giovedì 15 febbraio 2018

Le elezioni e Pisticci, sempre o quasi controcorrente.

Due candidati locali, l’ex primo cittadino Pasquale Bellitti e l’ex assessore regionale Nicola Benedetto, un sindaco “grillino” e circa quindicimila aventi diritto al voto. Se questo non basta per fare di Pisticci una piazza pienamente simbolica in regione, poco ci manca. 
Da queste parti, non va dimenticato, da sempre si pratica l’arte della politica, intesa soprattutto come laboratorio di idee e di sperimentazione. Una sperimentazione che, a sentire qualcuno, avrebbe spesso spinto la città basentana ai margini dell’agone politico. Sarà, ma la storia insegna che Pisticci è sempre stata, o quasi, una sorta di repubblica a parte. 
L’elezione di Viviana Verri a sindaco, avvenuta nel giugno del 2016, non ha solo consegnato a Pisticci il primo sindaco donna della sua storia e il primo sindaco pentastellato della Basilicata, ma anche un preciso messaggio alla politica. In primis a quella regionale. E allora, in vista delle politiche del 4 marzo, da queste parti cosa accadrà? Vincerà facile il Movimento 5 Stelle, che ha primeggiato non solo alle amministrative, ma anche alle ultime regionali e pure alle scorse politiche? Non è detto. Innanzitutto perché bisognerà capire se l’onda “grillina”, che a Pisticci è arrivata al dunque prima che negli centri lucani, sia ancora in auge. E poi perché, si sa, governare non è facile: si fa presto a scontentare i cittadini. 
E allora, cosa accadrà? Tornerà a primeggiare il Partito Democratico? Stando a quanto accaduto alle amministrative del 2016 sembrerebbe difficile. Peraltro da queste parti (e non solo) ancora ricordano che a Marconia al presidente della Regione, Marcello Pittella, fu letteralmente impedito di parlare nel corso di un comizio a sostegno del candidato sindaco del Pd, Andrea Badursi. Quel clima, nel frattempo, è cambiato? Chissà, lo vedremo presto.
Come se non bastassero queste domande, a mettere altro sale sulla coda, qui a Pisticci, ci sono anche i due candidati indigeni. La presenza di Pasquale Bellitti, sindaco della città dal 2002 al 2007, appena uscito dal Pd per transitare dapprima in Mdp e poi in Liberi e Uguali, formazione per la quale è candidato al Senato nel plurinominale, indubbiamente potrebbe rosicchiare voti proprio ai democratici: l’alveo nel quale Bellitti potrebbe “pescare”, infatti, è quello di sinistra ma anche più di centro. Il Pd, dunque, potrebbe risentire pure di questa presenza. Così come della candidatura di Nicola Benedetto, pisticcese doc anche se ormai bernaldese d’adozione, che, lasciato il centrosinistra, ha deciso di correre per Noi con l’Italia (Benedetto è capolista nel proporzionale alla Camera dei Deputati). La sua presenza, però, potrebbe erodere consensi dappertutto. 
Infine, ma non per ordine d’importanza, non va dimenticato che Pisticci si compone di due aggregazioni urbane distinte: Marconia (circa 9mila abitanti, popolazione più giovane) e Pisticci paese (poco più di 6mila residenti, per lo più anziani). Una dicotomia non da poco, perché sulla carta la “giovane” Marconia potrebbe votare in maniera diversa dalla “attempata” Pisticci, forse più incline a premiare il centrodestra. 
O, forse, tutto questo è solo un’impressione. E’ il bello di Pisticci. Una comunità onesta e laboriosa che fa sempre da apripista e che, anche questa volta, potrebbe stupire. Per tornare all’antico. 
O, chissà, per accreditarsi ancora una volta quale vero e proprio laboratorio di idee. I due candidati locali, ovviamente, si augurano che il pisticcese sappia, almeno per una volta, smentire il proverbio secondo il quale nessuno è profeta in patria.
Piero Miolla 


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