venerdì 12 gennaio 2018

L'Alternanza scuola-lavoro in Basilicata non piace.

Quasi la metà degli studenti che frequentano i licei lucani ritiene negativa l’esperienza dell’Asl (alternanza scuola-lavoro), definita spesso strumento che sottrae tempo allo studio. Molto più contenuta, invece, la percentuale di alunni degli istituti tecnici e professionali di Basilicata che la pensano allo stesso modo. Le differenze di pensiero e percezione, però, si affievoliscono quando si parla di competenze maturate grazie alle esperienze effettuate nell’ambito dei percorsi di Asl. 
Sono i principali risultati di un report del gruppo di lavoro dell’Ires Basilicata, coordinato da Giovanni Casaletto, effettuato nelle province lucane. Il gruppo, composto da 8 membri, ha intervistato i soggetti coinvolti in percorsi di Asl: studenti, docenti, imprese, attori istituzionali e sindacali. Tali risultati, in realtà, coincidono in larghissima parte con quella che è la percezione esterna fornita dall’Asl, dai più definita uno strumento che, se in astratto potrebbe essere anche utile, in realtà spesso si traduce in un percorso ad ostacoli, affrontato solo perché imposto. Proprio il fatto che sia stato imposto, a detta di molti, rappresenta il vero tallone d’Achille dell’Asl, i cui programmi e le attività, quasi sempre, verrebbero predisposti in modo frettoloso. 
Naturalmente non sempre è così, come dimostra l'esempio di Policoro. Resta, però, il giudizio comunque negativo che in larga parte viene fornito dagli addetti ai lavori. Per citare il rapporto dell’Ires Basilicata, ad esempio, sarebbe necessaria “una migliore sistematizzazione degli interventi relativi all’offerta formativa, alla programmazione regionale sulla formazione e una acquisizione ulteriore di dettaglio di competenze sul sistema Asl, lungo una coerente e duratura traiettoria istituzionale che fornisca un valido strumento di coordinamento e programmazione al sistema dell’alternanza, alle scuole, agli attori del territorio a vario titolo coinvolti, al mondo associativo e delle famiglie”. Morale della favola? Secondo l’Ires “in Basilicata si ingenera uno squilibrio evidente tra studenti coinvolti, monte ore complessivo, effettiva ricezione e risposta del mondo produttivo latamente inteso”. 
Ma quali sarebbero, in concreto, i punti di debolezza, gli aspetti problematici e le criticità dell’Asl? Secondo il rapporto Ires essi “riguardano la prevalenza delle attività teoriche su quelle pratiche; problemi di tipo logistico-organizzativo; la riduzione del tempo da dedicare allo studio e difficoltà di conciliare gli impegni di Asl con quelli scolastici e personali. In definitiva – si legge nel report - una scarsa attenzione alla fase di programmazione e coordinamento degli interventi, piuttosto approntati sull’esigenza/forzatura di coprire il monte ore assegnato”. 
Sullo sfondo, come anticipato, la polarizzazione del tipo di risposta: da un lato i licei (classico e scientifico), dall’altro gli istituti tecnico-professionali. “In entrambi i casi emerge forte la consapevolezza degli studenti di dover sviluppare delle abilità tecniche che possano agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro. Le esperienze descritte non sono riuscite del tutto nello scopo, ma sono state utili come orientamento”.
I DATI AL 30 SETTEMBRE IN BASILICATA.
Per i percorsi di alternanza scuola lavoro, relativamente all’anno scolastico 2017-18, l’universo era costituito da 49 istituti di istruzione superiore e omnicomprensivi, con 36 licei, 31 istituti tecnici e 20 professionali, stando ai dati forniti dell’Ufficio Scolastico Regionale. Nei 36 licei lucani (23 in provincia di Potenza, 13 a Matera) sono state stipulate 591 convenzioni per le classi terze, 568 per le quarte e 253 per le quinte. Nei 31 tecnici (22 e 9), 669 per le terze, 736 per le quarte e 653 per le quinte. Infine, nei 20 istituti professionali (13 e 7), 442 nelle terze, 498 nelle quarte e 555 nelle quinte. 
Il 41% degli istituti tecnici e professionali si è dotato di un comitato tecnico scientifico, mentre, nei licei, lo ha fatto il 12% (entrambi previsti dal Dpr del 15 marzo 2010). Il 6% si è dotato di un comitato tecnico scientifico di rete di scuole (per realizzare raccordi tra il profilo educativo dell’ordine della scuola e i fabbisogni professionali ed educativi espressi dal mondo del lavoro), e l’8% di un comitato tecnico scientifico di rete territoriale (per realizzare un’offerta formativa articolata e flessibile). Il gruppo di lavoro per l’alternanza, costituito da non meno di 3 e non più di 9 componenti, è stato invece istituito nel 96% delle scuole. 
Infime, le istituzioni scolastiche in materia di sicurezza dispongono di docenti referenti e tutor scolastici Asl adeguatamente formati nel 63% dei casi, mentre il 30% dichiara che solo parte del personale è formato e il 5 non ne dispone. Il 96% delle istituzioni scolastiche dichiara che i docenti referenti e i tutor scolastici Asl si avvalgono del supporto di professionalità adeguate in materia.
Piero Miolla
 

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