L’astensionismo? Non abita in
provincia di Matera. Su un campione di 8 giovani tra i 20 e i 28 anni, infatti,
solo uno di loro non andrà a votare, oltretutto perché impegnato
all’università. Gli altri 7, pur con alcuni distinguo, si recheranno alle urne.
<<Perché non dovrei – si è chiesta Francesca Mastronardi, 26 anni, di
Marconia, laureata in giurisprudenza -. La sfiducia nella politica non
giustifica l’astensione: sarebbe una vera aberrazione non votare, anche se la
politica dovrebbe garantire progetti di sostegno e sviluppo tenendo conto delle
variabili che ne possano influenzare gli effetti. Da questa tornata elettorale
mi aspetto che i cittadini esercitino il diritto di voto
consapevolmente>>.
Alessandro Lardo, 25 anni, di Montalbano Jonico, laureando
in Giurisprudenza, ha deciso di votare perché <<è un dovere civico, oltre
che un diritto. Astenersi significa essere rinunciatari ed ammettere che
qualcuno possa decidere per noi. Mi aspetto che chiunque riesca a formare una
maggioranza smetta di parlare di utopistiche forme di rilancio del Paese, ma
progetti un piano quinquennale chiaro. Le priorità? Abbassamento del cuneo
fiscale, decontribuzione sul lavoro, sburocratizzazione della macchina
amministrativa, allineamenti agli standard Ue in materia di qualità del lavoro,
eco-sostenibilità>>.
Francesco Romano, 21 anni, di Marconia, laureando in
Medicina, non voterà. Ma solo perché <<frequento l’università a 1.000
chilometri da casa e il periodo delle votazioni coincide con le lezioni. Non mi
aspetto nulla e, soprattutto, non cambierà nulla. I giovani sono tagliati fuori
dal dibattito politico italiano, teatro di discorsi da vecchi per i vecchi che
spesso i giovani non capiscono>>.
Daniela Sassano, 22 anni, di
Marconia, studentessa di Giurisprudenza: <<Andrò a votare: credo nell’importanza
del voto e dei suoi effetti, anche se a volte avverto un dilagante senso di
sfiducia. Dalla politica mi aspetto più ascolto e un governo che attui azioni
concrete e non mere propagande di partito, che vada a rimuovere quegli ostacoli
che ci danneggiano fortemente, ma dubito che con questa tornata elettorale si
possano ottenere mutamenti immediati: temo che ci troveremo dopo il 4 marzo in
una situazione di stallo>>.
William Grieco, 26 anni, di Pisticci,
dottore in Economia e Commercio, andrà a votare ma <<solo per senso
civico, perché non mi sento rappresentato. Da questa politica mi aspetto che si
dia prerogativa ai giovani, uno sguardo al sociale. Fondamentale deve essere la
volontà di creare una nuova classe politica: è sconcertante che un giovane non
sappia dove andare se vuole impegnarsi politicamente: credo che impegnarsi
politicamente sia fondamentale e necessario. Personalmente mi impegno da tempo
e non nascondo che partecipare al futuro del luogo in cui vivi credo sia l’ambizione
più alta che si possa avere>>.
Anche Assunta Lisanti, 28 anni, di Ferrandina,
dottoressa in Economia Aziendale, andrà a votare: <<Da giovane
professionista ritengo che bisogna essere fiduciosi nella politica, avere la
speranza che qualcosa può cambiare. Cosa mi aspetto da questa tornata
elettorale? Un vero cambiamento, che sia frutto di una politica pura, vera, che
ascolti la gente. Non ritengo che la politica sia una perdita di tempo ma, in
tutta sincerità, preferisco seguirla da lontano>>.
Michele D’Alessandro,
25 anni, di Pisticci, laureando in Ingegneria ha spiegato: <<Credo che
andrà alle urne, ma solo ed esclusivamente per senso civico. Ritengo che la
situazione italiana sia ad un punto di non ritorno: l’odio verso gli stranieri,
la classe politica, i ricchi: tutto è esasperato da una condizione sociale da
cui bisogna uscire al più presto>>.
Miriana Serravalle, 20 anni, di
Pisticci, iscritta a Filosofia all’Università di Siena: <<Ho deciso di
andare a votare perché ritengo fondamentale farlo: mi aspetto che la politica
faccia in modo di avere un contatto più costante con gli elettori. Da questa mi
aspetto uno stacco netto con il passato, se in positivo o in negativo lo
scopriremo>>.
Piero Miolla
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