Petali di rose e confetti e riso,
bolle di sapone e palloncini bianchi. Così una folla immensa e immensamente
commossa e triste, proveniente non solo da Ferrandina, ha tributato l’ultimo
saluto a Luigi e Felice Porzio, 33 anni il primo, 28 il secondo, e della
promessa sposa di quest’ultimo, Rosa Locaso, di 28 anni, le tre vittime
ferrandinesi dell’incidente stradale avvenuto due giorni fa sulla Basentana.
La
scelta di accogliere i feretri dei tre giovani aragonesi con petali di rose e
confetti di riso, a quanto pare, è stata fatta perché Rosa e Felice erano
prossimi alle nozze: un chiaro riferimento a quel matrimonio che tutti erano
pronti a festeggiare, ma che per un tragico disegno non si celebreranno. Nozze
che avrebbero accomunato anche Luigi Porzio, che sarebbero stato uno dei
testimoni. Nella chiesa di San Domenico, infatti, il 12 maggio i due giovani si
sarebbero uniti in matrimonio ed anche la scelta di celebrare il funerale in
quello stesso edificio di culto nel quale si sarebbero promessi eterno amore,
non è stata casuale.
Nel giorno in cui Ferrandina si è praticamente fermata (il
sindaco Gennaro Martoccia, infatti, ha proclamato il lutto cittadino) con tutte
le attività commerciali chiuse e listate a lutto, i tre parroci del centro
basentano, don Pierdomenico Di Candia, don Giampaolo Grieco e don Glauco
Carriero, hanno officiato la funzione, insieme anche a don Giuseppe Lavecchia,
parroco ferrandinese di Bernalda. Nell’omelia don Di Candia ha esaltato il
silenzio.
“Nessuna parola – ha spiegato il parroco – avrebbe la forza di
spiegare e far comprendere il dolore che proviamo in questi momenti”. Meglio un
silenzio composto, profondo, se vogliamo, assordante, dunque, che qualunque
parola. Don Di Candia ha poi fatto un paragone con la recente resurrezione di
Cristo, quasi ad immaginare la morte dei tre giovani come la fine di un viaggio
terreno ma l’inizio di una nuova vita. Il parroco, però, non ha mancato di fare
cenno anche alla pericolosità della Basentana: “Mi auguro che la morte di
questi tre giovani non sia vana: spero sia la volta buona che si agisca per
evitare che non ce ne siano altre”. Tutta la cerimonia funebre è stata
accompagnata da un silenzio totale, surreale, a dispetto dalla moltitudine di
persone che ha affollato non solo la chiesa, ma anche il sagrato e le strade
attigue.
Fuori da San Domenico, peraltro, la banda “Mascolo” ha sprigionato le
sue note, con il trombone di Felice Porzio, componente della banda, listato a
lutto e posto in prima fila, contrariamente all’ordine degli strumenti che, di
solito, accompagnano i complessi bandistici. La banda, all’uscita dei feretri
dalla chiesa, ha accompagnato con la Marcia di Radeztky un breve corteo che ha
trasportato a spalla le tre bare, fino ai mezzi nei quali sono state adagiate.
Poi, dalla piazza principale di Ferrandina e fino al cimitero, Luigi, Felice e
Rosa sono stati accompagnati da un lunghissimo e commosso corteo. Che,
silenziosamente e in preda a un dolore straziante, li ha accompagnati nel loro
ultimo viaggio.
Alla cerimonia funebre era presente, oltre al sindaco di
Ferrandina, Gennaro Martoccia, anche quello di Salandra, Gianfranco Tubito.
Infine, il vescovo della diocesi di Matera-Irsina, mons. Giuseppe Caiazzo,
impossibilitato a presenziare al rito funebre, ha fatto pervenire un lungo e
commosso messaggio di cordoglio alle famiglie, con la promessa di recarsi a
Ferrandina appena possibile per portare loro conforto in forma privata.
Piero Miolla
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