domenica 4 marzo 2018

Tirvellazioni: dal Consiglio di Stato novità negative per il popolo lucano..

“Il Consiglio di Stato ha dato il via libera a un’indagine sismica 3d su uno specchio di acqua di 748,7 chilometri nel Golfo di Taranto, autorizzata dal governo all’epoca presieduto da Matteo Renzi nel permesso di ricerca D79”. 
Lo hanno reso noto Noscorie Trisaia e Mediterraneo Noscorie, ricordando che “il permesso di ricerca D79 era stato uno dei primi richiesti nel Golfo di Taranto dalla Enel Longanesi, poi ceduto alla Aleanna Italia, società con sede a Roma e Matera. Enel Longanesi era poi uscita dall’upstream-gas e dalla ricerca petrolifera in mare, ritenendo non conveniente investire in questo settore. Tra le motivazioni per cui la stessa Regione Basilicata aveva perso il ricorso al Tar del Lazio sul permesso D79, vi era anche quella di non aver fornito osservazioni al ministero dell’Ambiente sull’impatto ambientale del permesso stesso, cosi come hanno fatto Comuni, comitati e associazioni. Ora – si legge nella nota delle due associazioni - potranno essere soddisfatti quelli di Confindustria Basilicata che vogliono più fossile, mentre non sappiamo cosa ne pensa Confindustria turismo e pesca, sempre se in Basilicata esistono. Continueranno ancora il presidente Marcello Pittella, Vito De filippo e il Pd lucano nella falsa opposizione alle trivelle in mare, mentre hanno aperto le porte sulla terraferma alle compagnie petrolifere?”, è la domanda posta dalle due associazioni. 
"Continuerà l’ex viceministro Filippo Bubbico, dopo le autorizzazioni a cui ha partecipato con il Governo Renzi, a pensare di trivellare lo Jonio? Questo procedimento amministrativo avviato dal governo Renzi dovrà tenere comunque conto, qualora si avviasse la ricerca petrolifera con l’air gun, dell’impatto ambientale che ci potrebbe essere su delfini, corallo bianco, biocenosi, pesca ed ecosistemi del nostro mare. Avevamo più volte chiesto al ministero dell’Ambiente di avviare un punto ambientale zero o bianco dei nostri mari, anche tenuto conto della presenza delle navi dei veleni nello Jonio e nei mari meridionali”. 
Piero Miolla 
 

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