Basilicata terra di storia, arte,
cultura, turismo e burocrazia. In questa regione sono presenti numerose
eccellenze in svariati settori, ma il problema principale è la difficoltà nel
fare impresa. Ci si scontra con una burocrazia lenta e confusionaria, dettata
da tempi tecnici logoranti e che rendono impossibile una corretta
programmazione. Dirigenti malati e avvicendati che riscontrano evidenti difetti
di gestione da parte dei loro predecessori e, quindi, rallentano a loro volta i
processi di espletamento e lavorazione pratiche pur di non incorrere in errori
di valutazione anche se in questione sono semplicissimi documenti di routine.
Tutto questo porta le aziende a
regredire invece di svilupparsi e creare nuovi posti di lavoro nel settore di
interesse. Fare impresa di questi tempi è già molto difficile viste le vicende
internazionali che segnano una crisi che purtroppo va avanti già da un
decennio, ma se il tutto viene condito con il cattivo funzionamento del settore
pubblico, allora porta l’intero settore imprenditoriale ad un collasso.
I dati allarmanti parlano chiaro:
dal 2015 200mila giovani del Sud
sono andati via in cerca di fortune nel Nord Italia o nei Paesi esteri.
Negli anni 2017 e 2018 sono state
quasi 300 le aziende che hanno chiuso definitivamente la loro attività.
Questo fa pensare molto,
nonostante siano state messe in atto misure come “Garanzia Giovani” o il
progetto “Resto al sud”, creati appositamente per permettere ai giovani un
corretto inserimento nel mondo del lavoro e giovani imprenditori ad avviare la
propria attività partendo da un budget messo a disposizione dallo Stato.
Sicuramente in prima battuta i
numeri potevano essere incoraggianti, ma in seguito ci si è scontrati con il
“termine” di questi contratti, che hanno sancito la fine della prestazione
lavorativa senza nemmeno una formazione adeguata che potesse proiettare la
nuova leva a cercare sistemazioni simili.
Per le imprese invece, proprio
quell’aiuto da parte dello Stato si è riversato contro il giovane imprenditore;
Infatti molti ragazzi (non ben
formati), si sono lanciati in questa nuova possibilità senza fare i conti con
la triste e cruda realtà. Investire le proprie risorse senza essere ben formati
a “fare impresa”, ha portato una regressione della stessa attività fino ad
arrivare ad indebitarsi o nelle più difficili situazioni, chiudere
definitivamente solo dopo pochi mesi di attività.
Sicuramente avere dei fondi e
degli incentivi per assumere o creare nuove imprese, è una cosa positiva, ma il
fulcro di queste vicende è la formazione. Infatti investendo sulla formazione
delle risorse e sull’ aggiornamento costante della classe imprenditoriale, si
riuscirebbe a creare una filiera forte e preparata alle avversità. Un giovane
deve sentirsi parte partecipe dell’azienda dove presta servizio e non un
semplice lavoratore “a termine”, quindi trascurabile e non valorizzabile.
Allo stesso modo, però, le stesse
aziende devono investire in formazione e aggiornamento per garantire un corretto
svolgimento della policy preimpostata in apertura, garantendo la possibilità di
non fallire dopo pochi mesi dall’ avviamento della stessa.
Se, oltre queste difficoltà, si
inseriscono quelle inerenti le autorizzazioni pubbliche, il caos è garantito.
Mi sono trovato in prima persona
in una situazione simile, poiché dovendo effettuare dei lavori di manutenzione,
dovevo relazionarmi con più uffici regionali, nonostante l’autorizzazione fosse
soltanto una.
Ma la cosa singolare, che ogni
ufficio oltre a lavorare le pratiche con tempi biblici, interpretava con un
regolamento nettamente differente da quello di un altro ufficio regionale
sempre preposto a lavorare la medesima richiesta. Giustamente un imprenditore
volenteroso di sviluppare la propria azienda e il proprio territorio, vedendosi
imbrigliato tra questi tempi e questi dirigenti (alle volte anche poco
cortesi), inizia a fermarsi non investendo o, scegliendo di lasciare la
Basilicata ed andare in altre zone d’Italia dove verrebbe rispettato e messo
nelle migliori condizioni di operare.
Non nascondo di essere stato
avvicinato da molte personalità delle coste del centro e Nord Italia, che mi
incitavano e proponevano di andare da quelle parti a realizzare i miei progetti
a loro avviso “Vincenti”.
Ad oggi quello che mi viene da
dire è che questa terra ha davvero molte peculiarità, molte eccellenze da poter
valorizzare, quindi spero che tutti gli uffici pubblici riescano a sveltire le
pratiche di ogni genere, così da poter permettere alla classe imprenditoriale
di poter investire e programmare in questo territorio, senza dover
abbandonarlo. Solo con gli investimenti, la programmazione e la semplificazione
burocratica questa regione potrà svilupparsi in maniera esponenziale creando
posti di lavoro e aziende solide in ogni settore.
Giuseppe Ferrara
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