“L’accoglimento di migranti è un
atto nobile ed umano indiscusso, ma non può e non deve tradursi in lesioni dei
diritti di operatori economici ed abitanti del posto”. Così Antonio Leonardo
Gallotta, amministratore unico della “Mediterranea 92”, società proprietaria
dell’Hotel Le Muse di Metaponto, danneggiato da un immigrato nigeriano nei
giorni scorsi.
Gallotta ha richiamato l’attenzione delle autorità “sulla poco
opportuna trasformazione dell’albergo in centro di accoglienza, senza
l’autorizzazione della proprietà e contro la volontà di questa, che ha
affittato l’hotel alla cooperativa Polis per svolgere esclusivamente attività
turistico-ricettiva. In Italia la proprietà privata è tutelata
costituzionalmente e non si comprende come, in assenza di autorizzazione della
concedente, sia stato possibile aprire un centro di accoglienza in una
struttura alberghiera avente destinazione e funzione diversa. Nella fattispecie
si è in presenza di danneggiamenti e disagi conseguenti al mancato rispetto di
regole che tutti devono osservare, compresi gli immigrati. Lo straniero era in
possesso di regolare permesso di soggiorno e sarebbe stato espulso dalla
struttura alberghiera per comportamento aggressivo. Orbene, non si comprende
come dopo tale espulsione per comportamenti violenti non siano intervenute le
autorità, se interessate dai responsabili del centro, e perché le stesse non
abbiano provveduto all’immediato espatrio nel Paese di origine. Evidentemente,
oltre all’anomala trasformazione dell’albergo in centro di accoglienza per
stranieri, esiste anche un problema di gestione della struttura. Né può essere
ignorato il fatto che lo Stato e la Pa dispongano di beni immobili abbandonati
che potrebbero essere utilizzati per l’accoglienza. E’ veramente
incomprensibile che l’amministrazione pubblica, pur disponendo di immobili
abbandonati, autorizzi l’apertura di centri accoglienza in quelli di proprietà
privata contro la volontà del titolare del diritto dominicale, sottraendoli
alla loro naturale funzione economica e commerciale con gravi danni e notevoli
disagi per i residenti indigeni”.
Precisato ciò, Gallotta, nella sua qualità di
amministratore della Mediterranea, ha richiamato le “competenti autorità a
rivedere l’autorizzazione concessa in assenza dei necessari presupposti, tra
cui l’autorizzazione della proprietà, preannunciando di aver dato incarico
all’avvocato Leonardo Pinto “di assumere tutte le iniziative del caso per la
tutela dei propri interessi. Pinto, a sua volta, ha dichiarato: “La
trasformazione dell’Hotel Le Muse, affittato per lo svolgimento di attività
alberghiera e di ristorazione, in centro di accoglienza di immigrati, senza
l’autorizzazione della proprietaria, costituisce di per sé un’evidente anomalia
sotto il profilo giuridico. Saranno effettuate le necessarie verifiche e
promosse le opportune azioni per la tutela degli interessi della concedente”.
Frattanto, dopo i due episodi dei giorni scorsi (oltre al nigeriano, infatti,
anche un sudanese è stato protagonista di fati di cronaca in quanto sorpreso con
armi ed arrestato), il prefetto di Matera, Antonia Bellomo, ha convocato il
Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con unico punto
all’ordine del giorno proprio la questione degli immigrati presenti a
Metaponto: l’importante riunione si è svolta il 15 febbraio.
Piero Miolla
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