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martedì 17 luglio 2018

Quattro forze politiche denunciano i presunti fallimenti della Giunta Verri.



Sabato scorso in piazza, a Marconia, in occasione dell’incontro pubblico organizzato da Italia in Comune, Lista dei Cittadini, Sinistra Italia e Lista Civica Italiana, si è fatto il punto sull’operato dell’Amministrazione comunale a distanza di due anni dal suo insediamento.
Abbiamo dovuto constatare altri fallimenti della Giunta Verri, dopo l’aumento della Tari, della mensa scolastica, del servizio di trasporto scolastico, il mancato riconoscimento della Bandiera Blu, per fare cenno solo ad alcune questioni in via esemplificativa e non esaustiva.
In particolare l’ultimo flop si riferisce alla bocciatura, da parte della Regione Basilicata, del progetto di valorizzazione e riqualificazione del sito dell’Incoronata.
Per meglio inquadrare la vicenda è opportuno ricordare che a maggio del 2017 la Giunta Verri presentava a Palazzo Giannantonio PLUS HUB un accordo di partenariato stipulato fra Associazione PLUS, Comune di Pisticci, Dipartimento DIARC dell’Università Federico II di Napoli, CNR IRISS di Napoli che ha (o aveva !!!) tra i tanti obiettivi e programmi anche quello della rigenerazione urbana del Dirupo.
Nonostante le rassicurazioni del sindaco e della intera amministrazione, ad ottobre 2017, a sorpresa, la Giunta comunale con delibera n. 186 non candidava il progetto di riqualificazione del rione Dirupo ma quello relativo al sito dell’Incoronata.
Il sindaco giustificava la mancata presentazione del progetto PLUS HUB con il rischio concreto di compromettere il buon esito della misura, del valore di 450.000 euro, senza poter realizzare appieno gli interventi previsti in quanto il Dirupo, in seguito alla rimozione del vincolo di trasferimento, era diventato area con indice di pericolosità R4 e non più R3, per cui non era possibile procedere ad una modifica di destinazione dell’area.
La scelta effettuata dall’Amministrazione Verri si è dimostrata fallimentare.
La Regione Basilicata con deliberazione n. 645 del 10 luglio 2018 ha rigettato la proposta progettuale sotto diversi aspetti formali e di merito.
Ad oggi pertanto il Comune di Pisticci non potrà usufruire di nessun finanziamento, e questo a causa della superficialità e della incompetenza dimostrata dall’Amministrazione a cinque stelle.
I cittadini di Pisticci meritano una classe politica che svolga il suo lavoro a tempo pieno nell’interesse della comunità.
Il mancato raggiungimento degli obiettivi è da imputare anche alla presenza part-time di molti assessori che dovrebbero mettersi in aspettativa e assicurare maggiore presenza in Comune e maggiore produttività.
Che cosa ne sarà adesso del sito dell’Incoronata? Sarà lasciato al degrado e all’abbandono? E del progetto di PLUS HUB? E’ intenzione dell’Amministrazione porre in essere gli atti necessari per dare seguito alla revoca del decreto di trasferimento del rione Dirupo?
Mentre gli altri Comuni della fascia metapontina fanno passi avanti, il Comune di Pisticci è fermo al palo.
Chiediamo all’amministrazione Verri di passare dalla propaganda ai fatti con responsabilità e coraggio.

Sinistra Italiana              Giuseppe Miolla
Italia in Comune             Rocco Caramuscio e Carmine Calandriello
Lista dei Cittadini             Luigi Viggiani
Lista Civica Italiana          Giovanni Mastronardi

sabato 10 marzo 2018

Elezioni politiche: gli alleati del Pd non le mandano a dire.


I candidati non erano il massimo e la sconfitta è dipesa da ben altro, ma adesso attribuire agli alleati le responsabilità di una simile debacle è inopportuno: è stato fatto tutto il possibile per portare voti in un contesto nel quale il Pd era assolutamente malvisto. In estrema sintesi, sebbene con sfumature diverse, è questa la posizione dei segretari regionali dei partiti che hanno accompagnato i “democrat” nell’ecatombe del 4 marzo in Basilicata. 
Angelo Rosella, segretario della lista Idv-Civica Popolare ha rimarcato che “i candidati non erano il problema: cambiarli, infatti, avrebbe spostato in meglio le cose di poco o nulla. Se abbiamo fatto poco per portare voti alla coalizione? Non credo proprio. Posso dire che per quanto ci riguarda non ci sentiamo assolutamente in colpa: abbiamo fatto davvero il massimo e il possibile. Ho invece avuto grande difficoltà a convincere gli elettori a votare per il Partito Democratico. Più di qualcuno mi ha rivelato che avrebbe votato la Lista Civica Lorenzin se non fosse stata all’interno della coalizione con il Pd. A mio avviso, dunque, si è manifestata una vera e propria avversione verso il Pd: noi ne abbiamo pagato le conseguenze con una specie di effetto domino dal dato nazionale. Però, adesso sostenere di essere pentiti di aver fatto parte di questa coalizione mi pare esagerato: non siamo affatto pentiti perché, tra le altre cose, eravamo in coalizione al Governo nazionale e ritenevamo di aver dato un contributo per uscire dalle secche e piano piano ci stavamo riuscendo. Il popolo, evidentemente, l’ha pensata diversamente premiando al Nord la Lega e al Sud il Movimento 5 Stelle. Praticamente sono voti di protesta e di cambiamento, anche se non sappiamo poi dove questo cambiamento porterà: questo, a mio giudizio, è tutto da verificare”. 
Pino Brindisi, segretario regionale dei Verdi, confluiti nella lista Insieme, è ancora più chiaro: “I nomi hanno fatto la differenza: c’è stato scuramente un problema di candidati, ma non solo. Io credo che se fossimo andati da soli, anche senza nessuna velleità, avremmo forse avuto risultati migliori. Però la democrazia è fatta di questo, cioè di un’alternanza che probabilmente ci voleva, e di una volontà che la gente ha espresso ed è sotto gli occhi di tutti. Non abbiamo malesseri e per questo diciamo che dobbiamo accettare il responso delle urne, anche se a mio parere c’è un’espressione di rivolta e di stanchezza rispetto a questa imposizione continua di persone. Per carità, nulla da togliere a nessuno, ci mancherebbe, però c’è bisogno di un rinnovamento nelle idee, nei contenuti e nella concretezza dei fatti perché la Basilicata non ha dato risposte da questo punto di vista. Una cosa, però, è certa: noi siamo stati corretti e abbiamo portato quelli che sono i nostri voti. E le dirò di più: è grazie ai nostri resti che alcune persone sono state elette”. Ma non è tutto, perché Brindisi va oltre: “Assistendo allo spoglio in tante sezioni ho notato che il Partito Democratico non ha fatto votare la coalizione ma solo sé stesso. Per quanto mi riguarda, invece, quando si è in coalizione si è in coalizione. A me sembra, però, che questa stia perdendo i pezzi”. 
Anche Luigi Scaglione, portavoce regionale di +Europa-Centro Democratico, ritiene che i “candidati all’uninominale erano sbagliati, ma questo non ha influito sul risultato negativo o, se lo ha fatto, lo ha fatto in minima parte. Il divario, infatti, è così profondo che non posso pensare sia dipeso solo ed esclusivamente dalla inadeguatezza dei candidati”. In merito, invece, all’ipotesi di uno scarso apporto degli alleati alla coalizione, Scaglione ritiene che “gli amici del Pd, forse, non si rendono ancora conto di quello che è accaduto: dalle dichiarazioni di qualcuno, infatti, si capisce che forse sono come quel pianista che, mentre affonda il Titanic, continua a suonare. La verità, invece, è che ci hanno ridotti all’impotenza prima e noi di più non potevamo fare. Prendiamo il caso nostro: dopo l’abbandono di Benedetto e tutto quello che ne è conseguito, noi siamo fuori dai governi regionali e locali ma abbiamo lavorato sulle idee ed i progetti. E’ questa la strada da intraprendere, cioè rispondere ai bisogni e ai problemi che la gente ha posto con questo voto. Che, a mio giudizio, non è un voto populista, ma popolare”. 
Nessun commento, invece, dal segretario regionale dei Socialisti, il sindaco di Melfi Livio Valvano: pur avendolo contattato più volte, infatti, non siamo riusciti ad avere un riscontro e, quindi, il suo parere sul duplice tema posto anche agli altri alleati: presunta inadeguatezza dei candidati nei collegi uninominali lucani ed eventuali lamentele del Pd in merito all’apporto che le liste a supporto della coalizione avrebbero posto in essere nella tornata elettorale. 
Piero Miolla 

venerdì 9 marzo 2018

Un extraterrestre in politica: scoprite chi è.


Un partito percepito come un extraterrestre con candidature imposte dall’alto ma che, soprattutto, ha perso il contatto con il territorio. 
All’indomani dell’ecatombe che ha polverizzato il consenso del Pd in Basilicata, questo emerge da una chiacchierata con segretari, portavoce, commissari e reggenti di alcune delle sezioni dei democrat in regione. “Non è una questione di candidature – ha osservato Rocco Negro, segretario dimissionario del circolo di Pisticci-Marconia – perché, se fosse questo il tema, vorrebbe dire che il Pd ha sbagliato tutti i candidati a livello nazionale. Il problema è lo scollamento dal territorio. Oggi, secondo me, bisogna ripartire dal presupposto che, in realtà, il risultato non è neanche così negativo perché negli ultimi giorni di campagna elettorale il partito si è accorto che bisognava tornare a parlare alla gente. Il Pd è percepito come un extraterrestre, un’entità lontana dalla realtà: è questo il vero tema. Il risultato di Pisticci, con il 9%? Qui siamo alla fine della fase discendente del partito, oltre al fatto che c’era un candidato locale di Leu che ha indubbiamente eroso consensi”. 
Che si debba ripartire dai territori non ha dubbi il segretario del circolo di Venosa, Luigi Russo. “Il risultato elettorale ci ha fatto capire che l’inversione dello stato di fatto, con le decisioni che vengono prese dall’alto verso il basso e non viceversa, non regge. Una rappresentanza del Vulture avrebbe forse reso meno drammatico il risultato, che, però, è il segno di un complesso di problematiche che il centrosinistra non ha saputo intercettare. Dobbiamo ritornare a pronunciare la parola sinistra, stando vicini ai più deboli. L’errore è stato questo, non tanto e non solo quello relativo alle canditure”. 
Il tema è sostanzialmente condiviso da Antonio Schiro, segretario del Pd di Rionero in Vulture. “Quando viene tutto calato dall’alto è difficile esprimere un giudizio: siamo in un partito e bisogna rispettare regole e gerarchie. Io ritengo che la perdita del consenso si spieghi con il fatto che la gente voleva il cambiamento: non ha criticato chi c’era o chi non c’era, ma un modello politico che non accompagnava i cittadini verso un futuro più roseo. Le lamentele hanno sempre e solo riguardato la politica nazionale. No, credo che non sia stato un problema di candidature anche se ovviamente un candidato locale avrebbe trascinato di più. Va, però, anche ricordato che pure il collegio elettorale è stato calato dall’alto: non eravamo pronti all’abbinamento con il Materano”. 
Giuseppe Mianulli, uno dei 3 commissari della sezione di Montescaglioso, pensa che il Pd sia stato travolto da “sentimenti negativi, più che da considerazioni nei confronti di una classe dirigente. Sentimenti che, a mio avviso, sono stati anche poco ragionati. Ovviamente ciò non toglie che il Pd debba migliorare, soprattutto deve far capire che per portare a casa il risultato è necessario un lavoro assiduo all’interno delle istituzioni. I problemi, infatti, si risolvono non con gli slogan, ma con fatti concreti”. 
Adele D’Agostino, segretario del circolo di Policoro, secondo cui “è stata approntata una lista fatta di competenze e valori aggiunti, anche se post elezioni si tende a guardare indietro. Io, invece, guardo avanti e dico che la gente non ha tenuto conto di quanto il Governo ha fatto in questi anni. Perché? Bisogna riconquistare la fiducia dei cittadini e il Pd deve fare ammenda, ma non sulla lista. Piuttosto – ha concluso D’Agostino – le liste dovevano essere più inclusive e tener conto delle varie anime del partito”. 
Antonio Mecca, commissario della sezione di Avigliano, circa settecento iscritti chiarisce che “su Avigliano non c’è stata alcuna perplessità sulle candidature, che sono state assolutamente condivise. La sconfitta? C’è un’antipolitica nell’elettorato che si è manifestata da tempo. Purtroppo, la politica non ha ascoltato il grido di dolore della gente. C’è poi il problema del partito che, nel caso di Avigliano, è commissariato da tempo: gli organi regionali non ci hanno dato la possibilità di eleggere un segretario ed hanno badato solo ad accentrare le problematiche”. 
Gianni Santoiemma, segretario della sezione di Montalbano Jonico, ritiene che “ridurre tutto alle candidature potrebbe anche essere un comodo alibi di comodo. Il problema è più complessivo e riguarda il partito a livello nazionale e locale: una percezione del Pd agli occhi delle persone che prescinde dalle candidature e dai programmi. Sul campo abbiamo sempre ricevuto obiezioni riferite al partito: nella migliore delle ipotesi la gente ci guardava con fumo negli occhi e, nella peggiore, con disprezzo. E’ stato molto difficile interloquire e cercare di capire da dove provenisse questa sorta di avversione verso di noi. Quindi, non è un problema di candidature: peraltro credo che, nel momento in cui si fanno delle scelte, si debba poi lavorare uniti e coesi in quella direzione. Le discussioni si fanno, eventualmente, nei luoghi deputati ed a tempo debito”. 
Piero Miolla
 

giovedì 8 marzo 2018

Elezioni politiche: il Metapontino senza parlamentari.


Il Metapontino senza rappresentanti in Parlamento. Questa importante area della Basilicata non è riuscita ad eleggere nessun politico locale ed, anzi, ha perso l’unico uscente: Cosimo Latronico, infatti, dalla sua Nova Siri non è riuscito a fare il tris a Roma. Candidato per Noi con l’Italia ha pagato il fiasco del suo partito a livello nazionale, così come l’altro suo “collega”, di partito e di area, Nicola Benedetto. 
Non ce l’ha fatta la policorese Francesca Barra, che ha a sua volta risentito della debacle del Pd. Ma, al di là della mancanza di rappresentanza, come ha votato il Metapontino? A Pisticci, il centro più popoloso, se il M5S ha confermato di essere primo partito (la città basentana è l’unica ad avere un sindaco pentastellato in regione, l’avvocato Viviana Verri), nell’uninominale, però, i candidati più votati sono stati Nicola Pagliuca di Forza Italia (alla Camera) e Pasquale Pepe della Lega (al Senato). A Pisticci ha tirato, e anche bene, Benedetto, che qui è nato: Noi con l’Italia, infatti, ha ottenuto più del 12% alla Camera e quasi l’8 al Senato. Si tratta di percentuali superiori a quelle nazionali. Certo, in riva al Basento in tanti si chiedono come mai la Lega-Noi con Salvini abbia ottenuto più di 600 voti, ma la domanda, al limite, andrebbe estesa a tutta la regione. Il risultato forse più eclatante riscontrato a Pisticci, però, è certamente quello del Pd, con appena il 9% alla Camera e il 10 al Senato: in pratica, da queste parti ha fatto meglio Leu che alla Camera ha ottenuto il 7,22% e al Senato il 10,50. A tal proposito, però, va ricordato che per Leu era candidato anche nel plurinominale anche Pasquale Bellitti, ex sindaco di Pisticci, che evidentemente ha tirato. 
A Policoro il M5S sfonda il muro del 40%: alla Camera si attesta sul 43, al Senato sul 40. Qui il vero flop è quello della Barra, nata e cresciuta proprio a Policoro, terza nell’uninominale con appena il 14,46%, mentre il Pd si ferma all’11,87. Bene Forza Italia (19 alla Camera, 21 al Senato), mentre l’approdo di Paolo Castelluccio a Noi con l’Italia non ha prodotto grandi benefici: il partito di Fitto si è fermato al 3,11 alla Camera e al 4,63 al Senato. Leu, invece, mediamente al 5%. 
A Nova Siri, patria di Cosimo Latronico, ma anche di Carlo Chiurazzi, Noi con l’Italia è il secondo partito: 25% al Senato e 16 alla Camera. Meglio del Pd di Chiurazzi, che alla Camera si è attestato al 14,66% e al Senato al 14,01. 
A Bernalda, patria adottiva di Benedetto, stravince il M5S: Noi con l’Italia si ferma al 4,13 e, alla Camera, al 7. 
A Montescaglioso, patria di Filippo Bubbico, l’ex viceministro agli Interni si piazza solo terzo nell’uninominale dietro Gianluca Rospi (M5S) e Nicola Pagliuca (Fi). In ogni caso, Leu è la seconda forza cittadina con il 26,13 alla Camera e al Senato il 18,08: qui, il Pd ha ottenuto solo l’8,15 alla Camera e il 10,97 al Senato. 
A Tursi, infine, bene la lista della Lorenzin al Senato, che ha preso il 4,53%. 
Piero Miolla 

martedì 6 marzo 2018

Elezioni politiche: il commento dell'europarlamentare del M5S Pedicini.


"Strepitoso risultato del M5S in Italia e in Basilicata. Un trionfo storico ed eccezionale che conferma la forza del nostro programma, delle nostre idee e delle nostre scelte. Otto parlamentari del M5S in Basilicata: è un successo senza precedenti, che contribuisce con forza a consolidare il grandioso risultato conseguito a livello nazionale. 
Il M5S diventa il primo partito in Basilicata con uno straordinario e schiacciante 44,35 % alla Camera e il 43 % al Senato. Oltre che con il numero dei parlamentari che sono quadruplicati. 
Ci sono tantissime regioni conquistate dal Movimento Cinquestelle e si apre una fase politica nuova e ricca di eccezionali prospettive per tutti i cittadini.
Ringraziamo i circa 145mila lucani che ci hanno votato, gli attivisti che si sono impegnati durante la campagna elettorale e tutti i candidati M5S alla Camera e al Senato.
Un grande in bocca al lupo e ringraziamento al nostro capo politico Luigi Di Maio, a Beppe Grillo e ai nostri eletti Mirella Liuzzi, Vito Petrocelli, Saverio De Bonis, Gianluca Rospi, Agnese Gallicchio, Arnaldo Lomuti e Luciano Cillis.
Evidenziamo, in particolare, l'indescrivibile risultato del nostro candidato al Senato Saverio De Bonis che ha sconfitto e più che doppiato Gianni Pittella e il centrosinistra, oltre che ha distanziato di circa 17 punti il centrodestra.
Da oggi sentiamo tutta intera la responsabilità di dare un governo al Paese e di offrire alla Basilicata un solido, autorevole e credibile progetto di cambiamento che, siamo certi, miglioreranno la qualità della vita di tutti e garantiranno una stagione di rilancio e di prosperità che metteranno al centro il bene comune e la sconfitta delle lobby di potere e delle carriere personali", ha concluso Pedicini.
Piero Miolla 

La conferenza stampa di Renzi e quel tweet del sen. Margiotta.

Inizia la resa dei conti nel Pd dopo l'ecatombe elettorale? Chissà, lo vedreo presto. Per intanto registriamo la dichiarazione di Salvatore Margiotta, uno dei due parlamentari eletti dai democrat in Basilicata.
"Reazioni scomposte di Zanda e altri sono irrispettose del momento di difficoltà del Pd e del suo leader che con abituale correttezza si é assunto le proprie responsabilità. Evidentemente Renzi ha esattamente rotto le uova nel paniere a chi stava preparando caminetti".
Lo ha twittato il senatore Salvatore Margiotta, componente della direzione nazionale del Pd vicino al segretario nazionale, in replica alle dichiarazioni di Luigi Zanda successive alla conferenza stampa di Renzi.
Piero Miolla

lunedì 5 marzo 2018

Elezioni: scopri come ha votato Pisticci

Per i risultati del collegio uninominale della Camera dei Deputati clicca il link qui sotto:
http://elezioni.interno.gov.it/camera/scrutini/20180304/scrutiniCI22120470200

Per i risultati del collegio uninominale del Senato della Repubblica clicca il link qui sotto:
http://elezioni.interno.gov.it/senato/scrutini/20180304/scrutiniSI17110470200

Fonte: Ministero dell'Interno.

venerdì 2 marzo 2018

Elezioni politiche: le rcihieste di Confapi ai candidati


<<La classe politica? Deve assomigliarci, cioè essere coraggiosa e concreta. Anche in questa campagna elettorale assistiamo al triste spettacolo delle false promesse>>. 
Così le piccole imprese lucane bollano la campagna elettorale in corso e Confapi Matera (oltre 600 aziende per 15mila dipendenti), chiede ai candidati che innanzitutto venga adottata <<una legge per le Pmi che ne garantisca valore e specificità. Non da mano va snellita la burocrazia, la cui “tassa occulta” pesa come un macigno sui bilanci aziendali, con circa 30 miliardi di euro all’anno, ingessando spesso le attività economiche e produttive e ostacolando o, peggio, dissuadendo gli imprenditori dall’investire>>. 
E che dire dei pagamenti ritardati della Pa? <<In un’economia come quella lucana, molto sbilanciata verso la pubblica amministrazione, il problema dei ritardati pagamenti alle imprese è una priorità da risolvere perché spesso le aziende paradossalmente falliscono per eccesso di crediti. Occorre quindi sanzionare le Pa che non rispettano i tempi di pagamento imposti dalla direttiva europea. Anche l’accesso al credito andrebbe favorito: le Pmi, scarsamente capitalizzate, faticano a trovare finanziamenti per gli investimenti. In Italia, la preponderanza delle banche di investimento rispetto alle banche commerciali, sottrae risorse all’economia reale. Condizionato dall’aumento delle sofferenze, l’accesso al credito per le piccole e medie imprese continua a essere regolamentato da condizioni di prezzo applicato e da un eccesso di garanzie richieste che finiscono per penalizzare tutte le posizioni, non solo quelle maggiormente rischiose>>. 
Capitolo fiscalità: <<L’eccessiva pressione fiscale sulle aziende non è compensata da un pari livello di servizi pubblici e altrettanto dicasi per il peso del cuneo fiscale, che alleggerisce la busta paga dei lavoratori. Pertanto, oltre ad abbattere il cuneo fiscale, si potrebbe anche rendere strutturale la detassazione degli aumenti retributivi definiti a livello di contrattazione nazionale>>. 
La politica, però, dovrebbe anche favorire “<<innovazione e green economy. L’Italia è un Paese storicamente vocato al manifatturiero, ragione per cui ha attirato investimenti grazie a vantaggi localizzativi. A nostro parere andrebbe incentivata maggiormente l’innovazione nell’industria manifatturiera per rendere competitive le nostre imprese e la green economy. Stop alle fonti fossili, che in Basilicata hanno causato più danni che vantaggi>>. 
Confapi, però, guarda anche alle opere pubbliche. <<Occorre in Basilicata un vasto programma di opere pubbliche, le uniche in grado di rimettere in moto l’asfittica economia oltre che di modernizzare il Paese. Il turismo a Matera cresce a 3 cifre ma la città continua a essere difficilmente raggiungibile. Chiediamo che gli investimenti di RFI nel Mezzogiorno prevedano la ferrovia a Matera>>. 
In tutto questo, ovviamente, non poteva certo mancare l’occupazione giovanile. <<Finite le agevolazioni fiscali legate alle assunzioni, l’aumento dell’occupazione registrato in qualche settore si dimostrerà effimero. Lo sgravio contributivo, inoltre, ha dato impulso a stabilizzare rapporti di lavoro atipici o saltuari, più che a creare nuovi posti di lavoro. Il fallimento sostanziale del programma nazionale Garanzia Giovani e la mancanza di politiche del lavoro e della crescita credibili e radicali, si sommano, in Basilicata, a una situazione drammatica: disoccupazione giovanile elevatissima, fuga dei giovani inarrestabile, crollo delle immatricolazioni universitarie. Anziché concedere sgravi contributivi sulle nuove assunzioni è preferibile abbassare il costo del lavoro per tutti>>. 
Infine, negli <<appalti pubblici l’anello più debole della catena sono i fornitori, cui non spettano le tutele giuridiche proprie dei subappaltatori: va estensa la legge 192/98 sulla subfornitura anche ai contratti pubblici o, in alternativa, altre forme di tutela per i subfornitori ed occorre inserire una norma che limiti il ricorso al concordato preventivo per la continuità perché, attivato con percentuali irrisorie di pagamento ai creditori, finisce per danneggiare gravemente le piccole imprese creditrici>>.
Piero Miolla 

giovedì 1 marzo 2018

Elezioni 2018: l'appello di un parroco


4 marzo 2018: elezioni di Giuda o di Caino?
Il beato Paolo VI ci ha lasciato una bellissima affermazione sul significato e il valore della politica: <La politica è la più̀ alta forma di Carità!>.
Siamo ben consapevoli di questa citazione? Cosa si è fatto finora nel nostro territorio regionale di Basilicata?
Ci sono leggi che tutelano i diritti-doveri delle famiglie? Se guardiamo alla situazione della Fiat di Melfi o degli operai dei grandi supermercati, che continuano a lavorare anche di domenica, questi diritti-doveri vengono meno. E cosa possiamo dire, aprendo un altro capitolo di storia lucana, spostandoci nell'intero Metapontino dove sono ancora in corso vili atti criminali che hanno scosso l'intera comunità di Scanzano Jonico? Gli imprenditori sono succubi del pizzo? Certo è che, con il silenzio, non si fa altro che avvalorare la connivenza con un "intreccio pericoloso", che, però, sembra non aver destato particolare allarme. Cosa dire, poi, degli immigrati giunti a Metaponto che sono oltre la legge stabilita? Perché? Chi è che non sta rispettando il proprio dovere? C'è il coraggio di saper denunciare quanto di squallido stiamo vedendo? Passando alla questione dello smaltimento dei rifiuti, si può fare chiarezza se a guadagnarci è l'intero territorio regionale per un bene comune o chi? Non si spiegherebbe altrimenti un territorio ricco di risorse ma povero in tutti i sensi, se consideriamo lo spopolamento dei paesi e la fuga dei giovani a causa della mancanza di lavoro.
Perché Giuda? E perché Caino?
Ritornano le famigerate passerelle di candidati e leader, che, prima del voto, si sprecano in estasianti annunci. Siamo stanchi di parole e demagogia!
La nostra Basilicata, ormai dimenticata, è per molti anni stata sommersa da vane promesse, ma, puntualmente, si ha il coraggio di ricandidarsi nuovamente. Ora, però, ti vien voglia di rispondere con le parole di Totò: <Mi faccia il piacere...>.
Si è persa la fiducia, ma non la rabbia. Le promesse sono come il vento. E poi c’è la sentenza: «Ci manca il lavoro, ci manca la salute, ci manca la vita». Qui, pur continuando a morire di cancro, c’è qualcuno che promette di fare bonifiche? No. Non vogliamo promesse, ma un serio controllo nelle aree da bonificare che sono ancora oggetto di sversamenti di rifiuti pericolosi. Parlare per slogan e promettere di abolire questo o quell'altro è semplice, ma trovare soluzioni vere è un altro conto. La verità è che, oltre ai luoghi, andrebbero bonificate le persone. Più che essere menzionati per Matera Capitale della Cultura (Cfr. Lettera di Natale del 25.12.2017 in alcune testate quotidiane della Basilicata), siamo destinati ad essere ricordati come il polo della monnezza.
Purtroppo, dietro tutto ciò, c'è anche la nostra mano, il nostro silenzio. Riusciamo a vedere ciò che accade su Marte e non quello che accade dentro casa (Cosa) nostra. Il picco sanitario, ahimè, (e spero che non sia così!), sarà toccato solo tra qualche anno. Come dire: il peggio deve ancora arrivare.
Come sarebbe bello, se tutte le Associazioni (e son tante in Basilicata) si organizzassero con delle “ronde” per contrastare gli sversamenti più che incassare il “dio denaro”, che, a volte, potrebbe puzzare anche di corruzione.
Mentre aumentano le malattie, si tagliano gli ospedali e questo porta alla migrazione sanitaria. Vi sembra poco? L’impressione è che si vogliano spegnere i riflettori nascondendo il problema sotto il tappeto. La tendenza è coprire tutto, dire che qui tutto va bene e, nel contempo, attuare un ragionamento “senza verità”. Queste zone, dove le discariche sono diventate monumenti a ciel sereno, continueranno a essere dimenticate e a produrre continui odori nauseanti.
Con questo voto, chiediamo che ci sia una soluzione «seria e definitiva» per questa terra martoriata. Soluzione che deve passare attraverso la verità e l'accertamento di ogni responsabilità. Sappiamo che, in certe zone, la gente lucana vive in campagna e non in luoghi industrializzati. In questi casi, davanti all'incidenza di certe malattie, non si può dare la colpa agli stili di vita. Il registro tumori, se non viene preso in seria considerazione, difficilmente restituirebbe la reale situazione.
A volte agiamo per noi stessi, semplicemente perché crediamo che questa sia la cosa giusta da fare. Il nostro sistema è marcio. Non premia i politici onesti che votano secondo coscienza, al contrario premia i traditori pronti a vendere il Paese per tenere il fondo schiena su quelle poltrone.
Credetemi, questi traditori sono i veri parassiti della democrazia italiana. Chi vince trama un passo avanti ai suoi nemici e svela gli assi della manica dopo che gli altri hanno svelato i loro. Deve essere certo che li sorprenderà e non si farà mai sorprendere.
Bisogna andare a votare perché il voto oltre ad essere un diritto è un dovere civico, il non andarci è dare più vantaggio a chi non farà mai il proprio dovere.
Questo è il tempo favorevole per scaricare il file denominato “Terremoto” della nostra coscienza e aprire una larga decisione per il Bene Comune di questo territorio martoriato e annichilito (= reso nulla da ombre invisibili). Non basta solo credere nelle loro capacità di vincere, bisogna rendere ciò̀ di cui abbiamo bisogno: che la nostra dignità sia rispettata e non messa nuovamente a tacere.
Don Giuseppe Ditolve
Vicario parrocchiale “Cristo Re” in Pisticci

venerdì 23 febbraio 2018

Elezioni politiche: intervista all'On Cosimo Latronico

<<La mia storia e la mia passione per il nostro territorio: se non avessi questo legame che mi motiva a proseguire un’esperienza fatta di impegno concreto a fianco di persone e comunità, non sarei stato disponibile>>. 
Per Cosimo Latronico, parlamentare uscente (5 anni al Senato e altrettanti alla Camera), candidato capolista nel collegio plurinominale del Senato per “Noi con l’Italia”, è una campagna elettorale particolare.  
Come mai la giudica particolare? 
<<Non mi avvalgo della protezione di simboli o leader, semplicemente propongo la mia storia e la mia passione per questa regione, della quale percepisco le difficoltà che vive, prima tra tutti il declino demografico che la condanna ad una decadenza e segnala l’inadeguatezza delle politiche pubbliche praticate in questi anni dai governi di centrosinistra>>.  
A suo giudizio cosa hanno queste politiche che non vanno? 
<<Sono state meramente distributive e volte a conservare un consenso elettorale di breve durata>>. La sua ricetta, invece, qual è? 
<<Bisogna provare ad interrompere questa dinamica distruttiva mettendo al centro di un reale progetto di sviluppo le nostre risorse, a partire da quelle ambientali e culturali. Ho lavorato in sede legislativa perché prendesse corpo il parco della Magna Grecia, riuscendo ad istituire un fondo per lo sviluppo di questo sistema territoriale ed una sua alleanza con Matera. Inoltre, i comuni del comprensorio jonico hanno potuto partecipare ai bandi del Mibact per alcune proposte progettuali. E’ un sistema che si può allargare all’intera regione, valorizzando le emergenze ambientali e culturali, a partire dai parchi nazionali e da quelli regionali, coinvolgendo il patrimonio dei beni storici presenti in tanti centri storici della regione>>. 
Nel suo programma c’è qualcosa che in Basilicata ha funzionato e che potrebbe essere riproposto? 
<<L’esperienza del recupero dei Sassi di Matera: secondo me andrebbe estesa ai centri storici lucani per un recupero strutturale e funzionale>>. 
Capitolo estrazioni petrolifere. La sua proposta? 
 <<Le risorse minerarie ed il loro sfruttamento vanno rinegoziate, a 20 anni degli accordi, per ri-precisare strategie di sviluppo e controllo ambientale. Vanno ridiscusse le relazioni con le compagnie petrolifere perché si coinvolgano in una strategia di sviluppo produttivo della regione, sostenibile e capace di guardare a frontiere produttive innovative>>. 
La Basilicata è anche ricca d’acqua. 
<<A questo proposito, l’idea della banca dell’acqua per mettere a valore una risorsa strategica come quella idrica, avendo cura di preservare questo patrimonio che vale più dello stesso petrolio, potrebbe dare corso a un progetto produttivo e finanziario attorno al ciclo dell’acqua: potremmo farne una leva di sviluppo>>. 
C’è poi il capitolo delle infrastrutture. 
<<Parlerei di la logistica che si associa al tema del potenziamento delle infrastrutture per superare lo storico isolamento della regione. L’asse Basentano, ad esempio, è l’asse strategico su cui puntare per connettere il porto di Taranto e di Salerno e la Basilicata con la sua funzione di cerniera. Ricordo che nel decreto Sblocca Italia son riuscito a fare includere la ferrovia Salerno-Potenza-Metaponto-Taranto tra le infrastrutture strategiche del Sud. Bisogna proseguire su questa strada, utilizzando l’opportunità di una Zes nell’area retro-portuale di Taranto. Se i lucani vorranno, questi sono alcuni degli impegni che porterò avanti in Parlamento>>.
Piero Miolla
 

mercoledì 21 febbraio 2018

Elezioni politiche: scoprite cosa chiedono le associazioni di categoria ai candidati.


Un decalogo per futuri senatori e deputati, affinché si occupino di problemi concreti e, soprattutto, cerchino di risolverli. 
Lo hanno elaborato sia Confesercenti che Confartigianato Basilicata, in rappresentanza di due settori in grande sofferenza e che abbisognano di cure urgenti. 
L’associazione che rappresenta le piccole e medie imprese lucane chiede in un documento che, a breve, verrà fuso con quello di altre associazioni di categoria e presentato alla politica, innanzitutto di porre fine al fisco retroattivo e ai “tradimenti” fiscali. “Bisogna imporre il rispetto degli statuti del contribuente e delle imprese”. Confesercenti ravvisa anche la necessità di dare vita ad un Tax Credit per le attività di vicinato, una Web-Tax, l’intensificazione della lotta all’abusivismo, l’elaborazione di misure per il recupero di immobili sfitti in aree urbane degradate e la rendicontazione obbligatoria dell’impegno dei proventi di Tari e imposta di soggiorno. Altro punto molto importante è l’istituzione del tetto fiscale: la pressione fiscale sulle piccole e medie imprese italiane, infatti, è tra le più alte d’Europa. Capitolo decontribuzione per i giovani: viene considerata incontestabile, ma la limitazione basata sull’età, per quanto utile a contrastare il blocco all’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro creato dall’innalzamento dell’età pensionabile, crea una frattura generazionale. Si chiede, inoltre, un ulteriore adeguamento della franchigia Irap attualmente spettante alle piccole imprese, elevando l’importo. A che punto è l’impresa 4.0? “Da questo fronte – segnalano da Confesercenti Basilicata - purtroppo non arrivano buone notizie: il progetto di sostegno all’innovazione continua a rivelare la sua natura industriale. La trasformazione da Industria 4.0 a Impresa 4.0 è rimasta nella sostanza solo uno slogan”. C’è poi il capitolo pensioni: “Gli interventi di aggiustamento della Fornero, in particolare per quanto riguarda l’anticipo pensionistico e il meccanismo di adeguamento all’età media, hanno escluso i lavoratori autonomi. Un problema che, per i commercianti, si somma a quello degli esodati”. Sul credito c’è poi un grande vuoto. “Occorre finanziare i fondi inter consortili di garanzia per il sostegno al credito delle Mpmi, affidando ai Confidi che hanno dimostrato di svolgere un ruolo efficace proprio a favore delle Mpmi anche da parte delle imprese operanti in agricoltura e pesca”. Per il turismo, infine, considerato che nell’ultimo anno “ha confermato di essere uno dei comparti più dinamici della nostra economia, bisogna fare di più, resuscitando il Ministero per il Turismo e dandogli ampi poteri per la promozione coordinata del brand Italia, la regolamentazione della tassa di soggiorno ed il varo di una politica unitaria sul turismo. Serve un vero e proprio Patto di Sviluppo, con politiche specifiche per le micro e piccole imprese, soprattutto stagionali, ma che preveda anche la semplificazione della burocrazia e degli oneri amministrativi, l’abbassamento del total tax rate che grava sul turismo italiano, la riduzione del costo del lavoro”. 
Confartigianato, invece, punta sulla normalità: “Cari candidati – si legge in un documento dell’associazione degli artigiani lucani – non abbiamo bisogno di effetti speciali, promesse e annunci che rischiano di deluderci con brutte sorprese: meglio rimanere per terra e osservare la realtà. Ripartiamo dalle piccole imprese: l’Italia del 2018-2023 potrà essere un grande Paese solo se il Pil riprenderà a crescere a ritmi più sostenuti rispetto ai competitor, trainato da innovazione tecnologica, esportazioni, consumi interni. Se il debito pubblico verrà riportato sotto controllo, aumentando l’efficienza della Pa centrale e decentrata, con una giustizia civile e penale funzionante. Inoltre, è necessario che l’assetto dei poteri tra Stato e territorio venga riequilibrato, riducendo il divario Nord-Sud e rendendo l’ambiente amministrativo e istituzionale più efficiente, attento alle imprese, orientato all’innovazione”. 
Piero Miolla 

martedì 20 febbraio 2018

I giovani e le elezioni nel Metapontino: tutti al voto!


L’astensionismo? Non abita in provincia di Matera. Su un campione di 8 giovani tra i 20 e i 28 anni, infatti, solo uno di loro non andrà a votare, oltretutto perché impegnato all’università. Gli altri 7, pur con alcuni distinguo, si recheranno alle urne. 
<<Perché non dovrei – si è chiesta Francesca Mastronardi, 26 anni, di Marconia, laureata in giurisprudenza -. La sfiducia nella politica non giustifica l’astensione: sarebbe una vera aberrazione non votare, anche se la politica dovrebbe garantire progetti di sostegno e sviluppo tenendo conto delle variabili che ne possano influenzare gli effetti. Da questa tornata elettorale mi aspetto che i cittadini esercitino il diritto di voto consapevolmente>>. 
Alessandro Lardo, 25 anni, di Montalbano Jonico, laureando in Giurisprudenza, ha deciso di votare perché <<è un dovere civico, oltre che un diritto. Astenersi significa essere rinunciatari ed ammettere che qualcuno possa decidere per noi. Mi aspetto che chiunque riesca a formare una maggioranza smetta di parlare di utopistiche forme di rilancio del Paese, ma progetti un piano quinquennale chiaro. Le priorità? Abbassamento del cuneo fiscale, decontribuzione sul lavoro, sburocratizzazione della macchina amministrativa, allineamenti agli standard Ue in materia di qualità del lavoro, eco-sostenibilità>>. 
Francesco Romano, 21 anni, di Marconia, laureando in Medicina, non voterà. Ma solo perché <<frequento l’università a 1.000 chilometri da casa e il periodo delle votazioni coincide con le lezioni. Non mi aspetto nulla e, soprattutto, non cambierà nulla. I giovani sono tagliati fuori dal dibattito politico italiano, teatro di discorsi da vecchi per i vecchi che spesso i giovani non capiscono>>. 
Daniela Sassano, 22 anni, di Marconia, studentessa di Giurisprudenza: <<Andrò a votare: credo nell’importanza del voto e dei suoi effetti, anche se a volte avverto un dilagante senso di sfiducia. Dalla politica mi aspetto più ascolto e un governo che attui azioni concrete e non mere propagande di partito, che vada a rimuovere quegli ostacoli che ci danneggiano fortemente, ma dubito che con questa tornata elettorale si possano ottenere mutamenti immediati: temo che ci troveremo dopo il 4 marzo in una situazione di stallo>>
William Grieco, 26 anni, di Pisticci, dottore in Economia e Commercio, andrà a votare ma <<solo per senso civico, perché non mi sento rappresentato. Da questa politica mi aspetto che si dia prerogativa ai giovani, uno sguardo al sociale. Fondamentale deve essere la volontà di creare una nuova classe politica: è sconcertante che un giovane non sappia dove andare se vuole impegnarsi politicamente: credo che impegnarsi politicamente sia fondamentale e necessario. Personalmente mi impegno da tempo e non nascondo che partecipare al futuro del luogo in cui vivi credo sia l’ambizione più alta che si possa avere>>. 
Anche Assunta Lisanti, 28 anni, di Ferrandina, dottoressa in Economia Aziendale, andrà a votare: <<Da giovane professionista ritengo che bisogna essere fiduciosi nella politica, avere la speranza che qualcosa può cambiare. Cosa mi aspetto da questa tornata elettorale? Un vero cambiamento, che sia frutto di una politica pura, vera, che ascolti la gente. Non ritengo che la politica sia una perdita di tempo ma, in tutta sincerità, preferisco seguirla da lontano>>. 
Michele D’Alessandro, 25 anni, di Pisticci, laureando in Ingegneria ha spiegato: <<Credo che andrà alle urne, ma solo ed esclusivamente per senso civico. Ritengo che la situazione italiana sia ad un punto di non ritorno: l’odio verso gli stranieri, la classe politica, i ricchi: tutto è esasperato da una condizione sociale da cui bisogna uscire al più presto>>. 
Miriana Serravalle, 20 anni, di Pisticci, iscritta a Filosofia all’Università di Siena: <<Ho deciso di andare a votare perché ritengo fondamentale farlo: mi aspetto che la politica faccia in modo di avere un contatto più costante con gli elettori. Da questa mi aspetto uno stacco netto con il passato, se in positivo o in negativo lo scopriremo>>.
Piero Miolla 

giovedì 15 febbraio 2018

Le elezioni e Pisticci, sempre o quasi controcorrente.

Due candidati locali, l’ex primo cittadino Pasquale Bellitti e l’ex assessore regionale Nicola Benedetto, un sindaco “grillino” e circa quindicimila aventi diritto al voto. Se questo non basta per fare di Pisticci una piazza pienamente simbolica in regione, poco ci manca. 
Da queste parti, non va dimenticato, da sempre si pratica l’arte della politica, intesa soprattutto come laboratorio di idee e di sperimentazione. Una sperimentazione che, a sentire qualcuno, avrebbe spesso spinto la città basentana ai margini dell’agone politico. Sarà, ma la storia insegna che Pisticci è sempre stata, o quasi, una sorta di repubblica a parte. 
L’elezione di Viviana Verri a sindaco, avvenuta nel giugno del 2016, non ha solo consegnato a Pisticci il primo sindaco donna della sua storia e il primo sindaco pentastellato della Basilicata, ma anche un preciso messaggio alla politica. In primis a quella regionale. E allora, in vista delle politiche del 4 marzo, da queste parti cosa accadrà? Vincerà facile il Movimento 5 Stelle, che ha primeggiato non solo alle amministrative, ma anche alle ultime regionali e pure alle scorse politiche? Non è detto. Innanzitutto perché bisognerà capire se l’onda “grillina”, che a Pisticci è arrivata al dunque prima che negli centri lucani, sia ancora in auge. E poi perché, si sa, governare non è facile: si fa presto a scontentare i cittadini. 
E allora, cosa accadrà? Tornerà a primeggiare il Partito Democratico? Stando a quanto accaduto alle amministrative del 2016 sembrerebbe difficile. Peraltro da queste parti (e non solo) ancora ricordano che a Marconia al presidente della Regione, Marcello Pittella, fu letteralmente impedito di parlare nel corso di un comizio a sostegno del candidato sindaco del Pd, Andrea Badursi. Quel clima, nel frattempo, è cambiato? Chissà, lo vedremo presto.
Come se non bastassero queste domande, a mettere altro sale sulla coda, qui a Pisticci, ci sono anche i due candidati indigeni. La presenza di Pasquale Bellitti, sindaco della città dal 2002 al 2007, appena uscito dal Pd per transitare dapprima in Mdp e poi in Liberi e Uguali, formazione per la quale è candidato al Senato nel plurinominale, indubbiamente potrebbe rosicchiare voti proprio ai democratici: l’alveo nel quale Bellitti potrebbe “pescare”, infatti, è quello di sinistra ma anche più di centro. Il Pd, dunque, potrebbe risentire pure di questa presenza. Così come della candidatura di Nicola Benedetto, pisticcese doc anche se ormai bernaldese d’adozione, che, lasciato il centrosinistra, ha deciso di correre per Noi con l’Italia (Benedetto è capolista nel proporzionale alla Camera dei Deputati). La sua presenza, però, potrebbe erodere consensi dappertutto. 
Infine, ma non per ordine d’importanza, non va dimenticato che Pisticci si compone di due aggregazioni urbane distinte: Marconia (circa 9mila abitanti, popolazione più giovane) e Pisticci paese (poco più di 6mila residenti, per lo più anziani). Una dicotomia non da poco, perché sulla carta la “giovane” Marconia potrebbe votare in maniera diversa dalla “attempata” Pisticci, forse più incline a premiare il centrodestra. 
O, forse, tutto questo è solo un’impressione. E’ il bello di Pisticci. Una comunità onesta e laboriosa che fa sempre da apripista e che, anche questa volta, potrebbe stupire. Per tornare all’antico. 
O, chissà, per accreditarsi ancora una volta quale vero e proprio laboratorio di idee. I due candidati locali, ovviamente, si augurano che il pisticcese sappia, almeno per una volta, smentire il proverbio secondo il quale nessuno è profeta in patria.
Piero Miolla 


domenica 11 febbraio 2018

Politica, Fi: sentite cosa dice Michele Napoli.


<<Malumore per la mancata candidatura? Assolutamente no. Mi è stata chiesta la disponibilità per un’eventuale candidatura: l’ho data come sempre e come era giusto fare>>. 
Michele Napoli, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, ha zittito le “malelingue” che lo vorrebbero arrabbiato e deluso per la mancata candidatura e, nel giorno dell’inaugurazione del comitato elettorale degli “azzurri” a Potenza, ha confermato il suo pieno e totale appoggio al partito. Consigliere, lei ha partecipato senza problemi al battesimo del comitato elettorale di Forza Italia, nonostante si racconti di qualche suo mal di pancia. 
<<Assolutamente sì, non vedo perché non avrei dovuto partecipare. Non c’è alcun mio malumore, anche se confermo che, se fossi stato scelto, di sicuro non mi sarei sottratto alla contesa elettorale, come ho sempre fatto. Faccio politica dal ’99: 14 anni in Consiglio comunale e, dal 2008, in Consiglio regionale. Se mi fosse stato chiesto non mi sarei sottratto. Sono stato eletto in Forza Italia e mi sento uomo di questo partito. Stop, non c’è nessun problema. Mi pare strano che sia stata messa in dubbio la mia partecipazione all’inaugurazione del comitato elettorale di Potenza. Perché non avrei dovuto partecipare?>> 
Non ha alcuna critica da muovere al suo partito, dunque? <<Nello stilare le liste, secondo me, non ha considerato appieno l’aspetto della rappresentanza territoriale. In particolare nel collegio Potenza-Lauria si poteva fare di più e meglio. Forse si potevano fare scelte che tenessero conto di una piena rappresentanza territoriale, invece si è lasciato campo libero. Questo è l’unico vero tema che ho rappresentato. Non ho difficoltà ad ammetterlo>>. 
Come se lo spiega? E’ un favore al Pd? Potrebbe essere la spia che si va, dopo le elezioni, verso un governissimo? 
<<Forza Italia è un partito responsabile, ma il quadro politico dopo il 4 marzo potrebbe essere complesso. Vedremo cosa accadrà>>. 
Siete in testa nei sondaggi: c’è qualcosa che la preoccupa? 
<<Sì, ho la netta sensazione che la forbice dell’astensionismo crescerà, anche grazie ad una legge elettorale piuttosto strana: molta gente è disorientata e c’è tanta confusione. La legge elettorale ha favorito tutta una serie di situazioni rispetto alle quali l’elettore è disorientato. Credo che bisognerà fare i conti con percentuali elevate di astensionismo>>. 
Piero Miolla 

giovedì 8 febbraio 2018

Politiche 2018: il candidato Nicola Pagliuca lancia la sfida.


Sviluppo, ambiente e gestione della risorsa idrica. Ma anche uno sguardo a Matera 2019 e a tutte le problematiche connesse all’ambiente, ivi comprese quelle attinenti alle estrazioni petrolifere. 
Per Nicola Pagliuca, candidato di Forza Italia alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale Basilicata 2 (Melfi-Matera-Pisticci) e anche in quello proporzionale, sono questi i temi forti che un deputato lucano deve portare con sé a Roma. Ovviamente per svilupparli e, possibilmente, risolverli. Pagliuca, già deputato di Forza Italia, eletto nel 1996, punta soprattutto sulla sua esperienza, avendo ricoperto non solo la carica di parlamentare, ma anche quella di consigliere regionale in due occasioni. Onorevole Pagliuca, la sua sembrerebbe una candidatura dell’ultima ora: i “rumors” della vigilia, infatti, non la davano tra i papabili candidati. 
“In realtà aveva già dato la mia disponibilità al partito che poi ha ovviamente deciso, anche in base ad altre disponibilità”.  
I maligni sostengono che lei si sarebbe candidato solo dopo aver visto chi erano i suoi avversari. Conferma o smentisce? 
“Guardi, le posso dire che mi sono candidato anche e soprattutto per dare una rappresentanza al territorio, considerato che questa legge elettorale prevede sia una componente maggioritaria, che, soprattutto, una proporzionale. Pertanto, c’era il rischio che l’area Nord della Basilicata non fosse per niente o poco rappresentata. Questo è stato uno stimolo molto forte, insieme naturalmente alla consapevolezza di aver accumulato delle esperienze nelle istituzioni che possono essere messe al servizio del Paese, e non solo. Credo infatti che la mia esperienza possa senz’altro giovare alla nostra terra: una regione, la nostra, ricca di tante bellezze e di risorse che, però, credo meritino una diversa e più attenta valorizzazione. Tornando alla sua domanda di sicuro posso dire che ho grande stima dei miei avversari, anche se, personalmente, conosco solo Filippo Bubbico. Nei confronti degli altri, ripeto, ho grande stima e non mi permetto di giudicarli come persone”. 
Dunque, la candidatura di Francesca Barra, tanto per citarne una, non ha in qualche modo influenzato la sua discesa in campo? 
“Avevo già offerto al partito la mia disponibilità, sia per quello spirito di servizio che mi contraddistingue, ma anche perché ho sempre creduto in questa forza politica e penso di aver sempre fatto della coerenza la mia bandiera di rappresentanza. Quando ho notato che c’era un vuoto di rappresentanza, specie dell’area Nord, ho valutato la possibilità di essere della contesa e il mio partito è stato pienamente d’accordo”. 
Ci dica quali sono, a suo giudizio, tre temi importanti per la nostra regione da tutelare in Parlamento.  
“Per chi, come il sottoscritto, ha anche, per così dire, un’anima commerciale e imprenditoriale, certamente l’aspetto prioritario è quello dello sviluppo. Non mi riferisco solo all’area Nord, ovviamente, ma anche a quella che io definisco la dorsale materana. Sviluppo vuol dire lavoro e, quindi, occupazione. Sono temi che troppo spesso in Basilicata non vengono affrontati come si dovrebbe. Tenga però anche conto che mi sono occupato pure di ambiente, con la questione della Fenice di Melfi innanzitutto, ma non solo. Il mio impegno per questo territorio, dunque, sarà alto anche su tutti i temi ambientali, nessuno escluso, e, quindi, anche quello che attiene alle estrazioni petrolifere. Infine, ma non per ordine d’importanza, la Flat Tax: credo che anche in Basilicata possa rappresentare una carta vincente e una concreta occasione per una tassazione più equa>>. 
Piero Miolla