sabato 28 aprile 2018

Il Gruppo Maie: appoggeremo un Governo solo se comprende il M5S.

Il senatore Ricado Merlo
“Crediamo che in un ipotetico governo non potrà non esserci il Movimento 5 Stelle, che ha vinto le elezioni”. Il senatore Ricardo Merlo, presidente e fondatore del Maie (Movimento Associativo italiani all’estero), la componente del gruppo Misto che ricomprende sia gli eletti all’estero che alcuni ex pentastellati (tra i quali il deputato lucano, Salvatore Caiata), ha sgombrato il campo da equivoci. “Il nostro gruppo non potrà mai appoggiare un governo del centrodestra senza i grillini: sarebbe contrario a ciò che gli elettori hanno determinato. Francamene, non credo sia neanche ipotizzabile che il centrodestra si presenti in Parlamento senza una maggioranza. Pertanto, l’ipotesi non sta praticamente in piedi”. Eppure, Silvio Berlusconi qualche giorno fa aveva suggerito a Matteo Salvini di provare a cercare, direttamente in Parlamento, i voti mancanti per avere la maggioranza anche tra coloro che si riconoscono nel Maie. In quanto astrattamente disponibili a sostenere una maggioranza di centrodestra. “A parte che anche con i nostri voti il centrodestra non avrebbe comunque la maggioranza – ha precisato Merlo, elettoa Buenos Aires -, ribadisco che la nostra linea è chiara: il governo che noi potremmo votare dovrebbe comunque avere, tra i protagonisti, il Movimento 5 Stelle e la Lega. Sono questi vincitori delle elezioni”. Quindi, nessun sostegno a un ipotetico esecutivo M5S-Pd? “Su questo, in realtà, non c’è una posizione definita: bisogna capire bene quali scenari potrebbero verificarsi. Peraltro, nell’ultima legislatura il gruppo Maie ha sempre votato contro il Pd, che ha posto in essere una politica disastrosa per gli italiani all’estero. Il Pd, infatti, ha distrutto la rete consolare italiana all’estero. Credo che per noi sarebbe più difficile votare, tenuto anche conto che, come Maie, siamo parte di una componente, quella del gruppo Misto. In ogni caso, discuteremo con gli altri colleghi e vedremo se si riuscirà a elaborare un voto comune. Altrimenti, siamo comunque liberi di votare in modo diverso”.
Piero Miolla 

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