“L’istanza
di accesso agli atti? La richiesta può essere rivolta direttamente alla
Stazione dei Carabinieri di Salandra”. E’ la risposta che Arpab ha fatto
pervenire all’avvocato Giovanna Bellizzi, legale del Comitato Mediterraneo No
Scorie, che qualche giorno fa aveva presentato istanza di accesso agli atti in
merito al ribaltamento dell’autocisterna che trasportava olio esausto, avvenuto
il 6 novembre sulla Basentana, in territorio di Salandra. Proprio al Comune di
Salandra, ad Arpab, Regione Basilicata e Anas, Mediterraneo No Scorie aveva
notificato l’istanza di accesso ai documenti relativi alle operazioni di
bonifica, effettuate successivamente all’incidente che, come è noto, aveva
determinato prima la chiusura totale dell’arteria per circa 24 ore, e, alla
riapertura, tutta una serie di interrogativi sulla bonifica del tratto di
strada e di alcune pertinenze: interrogativi più volte riproposti sulle nostre
colonne. La bonifica, questo è risaputo, è stata fatta da Anas in quanto la
ditta proprietaria del mezzo ribaltatosi, obbligata per legge a bonificare, si
è detta impossibilitata. Tornando alla corrispondenza intercorsa con Arpab,
Bellizzi ha dato atto che l’Agenzia Regionale ha scritto: “In riscontro alla
richiesta di accesso agli atti in oggetto allegata, si rappresenta che della
vicenda è stato interessato il Comando Stazione Carabinieri di Salandra.
Pertanto, la richiesta potrà essere rivolta direttamente al suddetto Comando
Carabinieri che legge per conoscenza”. Il legale del Comitato Mediterraneo No
Scorie, però, non ha nascosto la sua sorpresa, aggiungendo: “Dalla risposta
emergono due domande. La prima: dobbiamo dedurre che Arpab ha verosimilmente
presentato un esposto? La secondo: perché rinviare la questione ai Carabinieri,
quando io ho chiesto accesso agli atti in merito alle operazioni di recupero
del materiale e alle eventuali operazioni di bonifica”? Insomma, a distanza di
poco più di due mesi dall’accaduto, la vicenda si arricchisce di un nuovo
capitolo. Sullo sfondo, il tema non cambia e coinvolge i cittadini, non solo
esposti ai pericoli astrattamente derivanti del traffico di mezzi pesanti che
trasportano sostanze pericolose, ma anche costretti a vedersi recapitare le
spese per la bonifica (fatta da Anas e non dal privato, come per legge) e, da
ultimo, anche a interrogarsi sul perché di risposte come quella fornita da
Arpab.
Piero Miolla
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