“Non si può che condividere la
sollecitazione del vescovo di Tursi-Lagonegro, mons. Vincenzo Orofino”. A
parlare è l’ex on. Cosimo Latronico, per il quale le parole di Orofino “non
sono un giudizio moralistico sulle responsabilità della classe dirigente, ma un
appello alla responsabilità che è di tutta la classe dirigente in senso lato.
In effetti, di più responsabilità
ha bisogno la nostra Regione ed anche di più autonomia. Soprattutto i corpi
sociali, culturali ed economici hanno bisogno di una sana autonomia per
costruire il presente ed il futuro. Rompendo una sudditanza dal potere politico
regionale che ha significato protezione ed ottenimento di risorse pubbliche da
cui dipende buona parte dell’assetto economico e sociale della regione. Che
imprese sono quelle che dipendono dalle commesse pubbliche in alcuni casi in
regime di oligopolio. Che economia è se questa è quasi completamente
intermediata dal pubblico?
Se vogliamo risalire la china
dello sviluppo e sconfiggere i dati allarmanti dello spopolamento e della
desertificazione della regione, da questa sfida dobbiamo ripartire tutti.
Iscrivendoci alla scuola di Socrate per premiare le competenze ed il merito ed
un contesto di trasparenza e di efficacia della spesa pubblica”.
Ma cosa aveva dichiarato mons.
Orofino? “Una sfida culturale è ciò che serve alla Basilicata. E intendo per
cultura un criterio esistenziale e di giudizio sulla realtà che parta dalla
fede. Sono convinto che è quello che oggi serve alla nostra regione e al mondo
intero, perché viviamo in un contesto globale determinato da improvvisazioni
più o meno egocentriche. In particolare in Italia, dove siamo in balia di
decisioni approssimative e estemporanee, occorre ricostruire l’umano. L’ambizione
di noi cristiani è quella di plasmare uomini e donne nuovi capaci di diventare
protagonisti di uno sviluppo integrale della mostra terra”.
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