Quasi
la metà degli studenti che frequentano i licei lucani ritiene negativa
l’esperienza dell’Asl (alternanza scuola-lavoro), definita spesso strumento che
sottrae tempo allo studio. Molto più contenuta, invece, la percentuale di alunni
degli istituti tecnici e professionali di Basilicata che la pensano allo stesso
modo. Le differenze di pensiero e percezione, però, si affievoliscono quando si
parla di competenze maturate grazie alle esperienze effettuate nell’ambito dei
percorsi di Asl.
Sono i principali risultati di un report del gruppo di lavoro
dell’Ires Basilicata, coordinato da Giovanni Casaletto, effettuato nelle
province lucane. Il gruppo, composto da 8 membri, ha intervistato i soggetti
coinvolti in percorsi di Asl: studenti, docenti, imprese, attori istituzionali
e sindacali. Tali risultati, in realtà, coincidono in larghissima parte con
quella che è la percezione esterna fornita dall’Asl, dai più definita uno
strumento che, se in astratto potrebbe essere anche utile, in realtà spesso si
traduce in un percorso ad ostacoli, affrontato solo perché imposto. Proprio il
fatto che sia stato imposto, a detta di molti, rappresenta il vero tallone
d’Achille dell’Asl, i cui programmi e le attività, quasi sempre, verrebbero
predisposti in modo frettoloso.
Naturalmente non sempre è così, come dimostra
l'esempio di Policoro. Resta, però, il giudizio comunque
negativo che in larga parte viene fornito dagli addetti ai lavori. Per citare
il rapporto dell’Ires Basilicata, ad esempio, sarebbe necessaria “una migliore
sistematizzazione degli interventi relativi all’offerta formativa, alla
programmazione regionale sulla formazione e una acquisizione ulteriore di
dettaglio di competenze sul sistema Asl, lungo una coerente e duratura
traiettoria istituzionale che fornisca un valido strumento di coordinamento e
programmazione al sistema dell’alternanza, alle scuole, agli attori del
territorio a vario titolo coinvolti, al mondo associativo e delle famiglie”.
Morale della favola? Secondo l’Ires “in Basilicata si ingenera uno squilibrio
evidente tra studenti coinvolti, monte ore complessivo, effettiva ricezione e
risposta del mondo produttivo latamente inteso”.
Ma quali sarebbero, in
concreto, i punti di debolezza, gli aspetti problematici e le criticità dell’Asl?
Secondo il rapporto Ires essi “riguardano la prevalenza delle attività teoriche
su quelle pratiche; problemi di tipo logistico-organizzativo; la riduzione del
tempo da dedicare allo studio e difficoltà di conciliare gli impegni di Asl con
quelli scolastici e personali. In definitiva – si legge nel report - una scarsa
attenzione alla fase di programmazione e coordinamento degli interventi,
piuttosto approntati sull’esigenza/forzatura di coprire il monte ore assegnato”.
Sullo sfondo, come anticipato, la polarizzazione
del tipo di risposta: da un lato i licei (classico e scientifico), dall’altro
gli istituti tecnico-professionali. “In entrambi i casi emerge forte la
consapevolezza degli studenti di dover sviluppare delle abilità tecniche che
possano agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro. Le esperienze descritte non
sono riuscite del tutto nello scopo, ma sono state utili come orientamento”.
I DATI AL 30 SETTEMBRE IN BASILICATA.
Per i percorsi
di alternanza scuola lavoro, relativamente all’anno scolastico 2017-18,
l’universo era costituito da 49 istituti di istruzione superiore e
omnicomprensivi, con 36 licei, 31 istituti tecnici e 20 professionali, stando
ai dati forniti dell’Ufficio Scolastico Regionale. Nei 36 licei lucani (23 in
provincia di Potenza, 13 a Matera) sono state stipulate 591 convenzioni per le
classi terze, 568 per le quarte e 253 per le quinte. Nei 31 tecnici (22 e 9),
669 per le terze, 736 per le quarte e 653 per le quinte. Infine, nei 20
istituti professionali (13 e 7), 442 nelle terze, 498 nelle quarte e 555 nelle
quinte.
Il 41% degli istituti tecnici e professionali si è dotato di
un comitato tecnico scientifico, mentre, nei licei, lo ha fatto il 12%
(entrambi previsti dal Dpr del 15 marzo 2010). Il 6% si è dotato di un comitato
tecnico scientifico di rete di scuole (per realizzare raccordi tra il profilo
educativo dell’ordine della scuola e i fabbisogni professionali ed educativi
espressi dal mondo del lavoro), e l’8% di un comitato tecnico scientifico di
rete territoriale (per realizzare un’offerta formativa articolata e flessibile).
Il gruppo di lavoro per l’alternanza, costituito da non meno di 3 e non più di
9 componenti, è stato invece istituito nel 96% delle scuole.
Infime, le
istituzioni scolastiche in materia di sicurezza dispongono di docenti referenti
e tutor scolastici Asl adeguatamente formati nel 63% dei casi, mentre il 30%
dichiara che solo parte del personale è formato e il 5 non ne dispone. Il 96%
delle istituzioni scolastiche dichiara che i docenti referenti e i tutor
scolastici Asl si avvalgono del supporto di professionalità adeguate in
materia.
Piero Miolla