<<La
classe politica? Deve assomigliarci, cioè essere coraggiosa e concreta. Anche
in questa campagna elettorale assistiamo al triste spettacolo delle false
promesse>>.
Così le piccole imprese lucane bollano la campagna elettorale
in corso e Confapi Matera (oltre 600 aziende per 15mila dipendenti), chiede ai
candidati che innanzitutto venga adottata <<una legge per le Pmi che ne
garantisca valore e specificità. Non da mano va snellita la burocrazia, la cui
“tassa occulta” pesa come un macigno sui bilanci aziendali, con circa 30
miliardi di euro all’anno, ingessando spesso le attività economiche e
produttive e ostacolando o, peggio, dissuadendo gli imprenditori
dall’investire>>.
E che dire dei pagamenti ritardati della Pa? <<In
un’economia come quella lucana, molto sbilanciata verso la pubblica
amministrazione, il problema dei ritardati pagamenti alle imprese è una
priorità da risolvere perché spesso le aziende paradossalmente falliscono per
eccesso di crediti. Occorre quindi sanzionare le Pa che non rispettano i tempi
di pagamento imposti dalla direttiva europea. Anche l’accesso al credito
andrebbe favorito: le Pmi, scarsamente capitalizzate, faticano a trovare
finanziamenti per gli investimenti. In Italia, la preponderanza delle banche di
investimento rispetto alle banche commerciali, sottrae risorse all’economia
reale. Condizionato dall’aumento delle sofferenze, l’accesso al credito per le
piccole e medie imprese continua a essere regolamentato da condizioni di prezzo
applicato e da un eccesso di garanzie richieste che finiscono per penalizzare
tutte le posizioni, non solo quelle maggiormente rischiose>>.
Capitolo
fiscalità: <<L’eccessiva pressione fiscale sulle aziende non è compensata
da un pari livello di servizi pubblici e altrettanto dicasi per il peso del
cuneo fiscale, che alleggerisce la busta paga dei lavoratori. Pertanto, oltre
ad abbattere il cuneo fiscale, si potrebbe anche rendere strutturale la
detassazione degli aumenti retributivi definiti a livello di contrattazione
nazionale>>.
La politica, però, dovrebbe anche favorire
“<<innovazione e green economy. L’Italia è un Paese storicamente vocato
al manifatturiero, ragione per cui ha attirato investimenti grazie a vantaggi
localizzativi. A nostro parere andrebbe incentivata maggiormente l’innovazione
nell’industria manifatturiera per rendere competitive le nostre imprese e la
green economy. Stop alle fonti fossili, che in Basilicata hanno causato più
danni che vantaggi>>.
Confapi, però, guarda anche alle opere pubbliche.
<<Occorre in Basilicata un vasto programma di opere pubbliche, le uniche
in grado di rimettere in moto l’asfittica economia oltre che di modernizzare il
Paese. Il turismo a Matera cresce a 3 cifre ma la città continua a essere
difficilmente raggiungibile. Chiediamo che gli investimenti di RFI nel
Mezzogiorno prevedano la ferrovia a Matera>>.
In tutto questo,
ovviamente, non poteva certo mancare l’occupazione giovanile. <<Finite le
agevolazioni fiscali legate alle assunzioni, l’aumento dell’occupazione
registrato in qualche settore si dimostrerà effimero. Lo sgravio contributivo,
inoltre, ha dato impulso a stabilizzare rapporti di lavoro atipici o saltuari,
più che a creare nuovi posti di lavoro. Il fallimento sostanziale del programma
nazionale Garanzia Giovani e la mancanza di politiche del lavoro e della
crescita credibili e radicali, si sommano, in Basilicata, a una situazione
drammatica: disoccupazione giovanile elevatissima, fuga dei giovani
inarrestabile, crollo delle immatricolazioni universitarie. Anziché concedere
sgravi contributivi sulle nuove assunzioni è preferibile abbassare il costo del
lavoro per tutti>>.
Infine, negli <<appalti pubblici l’anello più
debole della catena sono i fornitori, cui non spettano le tutele giuridiche
proprie dei subappaltatori: va estensa la legge 192/98 sulla subfornitura anche
ai contratti pubblici o, in alternativa, altre forme di tutela per i
subfornitori ed occorre inserire una norma che limiti il ricorso al concordato
preventivo per la continuità perché, attivato con percentuali irrisorie di pagamento
ai creditori, finisce per danneggiare gravemente le piccole imprese
creditrici>>.
Piero Miolla
Nessun commento:
Posta un commento