martedì 20 marzo 2018

In Basilicata è corsa alle armi?


In Basilicata, nel 2016, si è registrato un aumento del 46,1 per cento della richiesta di licenze di porto d’armi ad uso sportivo. Lo ha rivelato il ministero degli Interni prendendo in esame, in realtà, un periodo quadriennale che va dal 2014 al 2107, nel corso del quale, in Italia, l’aumento è stato del 41,63 per cento, ma solo per le richieste di licenze di porto d’armi a uso sportivo. Solo lo scorso anno le licenze in più, rispetto al 2016, sono state 80.416. Calano del 12,01 per cento, invece, le richieste di licenze per difesa personale, mentre i numeri relativi alla caccia sono stabili negli anni. Più nel dettaglio, le Regioni in cui si è registrato il maggior numero di licenze di porto d’armi sportivo, sempre nel periodo dal 2014 al 2016, sono state la Lombardia (+43,1 per cento), Marche (+42,4), Molise (+52,6) e, appunto, la Basilicata. 
Il dato, evidentemente, non può essere però tradotto automaticamente in una corsa alle armi: le licenze di porto d’armi sportive, infatti, sono diversa da quelle per uso personale. Quanto reso noto dal Viminale, dunque, non vuol dire tout court che nella nostra regione c’è una corsa alle armi, magari frutto di una paura o un senso di insicurezza sempre più marcato che aleggia nella nostra gente. Certo, anche se i dati del Ministero dell’Interno acclarano che, nel 2017, sono diminuiti in Italia omicidi (-11,2 per cento), rapine (-8,7) e furti (-7), resta il dato che, a essere meno sicure, sono proprio le mura di casa. I
l che potrebbe teoricamente avvalorare la teoria della corsa alle armi, anche in Basilicata. Peccato che, incrociando i dati delle due questure lucane con le testimonianze di numerosi titolari di armerie in regione, appare chiaro che, in realtà, l’andamento delle vendite di armi è in calo. Insomma, a conti fatti l’incremento deciso delle richieste di porto d’armi ad uso sportivo non fa rima con un aumento del senso di insicurezza dei cittadini e di un conseguente innalzamento delle vendite di fucili e pistole. Almeno per il momento.
Piero Miolla

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