mercoledì 21 febbraio 2018

Elezioni politiche: scoprite cosa chiedono le associazioni di categoria ai candidati.


Un decalogo per futuri senatori e deputati, affinché si occupino di problemi concreti e, soprattutto, cerchino di risolverli. 
Lo hanno elaborato sia Confesercenti che Confartigianato Basilicata, in rappresentanza di due settori in grande sofferenza e che abbisognano di cure urgenti. 
L’associazione che rappresenta le piccole e medie imprese lucane chiede in un documento che, a breve, verrà fuso con quello di altre associazioni di categoria e presentato alla politica, innanzitutto di porre fine al fisco retroattivo e ai “tradimenti” fiscali. “Bisogna imporre il rispetto degli statuti del contribuente e delle imprese”. Confesercenti ravvisa anche la necessità di dare vita ad un Tax Credit per le attività di vicinato, una Web-Tax, l’intensificazione della lotta all’abusivismo, l’elaborazione di misure per il recupero di immobili sfitti in aree urbane degradate e la rendicontazione obbligatoria dell’impegno dei proventi di Tari e imposta di soggiorno. Altro punto molto importante è l’istituzione del tetto fiscale: la pressione fiscale sulle piccole e medie imprese italiane, infatti, è tra le più alte d’Europa. Capitolo decontribuzione per i giovani: viene considerata incontestabile, ma la limitazione basata sull’età, per quanto utile a contrastare il blocco all’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro creato dall’innalzamento dell’età pensionabile, crea una frattura generazionale. Si chiede, inoltre, un ulteriore adeguamento della franchigia Irap attualmente spettante alle piccole imprese, elevando l’importo. A che punto è l’impresa 4.0? “Da questo fronte – segnalano da Confesercenti Basilicata - purtroppo non arrivano buone notizie: il progetto di sostegno all’innovazione continua a rivelare la sua natura industriale. La trasformazione da Industria 4.0 a Impresa 4.0 è rimasta nella sostanza solo uno slogan”. C’è poi il capitolo pensioni: “Gli interventi di aggiustamento della Fornero, in particolare per quanto riguarda l’anticipo pensionistico e il meccanismo di adeguamento all’età media, hanno escluso i lavoratori autonomi. Un problema che, per i commercianti, si somma a quello degli esodati”. Sul credito c’è poi un grande vuoto. “Occorre finanziare i fondi inter consortili di garanzia per il sostegno al credito delle Mpmi, affidando ai Confidi che hanno dimostrato di svolgere un ruolo efficace proprio a favore delle Mpmi anche da parte delle imprese operanti in agricoltura e pesca”. Per il turismo, infine, considerato che nell’ultimo anno “ha confermato di essere uno dei comparti più dinamici della nostra economia, bisogna fare di più, resuscitando il Ministero per il Turismo e dandogli ampi poteri per la promozione coordinata del brand Italia, la regolamentazione della tassa di soggiorno ed il varo di una politica unitaria sul turismo. Serve un vero e proprio Patto di Sviluppo, con politiche specifiche per le micro e piccole imprese, soprattutto stagionali, ma che preveda anche la semplificazione della burocrazia e degli oneri amministrativi, l’abbassamento del total tax rate che grava sul turismo italiano, la riduzione del costo del lavoro”. 
Confartigianato, invece, punta sulla normalità: “Cari candidati – si legge in un documento dell’associazione degli artigiani lucani – non abbiamo bisogno di effetti speciali, promesse e annunci che rischiano di deluderci con brutte sorprese: meglio rimanere per terra e osservare la realtà. Ripartiamo dalle piccole imprese: l’Italia del 2018-2023 potrà essere un grande Paese solo se il Pil riprenderà a crescere a ritmi più sostenuti rispetto ai competitor, trainato da innovazione tecnologica, esportazioni, consumi interni. Se il debito pubblico verrà riportato sotto controllo, aumentando l’efficienza della Pa centrale e decentrata, con una giustizia civile e penale funzionante. Inoltre, è necessario che l’assetto dei poteri tra Stato e territorio venga riequilibrato, riducendo il divario Nord-Sud e rendendo l’ambiente amministrativo e istituzionale più efficiente, attento alle imprese, orientato all’innovazione”. 
Piero Miolla 

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