sabato 7 aprile 2018

Una folla commossa ha salutato i tre giovani di Ferrandina scomparsi in un tragico incidente.


Petali di rose e confetti e riso, bolle di sapone e palloncini bianchi. Così una folla immensa e immensamente commossa e triste, proveniente non solo da Ferrandina, ha tributato l’ultimo saluto a Luigi e Felice Porzio, 33 anni il primo, 28 il secondo, e della promessa sposa di quest’ultimo, Rosa Locaso, di 28 anni, le tre vittime ferrandinesi dell’incidente stradale avvenuto due giorni fa sulla Basentana. 
La scelta di accogliere i feretri dei tre giovani aragonesi con petali di rose e confetti di riso, a quanto pare, è stata fatta perché Rosa e Felice erano prossimi alle nozze: un chiaro riferimento a quel matrimonio che tutti erano pronti a festeggiare, ma che per un tragico disegno non si celebreranno. Nozze che avrebbero accomunato anche Luigi Porzio, che sarebbero stato uno dei testimoni. Nella chiesa di San Domenico, infatti, il 12 maggio i due giovani si sarebbero uniti in matrimonio ed anche la scelta di celebrare il funerale in quello stesso edificio di culto nel quale si sarebbero promessi eterno amore, non è stata casuale. 
Nel giorno in cui Ferrandina si è praticamente fermata (il sindaco Gennaro Martoccia, infatti, ha proclamato il lutto cittadino) con tutte le attività commerciali chiuse e listate a lutto, i tre parroci del centro basentano, don Pierdomenico Di Candia, don Giampaolo Grieco e don Glauco Carriero, hanno officiato la funzione, insieme anche a don Giuseppe Lavecchia, parroco ferrandinese di Bernalda. Nell’omelia don Di Candia ha esaltato il silenzio. 
“Nessuna parola – ha spiegato il parroco – avrebbe la forza di spiegare e far comprendere il dolore che proviamo in questi momenti”. Meglio un silenzio composto, profondo, se vogliamo, assordante, dunque, che qualunque parola. Don Di Candia ha poi fatto un paragone con la recente resurrezione di Cristo, quasi ad immaginare la morte dei tre giovani come la fine di un viaggio terreno ma l’inizio di una nuova vita. Il parroco, però, non ha mancato di fare cenno anche alla pericolosità della Basentana: “Mi auguro che la morte di questi tre giovani non sia vana: spero sia la volta buona che si agisca per evitare che non ce ne siano altre”. Tutta la cerimonia funebre è stata accompagnata da un silenzio totale, surreale, a dispetto dalla moltitudine di persone che ha affollato non solo la chiesa, ma anche il sagrato e le strade attigue. 
Fuori da San Domenico, peraltro, la banda “Mascolo” ha sprigionato le sue note, con il trombone di Felice Porzio, componente della banda, listato a lutto e posto in prima fila, contrariamente all’ordine degli strumenti che, di solito, accompagnano i complessi bandistici. La banda, all’uscita dei feretri dalla chiesa, ha accompagnato con la Marcia di Radeztky un breve corteo che ha trasportato a spalla le tre bare, fino ai mezzi nei quali sono state adagiate. Poi, dalla piazza principale di Ferrandina e fino al cimitero, Luigi, Felice e Rosa sono stati accompagnati da un lunghissimo e commosso corteo. Che, silenziosamente e in preda a un dolore straziante, li ha accompagnati nel loro ultimo viaggio. 
Alla cerimonia funebre era presente, oltre al sindaco di Ferrandina, Gennaro Martoccia, anche quello di Salandra, Gianfranco Tubito. Infine, il vescovo della diocesi di Matera-Irsina, mons. Giuseppe Caiazzo, impossibilitato a presenziare al rito funebre, ha fatto pervenire un lungo e commosso messaggio di cordoglio alle famiglie, con la promessa di recarsi a Ferrandina appena possibile per portare loro conforto in forma privata. 
Piero Miolla
 

Nessun commento:

Posta un commento