“Il Consiglio di Stato ha dato il via libera a
un’indagine sismica 3d su uno specchio di acqua di 748,7 chilometri nel Golfo
di Taranto, autorizzata dal governo all’epoca presieduto da Matteo Renzi nel
permesso di ricerca D79”.
Lo hanno reso noto Noscorie Trisaia e Mediterraneo
Noscorie, ricordando che “il permesso di ricerca D79 era stato uno dei primi
richiesti nel Golfo di Taranto dalla Enel Longanesi, poi ceduto alla Aleanna
Italia, società con sede a Roma e Matera. Enel Longanesi era poi uscita
dall’upstream-gas e dalla ricerca petrolifera in mare, ritenendo non
conveniente investire in questo settore. Tra le motivazioni per cui la stessa
Regione Basilicata aveva perso il ricorso al Tar del Lazio sul permesso D79, vi
era anche quella di non aver fornito osservazioni al ministero dell’Ambiente
sull’impatto ambientale del permesso stesso, cosi come hanno fatto Comuni,
comitati e associazioni. Ora – si legge nella nota delle due associazioni -
potranno essere soddisfatti quelli di Confindustria Basilicata che vogliono più
fossile, mentre non sappiamo cosa ne pensa Confindustria turismo e pesca,
sempre se in Basilicata esistono. Continueranno ancora il presidente Marcello
Pittella, Vito De filippo e il Pd lucano nella falsa opposizione alle trivelle
in mare, mentre hanno aperto le porte sulla terraferma alle compagnie
petrolifere?”, è la domanda posta dalle due associazioni.
"Continuerà l’ex
viceministro Filippo Bubbico, dopo le autorizzazioni a cui ha partecipato con
il Governo Renzi, a pensare di trivellare lo Jonio? Questo procedimento
amministrativo avviato dal governo Renzi dovrà tenere comunque conto, qualora
si avviasse la ricerca petrolifera con l’air gun, dell’impatto ambientale che
ci potrebbe essere su delfini, corallo bianco, biocenosi, pesca ed ecosistemi
del nostro mare. Avevamo più volte chiesto al ministero dell’Ambiente di
avviare un punto ambientale zero o bianco dei nostri mari, anche tenuto conto
della presenza delle navi dei veleni nello Jonio e nei mari meridionali”.
Piero Miolla
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