Ferrosud, Aleandri, Natuzzi e
Nolè. Non c’è solo la vertenza relativa alla Gazzetta del Mezzogiorno ad
animare e preoccupare lavoratori e cittadini in queste vacanze di Natale 2018.
Le problematiche inerenti il mondo del lavoro, in provincia di Matera, possono
facilmente essere riassunte in queste cinque vertenze, che, però, non sono
certo le uniche. Se i problemi legati al giornale sono noti e, peraltro,
ampiamente sviluppati in questi giorni, quelle dei
circa 80 dipendenti dell’azienda che a Matera producono materiale rotabile
(Ferrosud), dei 60 dell’azienda di trasporti Nolè, ma anche dei circa 350
materani che lavorano per il colosso dei salotti, Natuzzi, e i 30 dell’Aleandri,
ai quali l’azienda che dovrebbe realizzare l’ultimo tratto della Bradanica ha
comunicato la risoluzione del contratto in attesa che l’azienda definisca il
percorso burocratico con Anas, forse lo sono meno. In totale fanno circa 500
persone che, al momento, sono in attesa di buone nuove e nutrono parecchi dubbi
sul proprio futuro lavorativo. Soprattutto, aspettano che la politica, sia
quella locale che quella nazionale, si faccia carico anche delle loro vertenze,
così come ha fatto di recente per altre situazioni molto delicate in tutta Italia.
Insomma, l’autista della ditta Nolè, così come il carpentiere della Ferrosud o
il caposquadra della Aleandri e l’operaio della Natuzzi, chiedono sia alla
Regione Basilicata che al Governo “giallo-verde” di adoperarsi per tentare di
risolvere le vertenze che riguardano gli stabilimenti siti in provincia di
Matera. Situazioni difficili, quindi, anche se vanno pur sempre fatte le debite
differenze. La situazione degli operai della Natuzzi, ad esempio, sembra essere
quella che ha minori preoccupazioni. Per i dipendenti degli stabilimenti lucani
di La Martella e Iesce1 (in totale 220 persone), infatti, è in arrivo dal 1°
gennaio il contratto di solidarietà per ristrutturazione, che riguarderà anche
tutti quelli che lavorano negli stabilimenti pugliesi. Per poco meno di 500
lavoratori (per la precisione 492), poi, la solidarietà sarà a zero ore per
almeno un paio di mesi. In buona sostanza, coloro che avranno le zero ore
dovranno riqualificarsi per poi ripartire, stante il nuovo piano industriale
presentato al ministero. Un piano che prevede che la Natuzzi non debba più
rivolgersi a ditte esterne per alcune lavorazioni, ma le effettuerà in proprio.
Attraverso la riqualificazione. Per loro, dunque, situazione come detto non
molto preoccupante e, sembrerebbe, sulla via della risoluzione.
Di diverso
tenore, invece, le vertenze Nolè, Ferrosud e Aleandri. Nel primo caso, i 60
dipendenti non percepiscono gli stipendi da ottobre, con annessa tredicesima:
una situazione che, a quanto pare, non sarebbe migliorata neanche dopo che la
Regione ha dato il via libera a circa 40 milioni di euro per le aziende del
Cotrab, di cui la Nolè fa parte. Della Ferrosud, invece, parliamo a parte,
mentre resta la questione Aleandri. Qui il nodo è anche di natura tecnica, nel
senso che l’azienda ha annunciato il licenziamento di 30 lavoratori in attesa
di definire con Anas la questione legata all’ultimo tratto della statale e, in
particolare, alla variante per un cavalcavia nei pressi di Borgo Picciano che
mostrerebbe una certa instabilità. L’opera, come si ricorderà, era tra quelle
indicate come prioritarie in vista di Matera 2019 ed invece, a meno di
clamorosi sviluppi (in realtà, di un miracolo), la Bradanica non potrà essere
consegnata in toto entro l’anno che vedrà Matera capitale europea della
cultura. In questo caso, come detto, la vertenza investe anche un terzo
soggetto (Anas), che dovrà definire con la ditta esecutrice dei lavori la
variante citata. E intanto, i dipendenti, aspettano buone nuove.
Piero Miolla
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