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domenica 2 settembre 2018

Le elezioni regionali e le liste civiche: una "moda" non nuova.



Civismo e movimenti, movimenti e civismo. Sembra essere questa la litania della politica lucana in questo tempo di preparazione alla prossima sfida elettorale. Non una sfida qualunque, perché in ballo non c’è solo la poltrona di governatore ma molto di più: la credibilità di una classe politica che, in questi anni, non solo non ha saputo cogliere le sfide che le si sono manifestate davanti, ma ha anche avuto la capacità di rinchiudersi in una sorta di “piccolo ovile” nel quale ha ammesso solo chi avesse determinate caratteristiche, cioè i voti e la totale devozione ai vertici. 
In questi giorni, specie dopo la presentazione dell’ultima (in ordine di tempo) lista civica, quella capeggiata da Carmen Lasorella, si assiste ad una proliferazione di movimenti e similari. Che, se da un lato fa ben sperare, nel senso che tale fenomeno potrebbe leggersi come un rinnovato impulso dei lucani a rimboccarsi le maniche per mandare a casa chi non ha saputo dare alla nostra regione quella prospettiva di sviluppo e di futuro, dall’altro, però, potrebbe anche essere la spia di una sorta di volontà di fare apparire tutto questo come una trasformazione che, in realtà, non trasforma proprio nulla. Che la presenza di tante civiche (in realtà, tutta da confermare: lo vedremo alla presentazione delle liste) sia una caratteristica di questa fase storica, è del tutto evidente. Che sia, invece, una novità assoluta certamente no. 
Come dimenticare, infatti, che già alle elezioni regionali del 2005, che incoronarono per il suo primo mandato l’attuale deputato del Pd, Vito De Filippo, concorsero per la carica di presidente della Regione anche movimenti come “Alternativa Sociale”, con candidato Roberto Fiore, e “Unità Popolare”, che sostenne Angela Mancusi? Nessuno dei due fu eletto. Non da meno anche alle consultazioni successive, quelle del 2010 (riconferma di De Filippo), parteciparono movimenti come “Io amo l’Italia” (Maghdi Allam candidato) e “Sui Generis” (Marco Toscano scelto proposto come presidente). 
Infine, le regionali del 2013, quando Marcello Pittella si candidò governatore, vincendo anche con il sostegno di “Realtà Italia” e “Pittella Presidente”. Nella stessa consultazione, figurarono anche “Laboratorio Basilicata”, che, nel centrodestra, ricomprendeva Scelta Civica, Fratelli d’Italia e Grande Sud, così come “Matera si muove” (Doriano Manuello candidato presidente) e il “Movimento Grillo Lavoro e Pensioni” (con Franco Grillo candidato governatore). Alle regionali del 2018 (che, in realtà, si svolgeranno nel 2019: altra anomalia decisa da una classe politica in evidente confusione) i movimenti rischiano di essere molti di più. Sarà vera gloria?
 Piero Miolla

sabato 4 agosto 2018

Elezioni regionali: il punto sul centrodestra.

 
Il centrodestra, in vista delle regionali, va di corsa. O, meglio, vorrebbe accelerare, ma forse il cerchio non si può chiudere se prima non arriva l’input dai livelli nazionali. Sono giorni caldi anche per la politica lucana, che vive una situazione di grande incertezza soprattutto sul fronte del centrosinistra. Su quello opposto, invece, così come sul fronte grillino probabilmente ci sono maggiori certezze, ma fino a un certo punto. Prendiamo il centrodestra. 
Se, il portavoce regionale di Fdi, Gianni Rosa, ha ancora una volta invitato i potenziali alleati a darsi una mossa per offrire quanto prima ai lucani un quadro chiaro, sia in termini di candidature che di definizione della coalizione e di programmi, confermando la volontà (in realtà, è una necessità) di dare corso a una ventata di novità, c’è però qualcuno che frena. Per Rosa va bene ampliare il tavolo di area, come del resto è già avvenuto nelle prime riunioni, ma non ci si può limitare solo a questo: candidature e programmi vanno definiti con ampio anticipo per evitare che ci si riduca agli ultimi trenta giorni di campagna elettorale. La posizione di Rosa, quindi, è chiara ed anche nota da tempo: la vera novità delle ultime ore è questa esortazione ad accelerare, anche per dimostrare agli elettori che le novità il centrodestra non le riserverà solo nelle candidature, ma anche nei modi di fare. Tagliare con il passato, dunque, e con un certo modo di fare politica. Abbattere le vecchie manovre di palazzo, quelle che per partorire un’idea, un programma e una linea impiegavano giorni, se non settimane. Questo l’obiettivo di Rosa e di Fratelli d’Italia. Che, in realtà, è lo stesso di Noi con l’Italia. 
Anche Cosimo Latronico, infatti, si è mostrato d’accordo su tutta le linea con Rosa: è necessario e opportuno darsi una mossa e mostrare all’elettore tipo di Basilicata che l’area del centrodestra può rappresentare un’alternativa valida al centrosinistra che ha governato negli ultimi quattro lustri. Ma, ha ricordato Latronico, molto probabilmente la richiesta di celerità fa a pugni con le esigenze nazionali. Il che vuol dire, appunto, che in loco si potrà anche trovare da qui a breve la quadratura del cerchio, ma il tutto dovrà poi ottenere il semaforo verde dai livelli nazionali. Anche perché le elezioni in Basilicata saranno un banco di prova importante per tutti ed ovviamente i leader dei vari partiti che fanno parte del centrodestra, vorranno dire l’ultima parola. Una cosa è certa: anche il centrodestra vive, al momento, fasi d’incertezza legate soprattutto al papabile candidato governatore. Se prima non si definisce l’ambito, i programmi e le linee d’azione, difficilmente si potrà trovare una sintesi su chi potrebbe sedersi sullo scranno più alto in Regione. Perché, questo è del tutto evidente, nel centrodestra la vittoria non è mai stata percepita come così a portata di mano. Movimento 5 Stelle permettendo.
Piero Miolla 

giovedì 26 luglio 2018

Elezioni Consorzio di Bonifica: Riscatto ha incontrato la Regione Basilicata.



La politica si assuma le proprie responsabilità e intervenga, per una volta, prima della magistratura. L’appello arriva da Movimento Riscatto, Altragricoltura, LiberiAgricoltori, Uci Basilicata e Soccorso Contadino, che hanno incontrato a Potenza la Regione Basilicata, rappresentata dal coordinatore della segreteria della presidenza, Antonio di Sanza e dal direttore generale del dipartimento Agricoltura, Franco Pesce, su mandato della vice presidente Flavia Franconi. 
Oggetto del summit le elezioni dell’assemblea del Consorzio Unico di Basilicata, in merito alle quali Gianni Fabbris, leader di Altragricoltura ha ribadito la richiesta di annullamento. Proprio Fabbris era presente a Potenza insieme a Nicola Manfredelli e all’avvocato Antonio Melidoro, che sta coordinando gli aspetti legali della vertenza. 
“L’incontro – recita una nota - si è svolto in un clima di confronto e si è tenuto su un piano squisitamente tecnico per fornire alla Giunta regionale elementi e documentazione che sostanziano la richiesta di applicazione degli articoli 27 e 28 della legge regionale 1-17, secondo i quali la Regione può intervenire con poteri di controllo, ispettivi e sostitutivi nei confronti del Consorzio”. Ma vi è di più, in quanto, precisa la nota, “la stessa Regione ha l’obbligo di esprimersi sulla ratifica della delibera che formalizza l’esito elettorale del 15 luglio scorso”. 
La delegazione di Riscatto ha motivato la richiesta di intervento della Regione su tre profili di irregolarità: “Il modo nel quale sono state indette le elezioni; come si sono svolte il 15 luglio; lo scenario di incostituzionalità della norma. La delegazione ha anche illustrato i numerosi casi di irregolarità nella gestione della giornata del 15 luglio, che si stanno raccogliendo nel dossier che si andrà ad aggiungere nei prossimi giorni alla denuncia in Procura. E’ stato fatto rilevare un elemento tanto inquietante quanto grave: l’assenza totale di elementi terzi nella verifica delle operazioni elettorali, oltre che nel processo di presentazione delle liste. 
Da ultimo, la delegazione si è soffermata sulle questioni di incostituzionalità della norma dichiarata dalla Corte Costituzionale: “Se quel pronunciamento mette la parola fine alla legge, minando alla radice la legittimità stessa del Consorzio, vi sono diversi altri motivi di incostituzionalità che nelle prossime settimane saranno sollevate dal movimento stesso”. La Regione ha registrato con “interesse le argomentazioni esposte dalla delegazione che si è impegnata a fornire un articolato documento: è stato assicurato che verranno messe in atto tutte le procedure di verifica ai fini delle decisioni necessarie. 
Manfredelli e Fabbris hanno poi tenuto una conferenza stampa, nel corso della quale hanno dichiarato: “Bene l’avvio, finalmente, dell’interlocuzione con la Regione, come stiamo chiedendo da tempo. E’ ora che la politica dica la sua su questa delicata vicenda: non può rimanere in silenzio. Lo deve fare la Giunta regionale, ma anche il Consiglio, che ha il potere legislativo ed è chiamato a cambiare urgentemente la legge approvata, che mostra, alla prima prova dei fatti, evidenti problemi di merito. Abbiamo chiesto una audizione urgente in III Commissione: non è possibile che la politica taccia”. 
Piero Miolla

giovedì 12 luglio 2018

Consorzio di Bonifica, Fabbris: "No a elezioni truffa o faremo ricorso al Tar".



Ci aspettiamo che, fino a un minuto prima delle elezioni dell’assemblea del nuovo Consorzio di Bonifica di Basilicata, la politica e le istituzioni intervengano perché ne hanno il dovere. Qualora le elezioni dovessero invece tenersi sarebbero illegali: In tal caso ricorreremo al Tar”. Così Gianni Fabbris, leader del Movimento Riscatto nel corso della conferenza stampa di ieri mattina a Matera, convocata per presentare le iniziative del Movimento e delle organizzazioni che lo stanno sostenendo contro quelle che sono state definite le elezioni truffa. Alla conferenza stampa, tenuta nel giorno del compleanno di Fabbris e infatti conclusa con un brindisi, sono intervenuti Vito Giordano per il Movimento Riscatto, Nicola Manfredelli per l’Uci Basilicata, Antonio Melidoro per il Soccorso Contadino e lo stesso Fabbris per Altragricoltura e LIberiAgricoltori, che ha Nella divulgato l’atto stragiudiziale inviato alla Regione Basilicata e al commissario del Consorzio di Bonifica, con il quale si chiede formalmente di sospendere le elezioni in programma il 15 luglio. “Dopo aver annunciato la presentazione di liste di agricoltori e cittadini, prendendo atto di una condizione di irregolarità diffusa nella convocazione delle elezioni e di procedure senza garanzie di trasparenza con cui le elezioni si dovrebbero tenere, abbiamo dapprima chiesto correzioni e chiarimenti, poi, in assenza di alcuna risposta, deciso il ritiro delle liste. Nel contempo – ha ricordato Fabbris – ci siamo rivolti alla Procura della Repubblica di Matera denunciando le irregolarità e la falsità degli atti su cui si fonda la convocazione delle elezioni”. Ieri “gli stessi atti inviati a Pittella sono stati notificati alla vicepresidente Franconi ed al commissario del Consorzio”, mentre già oggi “ulteriori documenti saranno presentati alla Procura di Matera. Sono disponibile ad essere ascoltato, se la Procura lo ritenesse opportuno, per integrare documenti e circostanze”. 
Piero Miolla

domenica 1 luglio 2018

Elezioni regionali, il centrodestra serra i ranghi.



Nuova riunione del centrodestra lucano in previsione di un fronte comune in vista delle elezioni regionali. Questo il comunicato giunto a fine riunione. 
 
“Continua il percorso comune dell’aggregazione alternativa al sistema di potere e del malgoverno della Basilicata attraverso il primo tavolo allargato alle realtà ed alle forze alternative al centrosinistra lucano. Questo primo incontro formale è il risultato dell’invito che i coordinatori regionali di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia hanno rivolto la scorsa settimana a tutti i partiti, movimenti politici, associazioni e società civile. L’appuntamento di oggi è solo il primo di una serie di incontri che si terranno nell’immediato futuro, stanti le tante richieste di adesione che continuano a giungere anche in queste ore. Sarà nostra cura, in vista dell’obiettivo comune di questo costituendo fronte alternativo al centro sinistra, continuare nel percorso di incontri ed iniziative comuni per rappresentare unitariamente e coerentemente le istanze di cambiamento per candidarsi a governare finalmente la nostra Regione”
Giuseppe Moles (commissario regionale “Forza Italia”)
Antonio Cappiello (segretario regionale “Lega”)
Gianni Rosa (segretario regionale “Fratelli d’Italia”)
Cosimo Latronico (coordinatore regionale “Noi con l’Italia”)
Agatino Mancusi (segretario regionale “Unione di Centro”)
Antonio Tisci (segretario regionale “Movimento Nazionale Sovranità”)
Francesco Pagano (segretario regionale “Idea”)
Dina Sileo (segretario regionale “Italia Madre”)
Vincenzo Belmonte (segretario regionale “Blocco Civico”)
Ilaria Di Pede (“Movimento Federalista Lucano”)
Massimiliano Padula (“Avanti Policoro”)
Antonio Aicale (“Forza Civica”)
Gabriele Scarcia (“Rinascimento – Sgarbi”)

domenica 29 aprile 2018

Elezioni regionali in Basilicata e la ricerca di un centro di gravità permanente.



L’unità perduta da ritrovare, certo. Ma anche la consapevolezza che il centro di gravità permanente, cantato finanche da Battiato qualche anno fa, nella nostra regione in politica è spesso decisivo. E anche se, al momento, l’agognata unità non c’è, con il rischio che il centro diventi sempre più frazionato in una miriade di sigle, è pressoché certo che, spesso, quel centro, in politica, è decisivo. Visto l’approssimarsi delle elezioni regionali, la domanda nasce spontanea: cosa farà il centro in Basilicata? Ma soprattutto, da chi è rappresentato nella nostra regione e nel suo agone politico, questo fatidico centro? Da molte anime, alcune di centrodestra, altre di centrosinistra. 
“Non è importante sapere, in questo momento, se ci schiereremo da un lato o dall’altro – ha spiegato il consigliere Aurelio Pace – perché credo sia prioritario lavorare per cercare l’unità del centro. Prima si torna tutti insieme, ovviamente condividendo programmi e scelte strategiche, poi si parla della collocazione. Questa è la mia posizione. Personalmente continuerò a sostenere in Consiglio quei provvedimenti che riterrò buoni, cercando di condizionare positivamente l’operato di questo governo regionale e di questa coalizione. Il tema delle coalizioni, francamente, è ancora molto lontano. Certamente, senza condizioni preconcette pur non avendo il Pd rispettato tutti i patti, ci metteremo intorno a un tavolo per cercare di capire se è possibile costruire un’alleanza o un progetto politico. Le diplomazie sono al lavoro”, ha concluso Pace lasciando intendere che, probabilmente, la collocazione sarà quella del centrosinistra. Ma anche facendo trasparire il desiderio di uno scenario, quello dell’unità del centro, che, se è un auspicio di tanti, al momento non solo consente allo stesso Pace (e non solo) di non scoprire le sue carte, ma è anche di fatto sconosciuto in Basilicata. L’unità del centro, infatti, è in pratica assente sin dai tempi della Democrazia Cristiana. 
In questo ambito ampio ma ricco di risorse, c’è anche chi, come Francesco Mollica, non pare avere dubbi. “Stiamo lavorando per creare un progetto centrista che si collochi nell’alveo del centrosinistra, su questo non ci sono grandi dubbi – ha rivelato l’ex presidente del Consiglio regionale -. Personalmente sto lavorando con Centro Democratico Più Europa e Civici per l’Europa, la neonata formazione che fa riferimento a Tanino Fierro, per una lista unitaria che stia nel centrosinistra alle prossime elezioni regionali”. 
Del pari certo dell’appartenenza, ma nel lato opposto dell’agone politico, è anche il consigliere regionale, Michele Napoli. Passato di recente da Forza Italia a Noi con l’Italia, Napoli è stato chiarissimo. “Stiamo sicuramente nel centrodestra, anche se molto dipenderà da quello che accadrà di qui a poco a livello nazionale. La mia presenza, così come credo quella di Paolo Castelluccio e Nicola Benedetto nel centrodestra, però, mi sembra fuori discussione. Vogliamo creare con tutta la coalizione un’alternativa al centrosinistra in Regione”. Insomma, le grandi manovre sono appena iniziate e, pur con le certezze segnalate, in tanti ancora mostrano prudenza. Probabilmente perché si attende di capire cosa accadrà a livello nazionale, ma anche per studiare meglio la situazione lucana. Che, al momento, è ancora tutta da decifrare, anche se, visto quanto accaduto il 4 marzo, il Movimento 5 Stelle e il centrodestra intravedono un rovesciamento dei rapporti di forza che ingolosisce non poco.
Piero Miolla

domenica 22 aprile 2018

Elezioni regionali: Di Maggio candidato?


PIERO MIOLLA
In Basilicata il tempo potrebbe essersi fermato al 2013. Almeno per quanto riguarda gli sfidanti alla poltrona di Governatore. Anche se il senatore Tito Di maggio nega, l’ipotesi potrebbe stare in piedi, visto che il Pd, nonostante la sconfitta elettorale, sembrerebbe intenzionato a ripartire da Marcello Pittella e anche il M5S potrebbe ripresentarsi con Piernicola Pedicini. 
“Non credo – ha spiegato Di maggio -. La mia candidatura non è in previsione e, devo dire, neanche nelle mie ambizioni”. Eppure i rumors accreditano suoi movimenti. “Diciamo che sto cercando di svolgere un ruolo di facilitatore per ricompattare la coalizione e fare in modo che si possa presentare omogenea alle prossime elezioni regionali. Ho aderito alla Lega e sono soltanto un soldato semplice a disposizione del movimento leghista”. Insomma, Di Maggio assicura che non si candiderà. Ma su una cosa non nutre dubbi: il 4 marzo è arrivato un “avviso di sfratto per il centrosinistra”. 
Le prospettive per il centrodestra, dunque, sembrano diverse da quelle di 5 anni fa. “Sì, perché il risultato del 4 marzo è stato chiaro ed ha decretato, anche nella nostra regione, la sconfitta di un sistema di potere, quello del centrosinistra, che ha fatto tantissimi disastri. Giusto per rinfrescare la memoria a tutti, ricordo che la Basilicata è, forse, la regione più ricca d’Italia ma quella con il reddito pro capite tra i più bassi. Questa è la cartina di tornasole che non lascia dubbi: il centrosinistra va sostituito al governo della Regione”. 
Sulla probabilissima ricandidatura di Pittella, invece, Di Maggio ha commentato. “Non saprei quale aggettivo qualificativo usare, francamente. Mi verrebbe da dire che lo apprendo con molto sollievo, perché questo conferma che sono completamente scollegati con quello che accade nel territorio: per avere la sfrontatezza di presentare un Pittella bis, evidentemente non hanno capito quali danni hanno arrecato alla regione. Dico di più: non so quale sia stata peggio tra la giunta Pittella e quella De Filippo. Di sicuro so che è un trend drammatico per la nostra regione”. 
Che tipo di problematica ha il centrodestra in questo momento? “Non credo che ne abbia, onestamente. Se proprio devo dire la mia, penso che sia assolutamente da evitare la presenza in coalizione di camaleonti che una volta stanno con il centrodestra e l’altra con il centrosinistra o, quantomeno, dicono di stare sempre con il centrodestra ma poi sono sempre disponibili a fare gli inciuci con la parte avversa. Di queste persone, francamente, ne vorrei fare a meno e anche qui cercherò di fare il facilitatore per denunciarne eventuali ingressi”. Di maggio non fa nomi, ma chiarisce: “Non sono condizioni che sto dando, ma semplici suggerimenti”. 
Di Maggio è proprio sicuro di non volersi candidare? “Non ho ricevuto chiamate in questo senso”, conclude il già senatore, forse lasciando uno spiraglio aperto. Il ministero, dunque, può anche non stampare nuove schede elettorali, visto che potrebbero essere le stesse del 2013?
Piero Miolla
 

venerdì 20 aprile 2018

Un ex assessore regionale si candida: sarà lui l'anti Pittella?


<<Non siamo né di destra, né di sinistra: siamo destra e sinistra. Il nostro obiettivo è far funzionare efficacemente le istituzioni, con meno sperperi, assistenzialismo e clientelismo>>. Adesso è ufficiale: alle prossime elezioni regionali tra i candidati al ruolo di Governatore, ci sarà anche l’ex assessore all’Agricoltura, Michele Ottati. L’ex funzionario della Direzione Generale Agricoltura a Bruxelles ed ex Capo Unità di gestione dei mercati agricoli dell’Unione si candida a governare quella Regione che ha conosciuto dall’interno e che si ripromette di rivoltare coma un calzino. Con Ottati c’è l’associazionismo lucano, che si muove per coagularsi intorno ad una figura controcorrente, che vuole fare “fruttare” la sua esperienza europea. In un noto ristorante di Pisticci, Ottati ha incontrato il mondo delle associazioni che dovrebbero sostenerlo. “Il nostro primo obiettivo deve essere cercare di spendere e investire per creare lavoro: soldi e risorse ci sono, basta saperli sfruttare”. Il movimento che l’ex assessore intende mettere su deve andare “oltre i partiti che hanno governato la Basilicata per 50 anni, distruggendola. Il mio motto è: facciamo della politica noi stessi, non facciamola più fare a chi ha fallito. Restituiamo il potere al popolo, quello degli astensionisti, quello delle schede bianche. Suscitiamo una sete di democrazia e rinnovamento profondo. Siamo regionalisti che vogliono difendere ad oltranza la Basilicata, sviluppando una presa di coscienza da parte dei lucani sulla loro identità>>. Ma c’è dell’altro, perché Ottati vuole “eradicare favoritismo, nepotismo, raccomandazioni>> e battersi per i diritti <<umani sanciti a livello internazionale ed europeo in favore di tutti gli esseri umani. Vogliamo una cultura della responsabilità come cultura del bene comune, una cultura della cittadinanza come cultura della responsabilità verso il bene comune. Vogliamo sviluppare una cultura dell’organizzazione, del management e del controllo>>. Articolato, dunque, il programma che si va delineando. <<Bisogna cambiare tutti i direttori generali e dirigenti, licenziare tutti coloro che sono entrati nelle amministrazioni regionali fuori concorso e con sotterfugi amministrativi. Metteremo in atto una vasta campagna di formazione per i dipendenti regionali sulle nuove tecniche, nuovi strumenti e nuovi metodi praticati dalle amministrazioni moderne, efficienti, ed econome>>, ma anche <<chiudere enti inutili e parassiti, utilizzare le 450mila tonnellate di quote CO2 in esubero in Basilicata, in sostituzione delle estrazioni petrolifere, rimuovere con una programmazione quinquennale il dissesto idrogeologico, adottare il piano di tutela delle acque e, in agricoltura, creare 10 organizzazioni di produttori Ue, strutturare e coordinare una vera ricerca ed innovazione nel settore agricolo>>. Il turismo? <<Impostare una vera strategia integrata del turismo balneare, rurale, religioso, archeologico e culturale evitando iniziative disgregate l’una con l’altra>>. Ma, c’è da giurarci, il programma è ancora in itinere e potrebbe riservare ulteriori sorprese.
Piero Miolla
 

sabato 10 marzo 2018

Elezioni politiche: gli alleati del Pd non le mandano a dire.


I candidati non erano il massimo e la sconfitta è dipesa da ben altro, ma adesso attribuire agli alleati le responsabilità di una simile debacle è inopportuno: è stato fatto tutto il possibile per portare voti in un contesto nel quale il Pd era assolutamente malvisto. In estrema sintesi, sebbene con sfumature diverse, è questa la posizione dei segretari regionali dei partiti che hanno accompagnato i “democrat” nell’ecatombe del 4 marzo in Basilicata. 
Angelo Rosella, segretario della lista Idv-Civica Popolare ha rimarcato che “i candidati non erano il problema: cambiarli, infatti, avrebbe spostato in meglio le cose di poco o nulla. Se abbiamo fatto poco per portare voti alla coalizione? Non credo proprio. Posso dire che per quanto ci riguarda non ci sentiamo assolutamente in colpa: abbiamo fatto davvero il massimo e il possibile. Ho invece avuto grande difficoltà a convincere gli elettori a votare per il Partito Democratico. Più di qualcuno mi ha rivelato che avrebbe votato la Lista Civica Lorenzin se non fosse stata all’interno della coalizione con il Pd. A mio avviso, dunque, si è manifestata una vera e propria avversione verso il Pd: noi ne abbiamo pagato le conseguenze con una specie di effetto domino dal dato nazionale. Però, adesso sostenere di essere pentiti di aver fatto parte di questa coalizione mi pare esagerato: non siamo affatto pentiti perché, tra le altre cose, eravamo in coalizione al Governo nazionale e ritenevamo di aver dato un contributo per uscire dalle secche e piano piano ci stavamo riuscendo. Il popolo, evidentemente, l’ha pensata diversamente premiando al Nord la Lega e al Sud il Movimento 5 Stelle. Praticamente sono voti di protesta e di cambiamento, anche se non sappiamo poi dove questo cambiamento porterà: questo, a mio giudizio, è tutto da verificare”. 
Pino Brindisi, segretario regionale dei Verdi, confluiti nella lista Insieme, è ancora più chiaro: “I nomi hanno fatto la differenza: c’è stato scuramente un problema di candidati, ma non solo. Io credo che se fossimo andati da soli, anche senza nessuna velleità, avremmo forse avuto risultati migliori. Però la democrazia è fatta di questo, cioè di un’alternanza che probabilmente ci voleva, e di una volontà che la gente ha espresso ed è sotto gli occhi di tutti. Non abbiamo malesseri e per questo diciamo che dobbiamo accettare il responso delle urne, anche se a mio parere c’è un’espressione di rivolta e di stanchezza rispetto a questa imposizione continua di persone. Per carità, nulla da togliere a nessuno, ci mancherebbe, però c’è bisogno di un rinnovamento nelle idee, nei contenuti e nella concretezza dei fatti perché la Basilicata non ha dato risposte da questo punto di vista. Una cosa, però, è certa: noi siamo stati corretti e abbiamo portato quelli che sono i nostri voti. E le dirò di più: è grazie ai nostri resti che alcune persone sono state elette”. Ma non è tutto, perché Brindisi va oltre: “Assistendo allo spoglio in tante sezioni ho notato che il Partito Democratico non ha fatto votare la coalizione ma solo sé stesso. Per quanto mi riguarda, invece, quando si è in coalizione si è in coalizione. A me sembra, però, che questa stia perdendo i pezzi”. 
Anche Luigi Scaglione, portavoce regionale di +Europa-Centro Democratico, ritiene che i “candidati all’uninominale erano sbagliati, ma questo non ha influito sul risultato negativo o, se lo ha fatto, lo ha fatto in minima parte. Il divario, infatti, è così profondo che non posso pensare sia dipeso solo ed esclusivamente dalla inadeguatezza dei candidati”. In merito, invece, all’ipotesi di uno scarso apporto degli alleati alla coalizione, Scaglione ritiene che “gli amici del Pd, forse, non si rendono ancora conto di quello che è accaduto: dalle dichiarazioni di qualcuno, infatti, si capisce che forse sono come quel pianista che, mentre affonda il Titanic, continua a suonare. La verità, invece, è che ci hanno ridotti all’impotenza prima e noi di più non potevamo fare. Prendiamo il caso nostro: dopo l’abbandono di Benedetto e tutto quello che ne è conseguito, noi siamo fuori dai governi regionali e locali ma abbiamo lavorato sulle idee ed i progetti. E’ questa la strada da intraprendere, cioè rispondere ai bisogni e ai problemi che la gente ha posto con questo voto. Che, a mio giudizio, non è un voto populista, ma popolare”. 
Nessun commento, invece, dal segretario regionale dei Socialisti, il sindaco di Melfi Livio Valvano: pur avendolo contattato più volte, infatti, non siamo riusciti ad avere un riscontro e, quindi, il suo parere sul duplice tema posto anche agli altri alleati: presunta inadeguatezza dei candidati nei collegi uninominali lucani ed eventuali lamentele del Pd in merito all’apporto che le liste a supporto della coalizione avrebbero posto in essere nella tornata elettorale. 
Piero Miolla 

venerdì 9 marzo 2018

Un extraterrestre in politica: scoprite chi è.


Un partito percepito come un extraterrestre con candidature imposte dall’alto ma che, soprattutto, ha perso il contatto con il territorio. 
All’indomani dell’ecatombe che ha polverizzato il consenso del Pd in Basilicata, questo emerge da una chiacchierata con segretari, portavoce, commissari e reggenti di alcune delle sezioni dei democrat in regione. “Non è una questione di candidature – ha osservato Rocco Negro, segretario dimissionario del circolo di Pisticci-Marconia – perché, se fosse questo il tema, vorrebbe dire che il Pd ha sbagliato tutti i candidati a livello nazionale. Il problema è lo scollamento dal territorio. Oggi, secondo me, bisogna ripartire dal presupposto che, in realtà, il risultato non è neanche così negativo perché negli ultimi giorni di campagna elettorale il partito si è accorto che bisognava tornare a parlare alla gente. Il Pd è percepito come un extraterrestre, un’entità lontana dalla realtà: è questo il vero tema. Il risultato di Pisticci, con il 9%? Qui siamo alla fine della fase discendente del partito, oltre al fatto che c’era un candidato locale di Leu che ha indubbiamente eroso consensi”. 
Che si debba ripartire dai territori non ha dubbi il segretario del circolo di Venosa, Luigi Russo. “Il risultato elettorale ci ha fatto capire che l’inversione dello stato di fatto, con le decisioni che vengono prese dall’alto verso il basso e non viceversa, non regge. Una rappresentanza del Vulture avrebbe forse reso meno drammatico il risultato, che, però, è il segno di un complesso di problematiche che il centrosinistra non ha saputo intercettare. Dobbiamo ritornare a pronunciare la parola sinistra, stando vicini ai più deboli. L’errore è stato questo, non tanto e non solo quello relativo alle canditure”. 
Il tema è sostanzialmente condiviso da Antonio Schiro, segretario del Pd di Rionero in Vulture. “Quando viene tutto calato dall’alto è difficile esprimere un giudizio: siamo in un partito e bisogna rispettare regole e gerarchie. Io ritengo che la perdita del consenso si spieghi con il fatto che la gente voleva il cambiamento: non ha criticato chi c’era o chi non c’era, ma un modello politico che non accompagnava i cittadini verso un futuro più roseo. Le lamentele hanno sempre e solo riguardato la politica nazionale. No, credo che non sia stato un problema di candidature anche se ovviamente un candidato locale avrebbe trascinato di più. Va, però, anche ricordato che pure il collegio elettorale è stato calato dall’alto: non eravamo pronti all’abbinamento con il Materano”. 
Giuseppe Mianulli, uno dei 3 commissari della sezione di Montescaglioso, pensa che il Pd sia stato travolto da “sentimenti negativi, più che da considerazioni nei confronti di una classe dirigente. Sentimenti che, a mio avviso, sono stati anche poco ragionati. Ovviamente ciò non toglie che il Pd debba migliorare, soprattutto deve far capire che per portare a casa il risultato è necessario un lavoro assiduo all’interno delle istituzioni. I problemi, infatti, si risolvono non con gli slogan, ma con fatti concreti”. 
Adele D’Agostino, segretario del circolo di Policoro, secondo cui “è stata approntata una lista fatta di competenze e valori aggiunti, anche se post elezioni si tende a guardare indietro. Io, invece, guardo avanti e dico che la gente non ha tenuto conto di quanto il Governo ha fatto in questi anni. Perché? Bisogna riconquistare la fiducia dei cittadini e il Pd deve fare ammenda, ma non sulla lista. Piuttosto – ha concluso D’Agostino – le liste dovevano essere più inclusive e tener conto delle varie anime del partito”. 
Antonio Mecca, commissario della sezione di Avigliano, circa settecento iscritti chiarisce che “su Avigliano non c’è stata alcuna perplessità sulle candidature, che sono state assolutamente condivise. La sconfitta? C’è un’antipolitica nell’elettorato che si è manifestata da tempo. Purtroppo, la politica non ha ascoltato il grido di dolore della gente. C’è poi il problema del partito che, nel caso di Avigliano, è commissariato da tempo: gli organi regionali non ci hanno dato la possibilità di eleggere un segretario ed hanno badato solo ad accentrare le problematiche”. 
Gianni Santoiemma, segretario della sezione di Montalbano Jonico, ritiene che “ridurre tutto alle candidature potrebbe anche essere un comodo alibi di comodo. Il problema è più complessivo e riguarda il partito a livello nazionale e locale: una percezione del Pd agli occhi delle persone che prescinde dalle candidature e dai programmi. Sul campo abbiamo sempre ricevuto obiezioni riferite al partito: nella migliore delle ipotesi la gente ci guardava con fumo negli occhi e, nella peggiore, con disprezzo. E’ stato molto difficile interloquire e cercare di capire da dove provenisse questa sorta di avversione verso di noi. Quindi, non è un problema di candidature: peraltro credo che, nel momento in cui si fanno delle scelte, si debba poi lavorare uniti e coesi in quella direzione. Le discussioni si fanno, eventualmente, nei luoghi deputati ed a tempo debito”. 
Piero Miolla
 

giovedì 8 marzo 2018

Elezioni politiche: il Metapontino senza parlamentari.


Il Metapontino senza rappresentanti in Parlamento. Questa importante area della Basilicata non è riuscita ad eleggere nessun politico locale ed, anzi, ha perso l’unico uscente: Cosimo Latronico, infatti, dalla sua Nova Siri non è riuscito a fare il tris a Roma. Candidato per Noi con l’Italia ha pagato il fiasco del suo partito a livello nazionale, così come l’altro suo “collega”, di partito e di area, Nicola Benedetto. 
Non ce l’ha fatta la policorese Francesca Barra, che ha a sua volta risentito della debacle del Pd. Ma, al di là della mancanza di rappresentanza, come ha votato il Metapontino? A Pisticci, il centro più popoloso, se il M5S ha confermato di essere primo partito (la città basentana è l’unica ad avere un sindaco pentastellato in regione, l’avvocato Viviana Verri), nell’uninominale, però, i candidati più votati sono stati Nicola Pagliuca di Forza Italia (alla Camera) e Pasquale Pepe della Lega (al Senato). A Pisticci ha tirato, e anche bene, Benedetto, che qui è nato: Noi con l’Italia, infatti, ha ottenuto più del 12% alla Camera e quasi l’8 al Senato. Si tratta di percentuali superiori a quelle nazionali. Certo, in riva al Basento in tanti si chiedono come mai la Lega-Noi con Salvini abbia ottenuto più di 600 voti, ma la domanda, al limite, andrebbe estesa a tutta la regione. Il risultato forse più eclatante riscontrato a Pisticci, però, è certamente quello del Pd, con appena il 9% alla Camera e il 10 al Senato: in pratica, da queste parti ha fatto meglio Leu che alla Camera ha ottenuto il 7,22% e al Senato il 10,50. A tal proposito, però, va ricordato che per Leu era candidato anche nel plurinominale anche Pasquale Bellitti, ex sindaco di Pisticci, che evidentemente ha tirato. 
A Policoro il M5S sfonda il muro del 40%: alla Camera si attesta sul 43, al Senato sul 40. Qui il vero flop è quello della Barra, nata e cresciuta proprio a Policoro, terza nell’uninominale con appena il 14,46%, mentre il Pd si ferma all’11,87. Bene Forza Italia (19 alla Camera, 21 al Senato), mentre l’approdo di Paolo Castelluccio a Noi con l’Italia non ha prodotto grandi benefici: il partito di Fitto si è fermato al 3,11 alla Camera e al 4,63 al Senato. Leu, invece, mediamente al 5%. 
A Nova Siri, patria di Cosimo Latronico, ma anche di Carlo Chiurazzi, Noi con l’Italia è il secondo partito: 25% al Senato e 16 alla Camera. Meglio del Pd di Chiurazzi, che alla Camera si è attestato al 14,66% e al Senato al 14,01. 
A Bernalda, patria adottiva di Benedetto, stravince il M5S: Noi con l’Italia si ferma al 4,13 e, alla Camera, al 7. 
A Montescaglioso, patria di Filippo Bubbico, l’ex viceministro agli Interni si piazza solo terzo nell’uninominale dietro Gianluca Rospi (M5S) e Nicola Pagliuca (Fi). In ogni caso, Leu è la seconda forza cittadina con il 26,13 alla Camera e al Senato il 18,08: qui, il Pd ha ottenuto solo l’8,15 alla Camera e il 10,97 al Senato. 
A Tursi, infine, bene la lista della Lorenzin al Senato, che ha preso il 4,53%. 
Piero Miolla 

mercoledì 7 marzo 2018

Elezioni politiche: i commenti dei "trombati" lucani.


<<La mia esperienza in politica finisce qui: continuerò a seguirla, ma non sarò più nell’agone e tornerò a fare il medico>>. Mostra serenità Guido Viceconte, 24 anni trascorsi tra il Parlamento europeo e quello italiano, che pur avendo ottenuto 31.793 voti (22,03%) è stato sopravanzato da Salvatore Caiata e Nicola Benedetto. 
Senatore un terzo posto che le è costato caro
<<C’è stato uno tsunami, rappresentato dalla performance del M5S: il popolo ha scelto così e siccome è sovrano si rispetta. Il vento grillino ha soffiato in tutto il Sud: spero che adesso ci possa essere un Governo per il bene di questo Paese. Personalmente non ho recriminazioni e non vedo neanche un insuccesso personale: ho affrontato la campagna elettorale con uno spirito disincantato. E’ chiaro che mi dispiace, ma non è una cosa che mi avvilisce, francamente. Diciamo che la prendo con molta filosofia. E’ anche giusto che sia così: dopo 24 anni in politica adesso torno a svolgere il mio lavoro, quello di medico>>. 
Insomma, per lei è quasi una liberazione. 
<<Non direi: sarebbe un’offesa per quelle persone che per tanti anni mi hanno voluto in politica. E’ semplicemente il termine di una carriera durata 24 anni: è giusto che, dopo l’esito negativo di questa tornata elettorale, io torni a svolgere la mia professione con puro spirito sportivo>>. 
Cosa pensa dell’affermazione della Lega anche in Basilicata? 
<<Non me lo spiego e mi preoccupa l’avanzare degli estremismi. Torno però a ripetere: se il popolo ha voluto così, bisogna rispettare la sua volontà>>. Anche Nicola Benedetto non ce l’ha fatta. <<Sono abbastanza soddisfatto del mio risultato, anche se non ho vinto e mi dispiace. Aver ottenuto quattro punti e mezzo in più del centrosinistra, però, mi sembra un buon risultato>>. 
Peccato che il suo partito, a livello nazionale, non abbia raggiunto il quorum. 
<<Purtroppo la gente non era disponibile ad ascoltare e avendo avuto Noi con l’Italia pochi passaggi in tv, abbiamo scontato questo gap. Io che sono stato sul territorio ho raggiunto un buon risultato>>. Benedetto cosa fa in ottica elezioni regionali? 
<<Posso dire che Nicola Benedetto ci sarà. Non aggiungo altro>>. Vincenzo Folino, candidato capolista al plurinominale del Senato per Leu, non sarà nuovamente in Parlamento. <<Sono moralmente soddisfatto perché, nel contesto di un’avanzata così forte del M5S, del tracollo del centrosinistra e del risultato molto scarso di Liberi e Uguali in Italia, in Basilicata abbiamo il doppio alla Camera, quasi il doppio al Senato. Poi certo, tale risultato non è stato sufficiente per eleggere me alla Camera, mentre al Senato il seggio è ancora in bilico, ma tutto questo non toglie valore ai voti presi sia da me che da Cristiana Coviello al Senato>>. 
Il futuro di Folino? 
<<Non ci si dimette dalla politica, che è un dovere di tutti: bisogna accettare democraticamente i risultati e pensare a una funzione di regia più che istituzionale. Sempre nell’ambito del centrosinistra>>. Non siamo riusciti, invece, a raggiungere Cosimo Latronico e Maria Antezza, del pari non eletti.
Piero Miolla 

martedì 6 marzo 2018

Elezioni politiche: il commento dell'europarlamentare del M5S Pedicini.


"Strepitoso risultato del M5S in Italia e in Basilicata. Un trionfo storico ed eccezionale che conferma la forza del nostro programma, delle nostre idee e delle nostre scelte. Otto parlamentari del M5S in Basilicata: è un successo senza precedenti, che contribuisce con forza a consolidare il grandioso risultato conseguito a livello nazionale. 
Il M5S diventa il primo partito in Basilicata con uno straordinario e schiacciante 44,35 % alla Camera e il 43 % al Senato. Oltre che con il numero dei parlamentari che sono quadruplicati. 
Ci sono tantissime regioni conquistate dal Movimento Cinquestelle e si apre una fase politica nuova e ricca di eccezionali prospettive per tutti i cittadini.
Ringraziamo i circa 145mila lucani che ci hanno votato, gli attivisti che si sono impegnati durante la campagna elettorale e tutti i candidati M5S alla Camera e al Senato.
Un grande in bocca al lupo e ringraziamento al nostro capo politico Luigi Di Maio, a Beppe Grillo e ai nostri eletti Mirella Liuzzi, Vito Petrocelli, Saverio De Bonis, Gianluca Rospi, Agnese Gallicchio, Arnaldo Lomuti e Luciano Cillis.
Evidenziamo, in particolare, l'indescrivibile risultato del nostro candidato al Senato Saverio De Bonis che ha sconfitto e più che doppiato Gianni Pittella e il centrosinistra, oltre che ha distanziato di circa 17 punti il centrodestra.
Da oggi sentiamo tutta intera la responsabilità di dare un governo al Paese e di offrire alla Basilicata un solido, autorevole e credibile progetto di cambiamento che, siamo certi, miglioreranno la qualità della vita di tutti e garantiranno una stagione di rilancio e di prosperità che metteranno al centro il bene comune e la sconfitta delle lobby di potere e delle carriere personali", ha concluso Pedicini.
Piero Miolla 

La conferenza stampa di Renzi e quel tweet del sen. Margiotta.

Inizia la resa dei conti nel Pd dopo l'ecatombe elettorale? Chissà, lo vedreo presto. Per intanto registriamo la dichiarazione di Salvatore Margiotta, uno dei due parlamentari eletti dai democrat in Basilicata.
"Reazioni scomposte di Zanda e altri sono irrispettose del momento di difficoltà del Pd e del suo leader che con abituale correttezza si é assunto le proprie responsabilità. Evidentemente Renzi ha esattamente rotto le uova nel paniere a chi stava preparando caminetti".
Lo ha twittato il senatore Salvatore Margiotta, componente della direzione nazionale del Pd vicino al segretario nazionale, in replica alle dichiarazioni di Luigi Zanda successive alla conferenza stampa di Renzi.
Piero Miolla

Elezioni politiche: leggete cosa dice l'ex sindaco di Policoro.


“Questo è l’avviso di sfratto per il PD di Basilicata” è il commento di Rocco Leone, già Sindaco di Policoro ed esponente di spicco del centrodestra lucano.
“I risultati di domenica, ci dicono che i lucani sono pronti a cambiare dopo 25 anni di risultati disastrosi per la nostra regione. I dati ci dicono anche che il centrodestra resiste allo tsunami 5 stelle ed oggi ha l’obbligo di costruire un’alternativa di governo credibile partendo dai territori e dagli uomini liberi di questa terra.
Ed è proprio dai risultati del metapontino che bisognerebbe partire per iniziare una rivoluzione che ormai da troppo tempo è necessaria. Infatti, proprio dal territorio più produttivo, dai numeri positivi in crescita ed in controtendenza dal resto della Basilicata, che arrivano i segnali più importanti per il centrodestra lucano. Non è un caso che proprio il Metapontino da anni dimostra un’autonomia economica e politica proprio perché trascurata ed ostacolata dal potere regionale.
Da oggi, dunque, inizia una fase nuova che deve vedere protagonisti le storie capaci di parlare ed interpretare questa rabbia, questa passione e questa voglio di libertà che oggi si rifugia in un voto di pancia ma che per il domani ha bisogno di una proposta di governo credibile e propositiva” 
Piero Miolla
 

lunedì 5 marzo 2018

Elezioni: scopri come ha votato Pisticci

Per i risultati del collegio uninominale della Camera dei Deputati clicca il link qui sotto:
http://elezioni.interno.gov.it/camera/scrutini/20180304/scrutiniCI22120470200

Per i risultati del collegio uninominale del Senato della Repubblica clicca il link qui sotto:
http://elezioni.interno.gov.it/senato/scrutini/20180304/scrutiniSI17110470200

Fonte: Ministero dell'Interno.

venerdì 2 marzo 2018

Elezioni politiche: le rcihieste di Confapi ai candidati


<<La classe politica? Deve assomigliarci, cioè essere coraggiosa e concreta. Anche in questa campagna elettorale assistiamo al triste spettacolo delle false promesse>>. 
Così le piccole imprese lucane bollano la campagna elettorale in corso e Confapi Matera (oltre 600 aziende per 15mila dipendenti), chiede ai candidati che innanzitutto venga adottata <<una legge per le Pmi che ne garantisca valore e specificità. Non da mano va snellita la burocrazia, la cui “tassa occulta” pesa come un macigno sui bilanci aziendali, con circa 30 miliardi di euro all’anno, ingessando spesso le attività economiche e produttive e ostacolando o, peggio, dissuadendo gli imprenditori dall’investire>>. 
E che dire dei pagamenti ritardati della Pa? <<In un’economia come quella lucana, molto sbilanciata verso la pubblica amministrazione, il problema dei ritardati pagamenti alle imprese è una priorità da risolvere perché spesso le aziende paradossalmente falliscono per eccesso di crediti. Occorre quindi sanzionare le Pa che non rispettano i tempi di pagamento imposti dalla direttiva europea. Anche l’accesso al credito andrebbe favorito: le Pmi, scarsamente capitalizzate, faticano a trovare finanziamenti per gli investimenti. In Italia, la preponderanza delle banche di investimento rispetto alle banche commerciali, sottrae risorse all’economia reale. Condizionato dall’aumento delle sofferenze, l’accesso al credito per le piccole e medie imprese continua a essere regolamentato da condizioni di prezzo applicato e da un eccesso di garanzie richieste che finiscono per penalizzare tutte le posizioni, non solo quelle maggiormente rischiose>>. 
Capitolo fiscalità: <<L’eccessiva pressione fiscale sulle aziende non è compensata da un pari livello di servizi pubblici e altrettanto dicasi per il peso del cuneo fiscale, che alleggerisce la busta paga dei lavoratori. Pertanto, oltre ad abbattere il cuneo fiscale, si potrebbe anche rendere strutturale la detassazione degli aumenti retributivi definiti a livello di contrattazione nazionale>>. 
La politica, però, dovrebbe anche favorire “<<innovazione e green economy. L’Italia è un Paese storicamente vocato al manifatturiero, ragione per cui ha attirato investimenti grazie a vantaggi localizzativi. A nostro parere andrebbe incentivata maggiormente l’innovazione nell’industria manifatturiera per rendere competitive le nostre imprese e la green economy. Stop alle fonti fossili, che in Basilicata hanno causato più danni che vantaggi>>. 
Confapi, però, guarda anche alle opere pubbliche. <<Occorre in Basilicata un vasto programma di opere pubbliche, le uniche in grado di rimettere in moto l’asfittica economia oltre che di modernizzare il Paese. Il turismo a Matera cresce a 3 cifre ma la città continua a essere difficilmente raggiungibile. Chiediamo che gli investimenti di RFI nel Mezzogiorno prevedano la ferrovia a Matera>>. 
In tutto questo, ovviamente, non poteva certo mancare l’occupazione giovanile. <<Finite le agevolazioni fiscali legate alle assunzioni, l’aumento dell’occupazione registrato in qualche settore si dimostrerà effimero. Lo sgravio contributivo, inoltre, ha dato impulso a stabilizzare rapporti di lavoro atipici o saltuari, più che a creare nuovi posti di lavoro. Il fallimento sostanziale del programma nazionale Garanzia Giovani e la mancanza di politiche del lavoro e della crescita credibili e radicali, si sommano, in Basilicata, a una situazione drammatica: disoccupazione giovanile elevatissima, fuga dei giovani inarrestabile, crollo delle immatricolazioni universitarie. Anziché concedere sgravi contributivi sulle nuove assunzioni è preferibile abbassare il costo del lavoro per tutti>>. 
Infine, negli <<appalti pubblici l’anello più debole della catena sono i fornitori, cui non spettano le tutele giuridiche proprie dei subappaltatori: va estensa la legge 192/98 sulla subfornitura anche ai contratti pubblici o, in alternativa, altre forme di tutela per i subfornitori ed occorre inserire una norma che limiti il ricorso al concordato preventivo per la continuità perché, attivato con percentuali irrisorie di pagamento ai creditori, finisce per danneggiare gravemente le piccole imprese creditrici>>.
Piero Miolla 

giovedì 1 marzo 2018

Elezioni 2018: l'appello di un parroco


4 marzo 2018: elezioni di Giuda o di Caino?
Il beato Paolo VI ci ha lasciato una bellissima affermazione sul significato e il valore della politica: <La politica è la più̀ alta forma di Carità!>.
Siamo ben consapevoli di questa citazione? Cosa si è fatto finora nel nostro territorio regionale di Basilicata?
Ci sono leggi che tutelano i diritti-doveri delle famiglie? Se guardiamo alla situazione della Fiat di Melfi o degli operai dei grandi supermercati, che continuano a lavorare anche di domenica, questi diritti-doveri vengono meno. E cosa possiamo dire, aprendo un altro capitolo di storia lucana, spostandoci nell'intero Metapontino dove sono ancora in corso vili atti criminali che hanno scosso l'intera comunità di Scanzano Jonico? Gli imprenditori sono succubi del pizzo? Certo è che, con il silenzio, non si fa altro che avvalorare la connivenza con un "intreccio pericoloso", che, però, sembra non aver destato particolare allarme. Cosa dire, poi, degli immigrati giunti a Metaponto che sono oltre la legge stabilita? Perché? Chi è che non sta rispettando il proprio dovere? C'è il coraggio di saper denunciare quanto di squallido stiamo vedendo? Passando alla questione dello smaltimento dei rifiuti, si può fare chiarezza se a guadagnarci è l'intero territorio regionale per un bene comune o chi? Non si spiegherebbe altrimenti un territorio ricco di risorse ma povero in tutti i sensi, se consideriamo lo spopolamento dei paesi e la fuga dei giovani a causa della mancanza di lavoro.
Perché Giuda? E perché Caino?
Ritornano le famigerate passerelle di candidati e leader, che, prima del voto, si sprecano in estasianti annunci. Siamo stanchi di parole e demagogia!
La nostra Basilicata, ormai dimenticata, è per molti anni stata sommersa da vane promesse, ma, puntualmente, si ha il coraggio di ricandidarsi nuovamente. Ora, però, ti vien voglia di rispondere con le parole di Totò: <Mi faccia il piacere...>.
Si è persa la fiducia, ma non la rabbia. Le promesse sono come il vento. E poi c’è la sentenza: «Ci manca il lavoro, ci manca la salute, ci manca la vita». Qui, pur continuando a morire di cancro, c’è qualcuno che promette di fare bonifiche? No. Non vogliamo promesse, ma un serio controllo nelle aree da bonificare che sono ancora oggetto di sversamenti di rifiuti pericolosi. Parlare per slogan e promettere di abolire questo o quell'altro è semplice, ma trovare soluzioni vere è un altro conto. La verità è che, oltre ai luoghi, andrebbero bonificate le persone. Più che essere menzionati per Matera Capitale della Cultura (Cfr. Lettera di Natale del 25.12.2017 in alcune testate quotidiane della Basilicata), siamo destinati ad essere ricordati come il polo della monnezza.
Purtroppo, dietro tutto ciò, c'è anche la nostra mano, il nostro silenzio. Riusciamo a vedere ciò che accade su Marte e non quello che accade dentro casa (Cosa) nostra. Il picco sanitario, ahimè, (e spero che non sia così!), sarà toccato solo tra qualche anno. Come dire: il peggio deve ancora arrivare.
Come sarebbe bello, se tutte le Associazioni (e son tante in Basilicata) si organizzassero con delle “ronde” per contrastare gli sversamenti più che incassare il “dio denaro”, che, a volte, potrebbe puzzare anche di corruzione.
Mentre aumentano le malattie, si tagliano gli ospedali e questo porta alla migrazione sanitaria. Vi sembra poco? L’impressione è che si vogliano spegnere i riflettori nascondendo il problema sotto il tappeto. La tendenza è coprire tutto, dire che qui tutto va bene e, nel contempo, attuare un ragionamento “senza verità”. Queste zone, dove le discariche sono diventate monumenti a ciel sereno, continueranno a essere dimenticate e a produrre continui odori nauseanti.
Con questo voto, chiediamo che ci sia una soluzione «seria e definitiva» per questa terra martoriata. Soluzione che deve passare attraverso la verità e l'accertamento di ogni responsabilità. Sappiamo che, in certe zone, la gente lucana vive in campagna e non in luoghi industrializzati. In questi casi, davanti all'incidenza di certe malattie, non si può dare la colpa agli stili di vita. Il registro tumori, se non viene preso in seria considerazione, difficilmente restituirebbe la reale situazione.
A volte agiamo per noi stessi, semplicemente perché crediamo che questa sia la cosa giusta da fare. Il nostro sistema è marcio. Non premia i politici onesti che votano secondo coscienza, al contrario premia i traditori pronti a vendere il Paese per tenere il fondo schiena su quelle poltrone.
Credetemi, questi traditori sono i veri parassiti della democrazia italiana. Chi vince trama un passo avanti ai suoi nemici e svela gli assi della manica dopo che gli altri hanno svelato i loro. Deve essere certo che li sorprenderà e non si farà mai sorprendere.
Bisogna andare a votare perché il voto oltre ad essere un diritto è un dovere civico, il non andarci è dare più vantaggio a chi non farà mai il proprio dovere.
Questo è il tempo favorevole per scaricare il file denominato “Terremoto” della nostra coscienza e aprire una larga decisione per il Bene Comune di questo territorio martoriato e annichilito (= reso nulla da ombre invisibili). Non basta solo credere nelle loro capacità di vincere, bisogna rendere ciò̀ di cui abbiamo bisogno: che la nostra dignità sia rispettata e non messa nuovamente a tacere.
Don Giuseppe Ditolve
Vicario parrocchiale “Cristo Re” in Pisticci

venerdì 23 febbraio 2018

Elezioni politiche: intervista all'On Cosimo Latronico

<<La mia storia e la mia passione per il nostro territorio: se non avessi questo legame che mi motiva a proseguire un’esperienza fatta di impegno concreto a fianco di persone e comunità, non sarei stato disponibile>>. 
Per Cosimo Latronico, parlamentare uscente (5 anni al Senato e altrettanti alla Camera), candidato capolista nel collegio plurinominale del Senato per “Noi con l’Italia”, è una campagna elettorale particolare.  
Come mai la giudica particolare? 
<<Non mi avvalgo della protezione di simboli o leader, semplicemente propongo la mia storia e la mia passione per questa regione, della quale percepisco le difficoltà che vive, prima tra tutti il declino demografico che la condanna ad una decadenza e segnala l’inadeguatezza delle politiche pubbliche praticate in questi anni dai governi di centrosinistra>>.  
A suo giudizio cosa hanno queste politiche che non vanno? 
<<Sono state meramente distributive e volte a conservare un consenso elettorale di breve durata>>. La sua ricetta, invece, qual è? 
<<Bisogna provare ad interrompere questa dinamica distruttiva mettendo al centro di un reale progetto di sviluppo le nostre risorse, a partire da quelle ambientali e culturali. Ho lavorato in sede legislativa perché prendesse corpo il parco della Magna Grecia, riuscendo ad istituire un fondo per lo sviluppo di questo sistema territoriale ed una sua alleanza con Matera. Inoltre, i comuni del comprensorio jonico hanno potuto partecipare ai bandi del Mibact per alcune proposte progettuali. E’ un sistema che si può allargare all’intera regione, valorizzando le emergenze ambientali e culturali, a partire dai parchi nazionali e da quelli regionali, coinvolgendo il patrimonio dei beni storici presenti in tanti centri storici della regione>>. 
Nel suo programma c’è qualcosa che in Basilicata ha funzionato e che potrebbe essere riproposto? 
<<L’esperienza del recupero dei Sassi di Matera: secondo me andrebbe estesa ai centri storici lucani per un recupero strutturale e funzionale>>. 
Capitolo estrazioni petrolifere. La sua proposta? 
 <<Le risorse minerarie ed il loro sfruttamento vanno rinegoziate, a 20 anni degli accordi, per ri-precisare strategie di sviluppo e controllo ambientale. Vanno ridiscusse le relazioni con le compagnie petrolifere perché si coinvolgano in una strategia di sviluppo produttivo della regione, sostenibile e capace di guardare a frontiere produttive innovative>>. 
La Basilicata è anche ricca d’acqua. 
<<A questo proposito, l’idea della banca dell’acqua per mettere a valore una risorsa strategica come quella idrica, avendo cura di preservare questo patrimonio che vale più dello stesso petrolio, potrebbe dare corso a un progetto produttivo e finanziario attorno al ciclo dell’acqua: potremmo farne una leva di sviluppo>>. 
C’è poi il capitolo delle infrastrutture. 
<<Parlerei di la logistica che si associa al tema del potenziamento delle infrastrutture per superare lo storico isolamento della regione. L’asse Basentano, ad esempio, è l’asse strategico su cui puntare per connettere il porto di Taranto e di Salerno e la Basilicata con la sua funzione di cerniera. Ricordo che nel decreto Sblocca Italia son riuscito a fare includere la ferrovia Salerno-Potenza-Metaponto-Taranto tra le infrastrutture strategiche del Sud. Bisogna proseguire su questa strada, utilizzando l’opportunità di una Zes nell’area retro-portuale di Taranto. Se i lucani vorranno, questi sono alcuni degli impegni che porterò avanti in Parlamento>>.
Piero Miolla