Due
candidati locali, l’ex primo cittadino Pasquale Bellitti e l’ex assessore
regionale Nicola Benedetto, un sindaco “grillino” e circa quindicimila aventi
diritto al voto. Se questo non basta per fare di Pisticci una piazza pienamente
simbolica in regione, poco ci manca.
Da queste parti, non va dimenticato, da
sempre si pratica l’arte della politica, intesa soprattutto come laboratorio di
idee e di sperimentazione. Una sperimentazione che, a sentire qualcuno, avrebbe
spesso spinto la città basentana ai margini dell’agone politico. Sarà, ma la
storia insegna che Pisticci è sempre stata, o quasi, una sorta di repubblica a
parte.
L’elezione di Viviana Verri a sindaco, avvenuta nel giugno del 2016, non
ha solo consegnato a Pisticci il primo sindaco donna della sua storia e il
primo sindaco pentastellato della Basilicata, ma anche un preciso messaggio
alla politica. In primis a quella regionale. E allora, in vista delle politiche
del 4 marzo, da queste parti cosa accadrà? Vincerà facile il Movimento 5
Stelle, che ha primeggiato non solo alle amministrative, ma anche alle ultime
regionali e pure alle scorse politiche? Non è detto. Innanzitutto perché
bisognerà capire se l’onda “grillina”, che a Pisticci è arrivata al dunque
prima che negli centri lucani, sia ancora in auge. E poi perché, si sa,
governare non è facile: si fa presto a scontentare i cittadini.
E allora, cosa
accadrà? Tornerà a primeggiare il Partito Democratico? Stando a quanto accaduto
alle amministrative del 2016 sembrerebbe difficile. Peraltro da queste parti (e
non solo) ancora ricordano che a Marconia al presidente della Regione, Marcello
Pittella, fu letteralmente impedito di parlare nel corso di un comizio a
sostegno del candidato sindaco del Pd, Andrea Badursi. Quel clima, nel
frattempo, è cambiato? Chissà, lo vedremo presto.
Come se non bastassero queste
domande, a mettere altro sale sulla coda, qui a Pisticci, ci sono anche i due
candidati indigeni. La presenza di Pasquale Bellitti, sindaco della città dal
2002 al 2007, appena uscito dal Pd per transitare dapprima in Mdp e poi in
Liberi e Uguali, formazione per la quale è candidato al Senato nel
plurinominale, indubbiamente potrebbe rosicchiare voti proprio ai democratici:
l’alveo nel quale Bellitti potrebbe “pescare”, infatti, è quello di sinistra ma
anche più di centro. Il Pd, dunque, potrebbe risentire pure di questa presenza.
Così come della candidatura di Nicola Benedetto, pisticcese doc anche se ormai
bernaldese d’adozione, che, lasciato il centrosinistra, ha deciso di correre
per Noi con l’Italia (Benedetto è capolista nel proporzionale alla Camera dei
Deputati). La sua presenza, però, potrebbe erodere consensi dappertutto.
Infine, ma non per ordine d’importanza, non va dimenticato che Pisticci si
compone di due aggregazioni urbane distinte: Marconia (circa 9mila abitanti,
popolazione più giovane) e Pisticci paese (poco più di 6mila residenti, per lo
più anziani). Una dicotomia non da poco, perché sulla carta la “giovane”
Marconia potrebbe votare in maniera diversa dalla “attempata” Pisticci, forse
più incline a premiare il centrodestra.
O, forse, tutto questo è solo
un’impressione. E’ il bello di Pisticci. Una comunità onesta e laboriosa che fa
sempre da apripista e che, anche questa volta, potrebbe stupire. Per tornare
all’antico.
O, chissà, per accreditarsi ancora una volta quale vero e proprio
laboratorio di idee. I due candidati locali, ovviamente, si augurano che il
pisticcese sappia, almeno per una volta, smentire il proverbio secondo il quale
nessuno è profeta in patria.
Piero Miolla
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