Da gennaio ad aprile del 2018 in
Basilicata le domande di Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego) sono
aumentate dell’11,5 per cento rispetto all’anno scorso, attestandosi sulle 5.539
nuove richieste. Il dato è stato reso noto dall’Inps (Istituto nazionale della
previdenza sociale) che ha anche svelato come, sempre nella nostra regione,
siano del pari aumentate le ore di cassa integrazione, arrivate nel complesso a
più di due milioni, con un emblematico + 38 per cento rispetto allo stesso
periodo di un anno fa.
Numeri e statistiche che fanno della Lucania la regione
d’Italia con l’incremento maggiore, proprio mentre in quasi tutte le altre
regioni la cassa integrazione è in discesa (fanno eccezione la Sardegna, la Val
d’Aosta e, appunto, la Basilicata). Più nel dettaglio, è stata soprattutto la
cassa integrazione ordinaria, che nei primi sei mesi dal 2018 ha fatto
registrare un eloquente + 163,7 per cento, con le ore autorizzate più che
raddoppiate in dodici mesi. Anche in questo caso, peraltro, il dato è quello
più alto a livello nazionale. Dati, questi, indubbiamente influenzati
dall’andamento della Fca di San Nicola di Melfi, dove, nell’ultimo anno, si è
fatto spesso ricorso alla cassa integrazione sia per la linea di produzione
della Punto che, da ultimo, anche per quella relativa ai Suv.
Dati che devono
indubbiamente fare riflettere e che impongono, oltre a un’analisi dettagliata e
seria, anche l’individuazione di una veloce cura per il rilancio del mercato
del lavoro lucano. Sui dati dell’Inps, in particolare quelli relativi alla
Naspi, il segretario generale di Basilicata, Angelo Summa, ritiene che essi
siano “un’ulteriore conferma di quanto abbiamo già affermato nel nostro
rapporto sull’economia regionale del 28 maggio scorso. L’occupazione stabile
diminuisce e crescono solo i rapporti di lavoro occasionali nel settore
terziario. Ma – ha ricordato Summa - si tratta pur sempre di lavoro povero:
poche ore e a basso salario”.
Inoltre, questo contesto non è il solo, perché,
sempre a giudizio di Summa, “il tutto va affiancato all’assenza di una
strategia regionale di sviluppo che punti a concentrare le risorse in alcuni
settori chiave, abbandonando la logica della frammentazione degli interventi”.
E così, la Basilicata continua ad arrancare facendo segnare percentuali
preoccupanti ed emblematiche di una situazione che, nonostante i proclami e le
illusioni, continua invece a segnare il passo. Il lavoro latita e spesso è un
miraggio, i giovani non hanno altra scelta che andare via e la politica litiga su
come conservare le poltrone. Magari tentando di scimmiottare leggi elettorali
nazionali che, come è noto, hanno solo avuto la funzione di esaltare
l’ingovernabilità. Forse, la cassa integrazione sarebbe meglio applicarla alla
classe politica, locale e nazionale.
Piero Miolla
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