venerdì 9 marzo 2018

Un extraterrestre in politica: scoprite chi è.


Un partito percepito come un extraterrestre con candidature imposte dall’alto ma che, soprattutto, ha perso il contatto con il territorio. 
All’indomani dell’ecatombe che ha polverizzato il consenso del Pd in Basilicata, questo emerge da una chiacchierata con segretari, portavoce, commissari e reggenti di alcune delle sezioni dei democrat in regione. “Non è una questione di candidature – ha osservato Rocco Negro, segretario dimissionario del circolo di Pisticci-Marconia – perché, se fosse questo il tema, vorrebbe dire che il Pd ha sbagliato tutti i candidati a livello nazionale. Il problema è lo scollamento dal territorio. Oggi, secondo me, bisogna ripartire dal presupposto che, in realtà, il risultato non è neanche così negativo perché negli ultimi giorni di campagna elettorale il partito si è accorto che bisognava tornare a parlare alla gente. Il Pd è percepito come un extraterrestre, un’entità lontana dalla realtà: è questo il vero tema. Il risultato di Pisticci, con il 9%? Qui siamo alla fine della fase discendente del partito, oltre al fatto che c’era un candidato locale di Leu che ha indubbiamente eroso consensi”. 
Che si debba ripartire dai territori non ha dubbi il segretario del circolo di Venosa, Luigi Russo. “Il risultato elettorale ci ha fatto capire che l’inversione dello stato di fatto, con le decisioni che vengono prese dall’alto verso il basso e non viceversa, non regge. Una rappresentanza del Vulture avrebbe forse reso meno drammatico il risultato, che, però, è il segno di un complesso di problematiche che il centrosinistra non ha saputo intercettare. Dobbiamo ritornare a pronunciare la parola sinistra, stando vicini ai più deboli. L’errore è stato questo, non tanto e non solo quello relativo alle canditure”. 
Il tema è sostanzialmente condiviso da Antonio Schiro, segretario del Pd di Rionero in Vulture. “Quando viene tutto calato dall’alto è difficile esprimere un giudizio: siamo in un partito e bisogna rispettare regole e gerarchie. Io ritengo che la perdita del consenso si spieghi con il fatto che la gente voleva il cambiamento: non ha criticato chi c’era o chi non c’era, ma un modello politico che non accompagnava i cittadini verso un futuro più roseo. Le lamentele hanno sempre e solo riguardato la politica nazionale. No, credo che non sia stato un problema di candidature anche se ovviamente un candidato locale avrebbe trascinato di più. Va, però, anche ricordato che pure il collegio elettorale è stato calato dall’alto: non eravamo pronti all’abbinamento con il Materano”. 
Giuseppe Mianulli, uno dei 3 commissari della sezione di Montescaglioso, pensa che il Pd sia stato travolto da “sentimenti negativi, più che da considerazioni nei confronti di una classe dirigente. Sentimenti che, a mio avviso, sono stati anche poco ragionati. Ovviamente ciò non toglie che il Pd debba migliorare, soprattutto deve far capire che per portare a casa il risultato è necessario un lavoro assiduo all’interno delle istituzioni. I problemi, infatti, si risolvono non con gli slogan, ma con fatti concreti”. 
Adele D’Agostino, segretario del circolo di Policoro, secondo cui “è stata approntata una lista fatta di competenze e valori aggiunti, anche se post elezioni si tende a guardare indietro. Io, invece, guardo avanti e dico che la gente non ha tenuto conto di quanto il Governo ha fatto in questi anni. Perché? Bisogna riconquistare la fiducia dei cittadini e il Pd deve fare ammenda, ma non sulla lista. Piuttosto – ha concluso D’Agostino – le liste dovevano essere più inclusive e tener conto delle varie anime del partito”. 
Antonio Mecca, commissario della sezione di Avigliano, circa settecento iscritti chiarisce che “su Avigliano non c’è stata alcuna perplessità sulle candidature, che sono state assolutamente condivise. La sconfitta? C’è un’antipolitica nell’elettorato che si è manifestata da tempo. Purtroppo, la politica non ha ascoltato il grido di dolore della gente. C’è poi il problema del partito che, nel caso di Avigliano, è commissariato da tempo: gli organi regionali non ci hanno dato la possibilità di eleggere un segretario ed hanno badato solo ad accentrare le problematiche”. 
Gianni Santoiemma, segretario della sezione di Montalbano Jonico, ritiene che “ridurre tutto alle candidature potrebbe anche essere un comodo alibi di comodo. Il problema è più complessivo e riguarda il partito a livello nazionale e locale: una percezione del Pd agli occhi delle persone che prescinde dalle candidature e dai programmi. Sul campo abbiamo sempre ricevuto obiezioni riferite al partito: nella migliore delle ipotesi la gente ci guardava con fumo negli occhi e, nella peggiore, con disprezzo. E’ stato molto difficile interloquire e cercare di capire da dove provenisse questa sorta di avversione verso di noi. Quindi, non è un problema di candidature: peraltro credo che, nel momento in cui si fanno delle scelte, si debba poi lavorare uniti e coesi in quella direzione. Le discussioni si fanno, eventualmente, nei luoghi deputati ed a tempo debito”. 
Piero Miolla
 

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