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sabato 17 marzo 2018

I Giovani Democratici e la batosta elettorale: il parere dei circoli di Pisticci-Marconia e Policoro.

Il Partito Democratico è lontano dalla gente e dai bisogni reali, ma paga anche l’indubbia influenza internazionale: nel contesto mondiale, infatti, tutti i partiti socialisti stanno subendo sconfitte elettorali in favore dei cosiddetti movimenti sovranisti. 
In estrema sintesi, è questa l’analisi del voto del 4 marzo e, soprattutto, della batosta elettorale subita dal Pd in Italia e in Basilicata, analisi contenuta in un documento elaborato da Marco Losenno, segretario dei Giovani Democratici di Pisticci-Marconia. 
“Le elezioni politiche del 4 marzo – ha spiegato Losenno nel suo documento di analisi - hanno consegnato un risultato netto, tanto nel Paese quanto nel nostro territorio. Il dato politico è una sconfitta elettorale per il Partito Democratico, ampia ed evidente. Questo, a nostro parere, accade per numerosi motivi coincidenti, che partono da uno scenario internazionale fino ad arrivare alle questioni della politica locale”. 
Losenno ha così argomentato: “E’ evidente che, dopo la crisi economica mondiale e la contemporanea incapacità delle nostre democrazie di saper difendere i mercati interni dall’avvento della globalizzazione, i partiti socialisti, che teorizzano una società aperta ai cambiamenti del mondo, pagano elettoralmente in maniera maggiore rispetto ai partiti sovranisti. D’altra parte, però, c’è da dire che gran parte dei nostri cittadini, nonostante il grande sforzo profuso dai Governi guidati da Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, hanno visto il Partito Democratico come un partito nemico, lontano dai bisogni dai cittadini”. 
Il motivo di questa visione, a giudizio di Losenno, è chiaro: “Secondo noi, il Pd sui temi forti di questa campagna elettorale, come quello della sicurezza e dell’immigrazione, ha mostrato ancora di essere soggetto a delle reazioni ideologiche novecentesche”. Ma non è tutto, perché “non ha sicuramente aiutato, a nostro parere, il fatto di aver calato dall’alto molte riforme anche utili per il Paese, come per esempio la cosiddetta Buona Scuola”. 
C’è poi il dato locale: “In Basilicata e, di riflesso, anche a Pisticci, oltre alla tendenza nazionale si è registrato un fortissimo segnale di dissenso nei confronti del Governo regionale. Dissenso che impone a tutto il centrosinistra una forte riflessione in vista delle prossime elezioni regionali e anche delle tante sfide che attendono i nostri territori”, ha concluso Losenno.  
“Il risultato elettorale parla chiaro: la sconfitta per il Pd è stata netta: è giunto il momento di una nuova stagione politica in cui i giovani siano il perno del partito e della politica”. A parlare è Pasquale Labollita, segretario dei Giovani Democratici di Policoro, per il quale “il Pd non solo ha perso l’appoggio dal basso, ma persino assunto il ruolo di potere forte. Oggi i giovani, gli operai, gli insegnanti, i più deboli, votano M5S e Lega, e gli imprenditori votano Pd. L’ascesa politica del M5S e della Lega si può e si deve attribuire anche al Pd. La nostra generazione è rimasta aggrappata ai racconti e alle foto sbiadite di Berlinguer, non riconoscendosi più in questa classe politica”. 
Più in generale, a giudizio di Labollita, la colpa del Pd è essersi “trincerato nella nostra torre d’avorio, perso il contatto con la realtà e le problematiche quotidiane, ancorati nei palazzi di potere: le sezioni, luogo storicamente di incontro, discussione e proposte, non esistono più, se non in occasione delle elezioni. Abbiamo abbandonato piazze, banchetti, rapporti con le persone”. 
Se queste sono le cause del crollo, quali i rimedi? “E’ necessario che si ritorni a fare la politica per la gente e fra la gente. C’è bisogno di un partito che parli dei problemi reali delle persone e che cerchi tutte le possibili soluzioni agli stessi, sempre, 365 giorni l’anno, e non solo in sporadiche occasioni di campagne elettorali. Occorre tornare nelle piazze, avere il coraggio di guardare le persone negli occhi e riacquistare la credibilità persa. C’è bisogno di un partito che riapra le porte delle proprie sezioni per discutere e confrontarsi e sia aperto a tutti. Il nostro contributo spinge nella direzione di un rinnovamento e un cambiamento chiaro degli organi decisionali di tutti i livelli. Non possiamo pensare che siano i giovani ad occuparsi del proprio futuro se restano sempre chiusi fuori dalla porta e devono spingere per entrare. E’ giunto il momento che i giovani si riapproprino della politica e del Pd, per esserne gli assoluti protagonisti. Basta con questo ruolo da comparse. i Giovani Democratici di Policoro intendono agire in tal senso e mettono a disposizione l’email gdpolicoro@tiscali.it per raccogliere istanze, segnalazioni, problemi che ogni giorno cittadini e studenti affrontano. Ripartiamo dall’opposizione: abbiamo molti motivi in più per impegnarci ogni giorno e ad ogni livello per riacquistare credibilità e riaccendere la passione”. 
Piero Miolla 

I Giovani Democratici e la batosta elettorale: il parere del presidente nazionale.


Immigrazione, casta e condizioni socio-economiche. Sono alcuni tra i temi che, a giudizio del presidente nazionale dei Giovani Democratici, Michele Masulli, il Pd non ha saputo interpretare, tanto da determinarne la sua sconfitta alle elezioni del 4 marzo. 
“I fattori di questa debacle – ha spiegato Masulli - sono tantissimi. Di fondo, però, c’è che le condizioni del Paese non rispettavano la proposta e il racconto del Pd. Certo, noi scontiamo il fatto di essere stati al governo del Paese per un’intera legislatura e di averlo fatto, peraltro, in una fase difficilissima”. Ciò posto, però, Masulli riconosce che il suo partito ha “sottovalutato o, comunque, non interpretato bene esigenze di fondo come quella sulla immigrazione, che ha poi i dato grande consenso alla Lega, o le condizioni socio-economiche difficilissime. Inoltre, ha inciso anche la polemica contro la cosiddetta casta, che i grillini hanno saputo interpretare mentre noi non abbiamo saputo dare un segnale. Troppo spesso il Pd è apparso lontano dalle esigenze della gente, rinchiuso nel palazzo e incapace di raccogliere gli umori più diffusi. Su questo credo che dobbiamo impegnarci di più e meglio nei prossimi mesi, così come ritengo assolutamente necessario riattivare le sezioni e stare di più tra le persone: negli ultimi anni il partito è rimasto immobile. Abbiamo peccato di radicamento territoriale”. 
Basta con un Pd ingessato ed eterodiretto, dunque: adesso è necessario tornare a parlare alla gente, anche per non essere percepiti come un’entità astratta. Masulli concorda. “E’ vero e spesso i segretari di circolo vivono una condizione di abbandono da parte dei livelli superiori, senza alcun mezzo per dare risposte alle richieste delle persone. Vengono coinvolti esclusivamente in prossimità dei periodi elettorali e non, invece, per le questioni fondamentali che attengono alla vita del partito. La mia percezione personale in campagna elettorale è stata che, sull’azione di Governo, ci fosse una valutazione tra luci e ombre, ma meno negativa rispetto a quella sulla classe dirigente del partito, percepita come chiusa e distante, addirittura spesso arrogante”. 
In merito alle candidature, invece, Masulli ritiene che il Pd abbia “scontato nei collegi il peso di scelte nazionali: a Potenza è stata imposta una candidatura alla Lista Lorenzin, rappresentata da Guido Viceconte, che difficilmente avrebbe potuto essere digeribile dal centrosinistra, visti i suoi trascorsi nel centrodestra. A Matera la scelta di Francesca Barra, che si è spesa molto in campagna elettorale, ha scontato il suo scarso radicamento sul territorio. Gli altri nomi, invece, pur importanti, han potuto poco davanti a un’ondata di recriminazioni nei confronti di una classe dirigente che governa da anni in Basilicata”. 
Fatte queste premesse, onde evitare gli stessi errori, Masulli ritiene che, “per le prossime tornate elettorali e, più in generale, per la ricostruzione del partito, va fatto uno sforzo per la formazione e la selezione della classe dirigente”. Per il futuro, dunque, sarà “utile rompere meccanismi di filiera che spesso non permettono a energie vive, importanti e competenti di sperimentarsi per come meritano nel partito. Bisogna investire sulla formazione e sulla militanza per impostare criteri di selezione della classe dirigente, non basati solo sulla fedeltà al capo filiera”. 
Infine il tema di questi giorni: il sostegno al M5S. “Il dato elettorale è chiaro e consegna un’enorme responsabilità a M5S e Lega. Il Pd non ha l’onere principale di formare l’esecutivo: non dobbiamo avere l’ansia di tornare al potere ma rispettare il dato elettorale e valutare quanto, eventualmente, ci verrà chiesto da Mattarella. Il Pd, infatti, è per tradizione forza di grande responsabilità”.
Piero Miolla