Un calo di circa il 70 per cento
nella raccolta che, inevitabilmente, si riverbera sulla produzione di olio.
Anche a Ferrandina, un po’ la “capitale” dell’olio di oliva nel Materano, la
stagione olivicola di quest’anno non sarà annoverata tra le migliori. Anzi. A
sentire Rosanna Lacertosa, amministratrice dell’omonima azienda del settore,
“se consideriamo gli ultimi 10 anni, questa è di gran lunga la peggiore
stagione. Mai come quest’anno, infatti, abbiamo avuto danni notevoli nelle
nostre campagne, fino a circa il 70 per cento in meno”.
A cosa addebitare
questo stato di cose? “Certamente il colpo di grazia è arrivato dal vento
fortissimo della settimana scorsa – ha spiegato Lacertosa –, che ha favorito la
caduta del prodotto dall’albero, ma va anche detto che il caldo prolungato,
l’umidità e la nebbia di settembre hanno inciso notevolmente sul decremento di
produzione. Fino alla settimana scorsa avevamo circa il 50 per cento in meno di
prodotto, poi, dopo la tempesta di fine ottobre siamo arrivati al dato prima
citato”.
Dal punto di vista qualitativo, quelle poche olive rimaste che in che
stato sono? “Bisogna distinguere tra chi ha provveduto a fare i trattamenti e
chi, invece, non li ha fatti. Nel primo caso sicuramente il prodotto, sebbene
quantitativamente scarso, è comunque buono dal punto di vista qualitativo.
Ovviamente per chi non ha fatto il trattamento il prodotto è di pessima
qualità”.
Come mai? “A settembre e ottobre abbiamo avuto un aumento consistente
di attacchi delle cosiddette mosche, proprio a causa del clima umido e dal
caldo. Poi ci si è messa di mezzo anche la pioggia. Calcoli, inoltre, che in
alcune zone le olive sono state colpite pure dai funghi”. Insomma, un vero e
proprio disastro. Il problema è che non è la prima volta che capita, anche se
quest’anno il decremento di produzione è stato più alto che in passato.
“Stiamo
andando incontro a cambiamenti climatici importanti: basti pensare che,
soprattutto nell’ultimo decennio, abbiamo assistito a una corposa
diversificazione del clima, che inciso in modo pesante sulla produzione”.
Morale della favola? Secondo Lacertosa, negli ultimi 10 anni “ci sono state 4
campagne buone, un paio medie e il resto molto scarse, sempre a causa della
mosca. Tutto questo determinato dai cambiamenti climatici. Da quando lavoro in
azienda, e sono 25 anni, ho riscontrato un cambiamento notevole del clima che,
come detto, ha inciso sulla produzione in modo marcato”.
A risentirne
soprattutto la maiatica, una delle prelibatezze della zona di Ferrandina. “Le
piante sono diventate molto fragili a causa soprattutto della nebbia e
dell’umidità, specie la maiatica che è molto delicata. Il microclima è
importantissimo – ha rimarcato Lacertosa – e bastano anche piccoli cambiamenti
per far sì che la pianta ne risenta”. L’azienda Lacertosa è tra le più antiche
e radicate di Ferrandina, con circa 6mila piante di ulivo disseminate anche a
Matera e Salandra.
“In tutte e tre le zone abbiamo avuto danni quest’anno: ciò
le permette di comprendere quale situazione stiamo vivendo. Volendo fare una
comparazione con la campagna dell’anno scorso, la differenza si attesta sul
50-60 per cento di prodotto in meno”. Le considerazioni sopra riportate,
infine, costringono i produttori anche ad anticipare la raccolta. “Quest’anno
abbiamo iniziato il 10 ottobre, nel tentativo di conferire al frantoio un
prodotto qualitativamente accettabile”, ha concluso Lacertosa.
Piero Miolla
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