Nitriti, solfati e altre sostanze ritrovate oltre
le soglie di legge. Dai risultati che l’Arpab ha pubblicato sul proprio sito
(www.arpab.it) arriva la conferma che le falde nei pressi della discarica
Ecobas di contrada Pantone, a Pisticci, sono inquinate.
Effettuati campionamenti sia sui terreni che
sulle falde acquifere: sui primi “non sono stati riscontrati superamenti dei
limiti normativi previsti”, si legge sul sito dell’Agenzia, mentre, “nelle
acque sotterranee sono stati riscontrati superamenti dei limiti della tabella
2, all.5, parte IV del D.Lgs.152/2006, comunicati alle autorità competenti”.
Più nel dettaglio, il campione del 13 marzo ha fatto emergere come la presenza
di nichel sia vicina alla soglia, mentre nitriti, solfati, manganese e boro sono
oltre le citate soglie.
Nello stesso giorno, anche i risultati dei
campionamenti su un altro piezometro hanno dato risultati poco confortanti per
nichel, nitriti, solfati, boro, manganese, oltre alla presenza di ammonio,
antimonio, selenio, cloruri, arsenico, bario, cadmio, mercurio. Altri prelievi
sono stati svolti il 20 febbraio: anche in questo caso valori oltre soglia per
nichel, arsenico ed altri.
“Già dall’ottobre del 2017 – ha ricordato Giorgio
Santorielli, legale rappresentante di Cova Contro - Arpab aveva rilevato in
queste falde pesante contaminazione da ferro, manganese e nitriti, per decine
di volte la soglia di legge. E’ strano l’andamento al rialzo nei medesimi
piezometri di alcuni parametri a distanza di meno di un mese dal prelievo. Purtroppo
nelle analisi mancano diverse sostanze imposte per legge come cromo esavalente,
cianuri, fluoruri, idrocarburi totali, nitrobenzeni, clorobenzeni, fenoli,
ammine, fitofarmaci, ftalati, pcb, amianto, acrillamide e diossine. Perché
alcune discariche, come quella di San Mauro Forte a fronte degli sforamenti di
pochissimi parametri ha visto condanne già dal 2016 per sindaco e responsabile
dell’Ufficio Tecnico ed, invece, altre discariche sembrano godere di una sorta
di immunità?”, si è chiesto Santoriello, che ha ricordato come “l’area è a
rischio di dissesto idrogeologico e non esistono dati sui gas emessi dal bacino
discarica e sullo stato delle altre matrici ambientali nella zona, per non
parlare delle altre anomalie da noi già documentate dal 2016”.
“La
discarica in questione è vicina ai pozzi di gas Eni – ha ricordato Giorgio
Santoriello sul sito http://analizebasilicata.altervista.org -: dalle foto si
evince l’enorme forra che la costeggia e lo stato di degrado di alcuni
versanti, con i soliti ed anomali tubi ballerini che, dalla discarica, vanno
verso l’esterno. Durante la ricognizione del 30 gennaio – ha raccontato il
legale rappresentante di Cova Contro - la puzza di uova marce era forte nei
pressi, e numerose cose ci sfuggono ancora a distanza di anni”.
Quali, in
particolare? “Perché quei serbatoi in parte bruciati sono parcheggiati a bordo
discarica e a ridosso di potenziali via di scolo; che fine ha fatto il tubo da
noi già rinvenuto nella forra vicina e perché vi sono tracce cosi estese e persistenti
di movimento terra e di passaggio di mezzi pesanti? A cosa serviva quel tubo
tra Ecobas e pozzo Pisticci 2? Dove sono i dati sui gas emessi dalla
discarica?” Infine, ha aggiunto Santoriello, le analisi sulla discarica di
Pisticci “ci ricordano che su molte altre discariche Arpab non ha pubblicato
neanche un dato in questi anni. Continuiamo a violare il buonsenso pensando che
il danno d’immagine siano le denunce e non le continue inadempienze delle
pubbliche istituzioni”.
Piero Miolla
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