Nel
2016, la produzione regionale di rifiuti speciali pericolosi in Basilicata è
quasi raddoppiata rispetto all’anno precedente, attestandosi sulle 93mila
tonnellate. Nel complesso i rifiuti speciali (pericolosi e non) sono diminuiti,
attestandosi a 1,2 milioni di tonnellate, lo 0,9% del totale nazionale.
Il dato
è contenuto nel Rapporto Rifiuti Speciali 2018 dell’Ispra, secondo il quale il
40% dei rifiuti speciali prodotti in regione deriva da attività di demolizione
e costruzione. Del rimanente 60% la maggior parte è prodotta da attività di
trattamento di rifiuti e delle acque reflue e da attività di estrazione di
minerali. Quest’ultima tipologia è poi la componente principale della
produzione di rifiuti speciali pericolosi. Nel 2016 la gestione dei rifiuti
speciali nella regione Basilicata ha interessato circa 1,4 milioni di
tonnellate, di cui 1,3 milioni non pericolosi e circa 90 mila pericolosi. Al recupero
di materia sono sottoposte 694mila tonnellate di rifiuti speciali che
rappresentano il 51% del totale gestito. In particolare, il recupero di
sostanze inorganiche ha concorso per il 31% al recupero totale di materia. Residuale
è stato l’utilizzo dei rifiuti come fonte di energia nei due impianti regionali
a ciò preposti, ubicati a Potenza e Matera, pari a poco più di 12 mila tonnellate
(0,9% del totale gestito).
Alle operazioni di smaltimento sono state, invece,
avviate complessivamente circa 539mila tonnellate di rifiuti speciali (39% del totale
gestito): poco più di 82mila tonnellate (6% del totale gestito) sono smaltite
in discarica, 430mila (31,4% del totale gestito) sono state sottoposte ad altre
operazioni di smaltimento quali trattamento chimico-fisico, trattamento
biologico, mentre circa 26mila (1,9% del totale gestito) sono state avviate a
incenerimento nell’unico impianto di Melfi. Sono 5 le discariche adibite allo
smaltimento di rifiuti speciali, di cui 3 per rifiuti inerti (Francavilla,
Lavello e Moliterno) e 2 per rifiuti non pericolosi (Ferrandina e Guardia
Perticara); in esse si è registrato un incremento dei rifiuti smaltiti del 73,4%
rispetto al 2015 (+35mila tonnellate).
C’è poi da aggiungere che circa 18.500
tonnellate di rifiuti pericolosi (quasi tutti provenienti da operazioni di
costruzione e demolizione, compreso il terreno escavato proveniente da siti
contaminati) sono stati smaltiti in discariche destinate esclusivamente a
rifiuti non pericolosi, cosa consentita ai sensi di quanto previsto
dall’articolo 7 del decreto legislativo 36/03, solo per i rifiuti pericolosi
stabili e non reattivi che soddisfano i criteri di ammissibilità previsti dal
D.M. 27 settembre 20103 (art. 6, comma 4 - tabella 5). Inoltre due di queste
discariche sono state utilizzate anche per smaltire 11 tonnellate di rifiuti
contenenti amianto: Ferrandina e Guardia Perticara.
Non vi sono rifiuti
speciali sottoposti a ricondizionamento preliminare. Mille e 700 tonnellate di
rifiuti speciali sono stati esportati dalla Basilicata in paesi esteri per il
recupero o lo smaltimento e solo 48 tonnellate sono state importate dall’estero,
entrambi costituiti interamente da non pericolo. Il dato nazionale, invece,
parla di una produzione nazionale dei rifiuti speciali che si è attestata a
quasi 135,1 milioni di tonnellate.
La produzione dei rifiuti speciali non
pericolosi è risultata pari a circa 67,6 milioni di tonnellate, a cui vanno
aggiunti quasi 3,9 milioni di tonnellate relativi alle stime effettuate per il
settore manifatturiero e per quello sanitario. Il quantitativo di rifiuti
speciali pericolosi prodotto, nel 2016, è risultato pari a 9,6 milioni di tonnellate.
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