PIERO MIOLLA
Due
casi ad Avigliano, alcuni a Potenza e qualche difficoltà legata a bambini stranieri nel materano,
ma la stragrande maggioranza dei genitori lucani ha rispettato il termini del
31 ottobre per la presentazione delle autocertificazioni relative alle
vaccinazioni. Sono stati pochissimi, infatti, i casi di mancata presentazione o
contestazione dell’obbligo in regione, a dimostrazione che la materia, al di là
delle diverse opinioni e delle polemiche che ha generato, viene percepita come
afferente alla tutela dei propri figli e non come un mero obbligo burocratico.
Si ha notizia certa di un ritardo nella presentazione delle autocertificazioni
ad Avigliano, dove per due fratelli della scuola primaria del comprensivo
“Avigliano Centro” sarebbero stati sforati infruttuosamente i termini di legge.
In buona sostanza, i genitori non avrebbero presentato entro il 31 ottobre la
relativa autocertificazione. In tal caso, come hanno confermato i vertici
lucani della scuola e quelli dell’Azienda Sanitaria di Potenza, il dirigente
scolastico ha notiziato dell’accaduto tanto l’Ufficio Scolastico Regionale,
quanto, soprattutto, l’Asp, che adesso dovrà contattare la famiglia e
concordare il percorso che porterà a sanare questa mancanza. Di sicuro, laddove
la non ci dovesse essere il rispetto del percorso che l’Azienda Sanitaria
indicherà ai genitori, ai loro figli non potrà essere imposto di non andare a
scuola: la situazione degli istituti primari e secondari di primo grado,
infatti, è diversa da quella della scuola dell’infanzia, per la quale c’era
l’obbligo della vaccinazione o della autocertificazione già entro il 30
settembre: in quel caso, dunque, sarebbe stato complicato per un dirigente
scolastico ammettere bambini senza vaccinazione o documentazione idonea.
Tornando al dato generale, anche nel materano si sarebbe registrato qualche
caso sporadico, peraltro non localizzato, ma in generale la prescritta scadenza
sarebbe stata rispettata. A margine di quanto sopra è opportuna una
riflessione. Se, da un lato, tutta questa attività che la nuova normativa
voluta dal ministro Beatrice Lorenzin ha preteso è stata imposta nell’interesse
dei bambini, dall’altro, sia nelle scuole che negli uffici sanitari zonali, non
si è mancato di sottolineare che essa ha ingigantito compiti e doveri dei
predetti uffici, a fronte, però, di mezzi sempre più scarsi. Insomma, come
sempre o quasi, il Governo ha preteso (dagli altri) di fare le nozze coi fichi
secchi.
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