Visualizzazione post con etichetta lafelandina. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta lafelandina. Mostra tutti i post

lunedì 24 dicembre 2018

L'inverno è arrivato, ma il degrado a La Felandina c'è sempre



E’ trascorsa un’estate intera. Poi l’autunno. In attesa dell’imminente invernata. Nei capannoni industriali dismessi de La Felandina, nella zona Sin di Bernalda-Metaponto, la situazione è stabile. Sono ancora a decine i lavoratori extracomunitari, accampati alla meno peggio, che ogni giorno attendono di riversarsi nei campi del Metapontino, come manodopera bracciantile. Privi di ogni diritto, compreso quello di avere un allacciamento idrico o elettrico. Pur in una plateale posizione di abusivismo. Condizioni estreme, a cui si è spesso cercato di porre rimedio, inutilmente.
“Attualmente, in quella zona, ci sono circa 200 persone, forse anche meno, considerando la stagione poco favorevole - osserva il sindaco di Bernalda Domenico Tataranno -. Abbiamo fatto un’ordinanza per la messa in sicurezza di quegli immobili abbandonati. In vista di un eventuale sgombero. Mai avvenuto”. Sono in tanti a temere che in una siffatta situazione di degrado diffuso, si ramifichino o estendano fenomeni di criminalità, più o meno organizzata. A tal proposito il primo cittadino di Bernalda rileva: “Ci sono stati e continuano a esserci incontri in Prefettura, col sottoscritto e con la mia Giunta, per evitare che si verifichino fenomeni di illegalità. Sui quali si cerca di rimanere prudentemente vigili”.
Ad accendere i riflettori sulla precaria situazione, umana e sociale de La Felandina, sono intervenute, a più riprese, anche le organizzazioni sindacali. Secondo Maurizio Girasole della Cgil, però, “gli sgomberi non risolvono e non risolveranno il problema. Visto che a cambiare sono soltanto i luoghi delle tendopoli, non le situazioni. Semmai andrebbero sottoscritti protocolli di legalità e accoglienza con le associazioni datoriali. Sulla questione, perciò, il sindacato continuerà a fare la sua parte”.
“L’accampamento abusivo - sostiene un automobilista di Bernalda - è proprio a ridosso della Basentana. Ebbene non è raro, anzi è frequente, che queste sfortunate persone, per procacciarsi l’acqua, siano costrette a farsi alcuni chilometri in bicicletta, per raggiungere, anche di notte, le fontane di Metaponto borgo o lido. In condizioni di insicurezza stradale e di incolumità, sia per loro che per gli automobilisti. Quando sarebbe bastato, forse, portare l’acqua con un allaccio temporaneo, se si decideva di farli rimanere accampati sotto quei capannoni”.
L’Asm ha più volte inviato commissioni mediche, per valutare le condizioni igienico sanitarie dei luoghi e delle persone. Ma i mesi passano e la “vergogna” persiste. Come quei capannoni, mai entrati in attività, che continuano a deturpare una delle zone più prospere dell’agricoltura Metapontina. E così La Felandina, da miraggio industriale, si è trasformata in un incubo collettivo.
Angelo Morizzi

sabato 8 settembre 2018

Il ghetto de La Felandina verso l'ordinanza di sgombero?



Il ghetto de La Felandina rimarrà tale. Almeno per il momento. Le istituzioni stanno lavorando per sbloccare in meglio la situazione. Anche se l’unica miglioria logistica sarebbe, a questo punto, lo sgombero del campo. A tutt’oggi, però, il messaggio che arriva è quello di aver deciso di non decidere. Le condizioni igienico-sanitarie, ma soprattutto di dignità e decoro umano, in quei capannoni dismessi, anzi, mai entrati in funzione, sono già oltre la decenza.
Lo hanno dimostrato le foto e le immagini, circolate sui giornali e sul web, all’indomani del sopralluogo effettuato dal leader regionale leghista Pasquale Pepe, ma anche dal sindaco di Bernalda Domenico Tataranno e dalle forze dell’ordine. Situazione ampiamente rendicontata, nei giorni scorsi, anche dalla Gazzetta. Nel frattempo, però, sono quasi un centinaio i lavoratori extracomunitari alloggiati abusivamente a La Felandina, senza acqua corrente, né servizi igienici a disposizione. Essendo quella parte della zona Sin, senza le essenziali infrastrutturazioni.
Il Cea, il Centro di educazione ambientale attraverso il suo referente territoriale di Bernalda e Metaponto Geremia Ninno, ha lanciato un appello, nelle scorse settimane, su queste colonne, per garantire a questa gente un diritto umano essenziale, quello dell’acqua. Senza la quale diventa perfino difficile parlare di abitabilità di un luogo. E l’acqua, i “disperati” de La Felandina, cittadini stranieri con regolare permesso di soggiorno, se la procurano quotidianamente, viaggiando in bicicletta o a piedi, spesso senza pettorine catarifrangenti, sulla trafficata e pericolosa ss. 407 Basentana. Con taniche di plastica al seguito, che riempiono alle fontane di Metaponto Borgo o del Lido. Il primo cittadino di Bernalda, che già qualche mese fa, sgomberò i campi illegali che si erano formati a Metaponto, sotto il cavalcavia ferroviario e in alcuni capannoni dismessi della zona, si appresta a intervenire nuovamente.
“Nei giorni scorsi a La Felandina - afferma Tataranno – c’è stato il sopralluogo dell’Azienda Sanitaria locale del Materano. Aspettiamo il referto della visita, che non ci è ancora pervenuto. Nel frattempo, però, abbiamo convocato il curatore fallimentare che, attualmente, è il responsabile legale di quell’area, per discutere sul da farsi. I fatti mi inducono a credere che si andrà verso una nuova ordinanza di sgombero. Ma andrà organizzata bene, in ogni dettaglio”.
Anche per evitare, aggiungiamo noi, che si risolva come la precedente: ossia l’arretramento dei lavoratori africani di qualche centinaio di metri più a monte, dove formare un altro accampamento e apportare nuovo degrado a un territorio già abbondantemente devastato.
Angelo Morizzi