giovedì 9 novembre 2017

Vaccini obbligatori: in Basilicata buona la risposta dei genitori alla scadenza del 31 ottobre


PIERO MIOLLA
Due casi ad Avigliano, alcuni a Potenza e qualche difficoltà legata a bambini stranieri nel materano, ma la stragrande maggioranza dei genitori lucani ha rispettato il termini del 31 ottobre per la presentazione delle autocertificazioni relative alle vaccinazioni. Sono stati pochissimi, infatti, i casi di mancata presentazione o contestazione dell’obbligo in regione, a dimostrazione che la materia, al di là delle diverse opinioni e delle polemiche che ha generato, viene percepita come afferente alla tutela dei propri figli e non come un mero obbligo burocratico. Si ha notizia certa di un ritardo nella presentazione delle autocertificazioni ad Avigliano, dove per due fratelli della scuola primaria del comprensivo “Avigliano Centro” sarebbero stati sforati infruttuosamente i termini di legge. In buona sostanza, i genitori non avrebbero presentato entro il 31 ottobre la relativa autocertificazione. In tal caso, come hanno confermato i vertici lucani della scuola e quelli dell’Azienda Sanitaria di Potenza, il dirigente scolastico ha notiziato dell’accaduto tanto l’Ufficio Scolastico Regionale, quanto, soprattutto, l’Asp, che adesso dovrà contattare la famiglia e concordare il percorso che porterà a sanare questa mancanza. Di sicuro, laddove la non ci dovesse essere il rispetto del percorso che l’Azienda Sanitaria indicherà ai genitori, ai loro figli non potrà essere imposto di non andare a scuola: la situazione degli istituti primari e secondari di primo grado, infatti, è diversa da quella della scuola dell’infanzia, per la quale c’era l’obbligo della vaccinazione o della autocertificazione già entro il 30 settembre: in quel caso, dunque, sarebbe stato complicato per un dirigente scolastico ammettere bambini senza vaccinazione o documentazione idonea. Tornando al dato generale, anche nel materano si sarebbe registrato qualche caso sporadico, peraltro non localizzato, ma in generale la prescritta scadenza sarebbe stata rispettata. A margine di quanto sopra è opportuna una riflessione. Se, da un lato, tutta questa attività che la nuova normativa voluta dal ministro Beatrice Lorenzin ha preteso è stata imposta nell’interesse dei bambini, dall’altro, sia nelle scuole che negli uffici sanitari zonali, non si è mancato di sottolineare che essa ha ingigantito compiti e doveri dei predetti uffici, a fronte, però, di mezzi sempre più scarsi. Insomma, come sempre o quasi, il Governo ha preteso (dagli altri) di fare le nozze coi fichi secchi.

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