sua dettagliata relazione ha illustrato i meccanismi che possono portare all’inquinamento dell’acqua. Una tematica molto sentita in Basilicata, dove svariate attività che vengono svolte mettono sempre più a rischio la purezza dell’oro blu. L’acqua, però, è anche e soprattutto un bene meritevole di tutela giuridica: lo ha ben dimostrato Arbia, citando normative comunitarie e risoluzioni Onu sulla tutela dell’acqua, quasi sistematicamente ignorate da molti paesi, tra i quali l’Italia è pateticamente in prima fila tra coloro che fanno finta di niente. Arbia ha anche ricordato come il Governo Renzi approvò nel 2015 la nuova normativa sui reati ambientali tutto “fumo e niente arrosto”, tanto da essere drasticamente derubricata a mera pubblicità. Da ultimo, ma non per ultimo, padre Alex Zanotelli ha ricordato il clamoroso caso del referendum sull’acqua pubblica che “ben 26 milioni di italiani hanno votato, dicendo no al suo spreco e soprattutto negando la possibilità che essa diventi privata. La Basilicata – ha ricordato Zanotelli – è ricca d’acqua e voi non dovete permettere che diventi privata la sua gestione. Dovete sapere che è in itinere la costituzione di una sorta di acquedotto del Sud, che ricomprenderà Molise, Basilicata, Campania, Puglia e Calabria che, se dovesse passare, sarebbe molto pericoloso. L’acqua è fondamentale per l’uomo e se sono accorti anche i poteri economico-finanziari, cioè le banche, che non a caso dettano l’agenda politica”.

martedì 14 novembre 2017

Stigliano è il primo Comune d'Italia ad utilizzare la app Comunicamelo.


PIERO MIOLLA
Stigliano. Un nuovo modo di comunicare con la pubblica amministrazione per dare corso ad un rapporto diretto e immediato con i cittadini, partendo dal basso. Il Comune di Stigliano è il primo in Italia a sperimentare “Comunicamelo”, una app scaricabile sul proprio smartphone, che consentirà ai cittadini di interagire con gli propri amministratori segnalando loro velocemente inefficienze e malfunzionamenti, valutando anche gli interventi del Comune. La nuova applicazione è stata presentata nella sala consiliare della cittadina della montagna Materana, come detto la prima in Italia a sperimentare l’applicazione sviluppata da Informatica Srls, disponibile gratuitamente per iOS e Android, i due sistemi operativi attualmente presenti sui cellulari di ultima generazione. “Il Comune di Stigliano – ha spiegato il sindaco Franco Micucci sulla pagina Facebook dell’ente da lui presieduto - è il primo in Italia a sperimentare questa applicazione che consente ai cittadini di segnalare velocemente, tramite uno smartphone, le inefficienze oppure gli eventuali malfunzionamenti che interessano la macchina amministrativa del nostro Comune. Ritengo che questa nuova applicazione possa stimolare la macchina istituzionale ad agire prontamente per garantirne il buon funzionamento”. L’iniziativa ha riscosso un certo interesse ed è in questi giorni all’esame della cittadinanza, che almeno a livello di curiosità ha risposto presente, tenuto conto che la sala consiliare era gremita. 

martedì 7 novembre 2017

In Basilicata 68gg di media per il pagamento di una fattura da parte della P.A.


PIERO MIOLLA
Oltre due mesi di media, precisamente sessantotto giorni, per ottenere il pagamento di una fattura da parte della pubblica amministrazione in Basilicata, a fronte di una media nazionale di settantotto e meridionale di settantuno. E’ questo il tempo medio impiegato nei primi setti mesi dell’anno in corso dalla Pa per pagare, nella nostra regione, le imprese che forniscono beni e servizi. Lo ha reso noto Confartigianato Basilicata, il cui pressing avrebbe contribuito a migliorare i tempi di pagamento rispetto ai tempi biblici di qualche anno fa. Più nel dettaglio, su cinquecento enti virtuosi in tutta Italia, solo due sarebbero lucani: un dato emblematico che non può soddisfare nessuno, ad iniziare proprio da Confartigianato, che ha ricordato come dietro la media nazionale e meridionale si nascondono situazioni ancora allarmanti. L’analisi di Confartigianato ha messo in luce i ritardi con cui in molte zone del Paese gli enti pubblici pagano gli imprenditori che, in alcuni casi, portano due terzi delle amministrazioni a non saldare le fatture entro i termini fissati dalla legge sui tempi di pagamento in vigore dal 2013. Che, per chi l’avesse dimenticato, sono di trenta giorni, con l’eccezione di sessanta per gli enti del sistema sanitario nazionale. La media lucana, dunque, pur essendo migliore di quella nazionale e meridionale, resta lontanissima dai tempi medi che, per legge, dovrebbero essere osservati nella liquidazione di ciò che spetta a chi fornisce beni o servizi alla pubblica amministrazione. Quale, in concreto, la leva per accorciare siffatti tempi e consentire a chi ne ha diritto di ottenere ciò che spetta in intervalli meno lunghi? E’ proprio Confartigianato ad indicare la soluzione: applicare la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori nei confronti dello Stato. Una soluzione logica, razionale, lineare. Forse troppo semplice per un Paese complicato come l’Italia, che non si cura del fatto che per una impresa nostrana di medie e piccole dimensioni ogni giorno di ritardo ha un effetto pesante, specie quando si è costretti a fare ricorso al credito bancario. Per la cronaca, i due enti lucani virtuosi in questo primo periodo del 2017 sono stati le due prefetture, quella di Potenza e quella di Matera, che a settembre hanno smaltito il cento per cento dei pagamenti. Più nel dettaglio, l’ufficio territoriale del Governo con sede a Potenza ha smaltito 2.082 fatture, mentre quello di Matera 1.114. Una goccia nell’oceano dei ritardi, dunque, che di sicuro non soddisfa e determina la necessità che gli enti facciano di più sul fronte della tempestività dei pagamenti, allo stesso modo in cui, magari, pretendono con altrettante celerità la corresponsione di tributi e tasse. La Basilicata, dunque, non è una regione per imprenditori, anche se nel resto d’Italia, come detto, va anche peggio. Ma non può essere una consolazione.