mercoledì 7 febbraio 2018

Ha ancora senso essere comunisti oggi? Scoprite la risposta...

<<Denunciare lo scempio ed organizzare la lotta per il rovesciamento dei governi del capitalismo>>. E’ questa la mission di Florenzo Doino, medico cinquantanovenne, sposato, due figlie, candidato al Senato per Sinistra Rivoluzionaria, sia nel collegio uninominale che in quello plurinominale. 
Doino, dal 1995 al 1997 consigliere comunale a Napoli per Rifondazione Comunista, dal 1999 al 2004 consigliere provinciale di Potenza, poi approdato, nel 2007, al Partito Comunista dei Lavoratori. ritiene che <<oggi le classi dirigenti che si trovano alla testa di un edificio fallito non sanno come perpetuare le condizioni politiche e sociali del sistema capitalistico che è nelle loro mani. Il caso italiano non è che la metafora più grottesca di questa situazione generale. Ecco la principale ragione delle nostre candidature: denunciare questo scempio ed organizzare la lotta per il rovesciamento dei governi del capitalismo>>.  
Ha ancora senso essere comunisti, oggi? <<Decisamente sì. Ancora di più rispetto al passato, perché si tratta di mettere in discussione l’organizzazione capitalista della società che è chiaramente fallita e che, da una parte, quotidianamente ci mostra il bilancio di morte, sete, fame e precarietà a livello mondiale; dall’altra un manipolo di ricchi sempre più ricchi a spese del lavoro del proletariato mondiale>>. 
In buona sostanza, è questo il giudizio del candidato Doino, <<ci troviamo di fronte al fallimento più clamoroso della grande propaganda che a reti unificate fu fatta trenta anni fa, quando crollò il muro di Berlino. Allora, tutti ci spiegarono che ormai il capitalismo era padrone del mondo e che per l’umanità si apriva un futuro di benessere e abbondanza, di avanzamento sociale. Una fortuna, secondo la propaganda borghese, che le cose fossero così, perché il capitalismo era liberato dai condizionamenti del comunismo e del socialismo dell’Est europeo>>. 
E invece? <<I fatti odierni, come lo scandalo dell’ingiustizia mondiale, sono l’inesorabile prova di questo fallimento. Sono passati trenta anni e ci troviamo di fronte alla più grande catastrofe sociale degli ultimi ottanta anni, quella del capitalismo. Una catastrofe prodotta dall’anarchia del profitto, dalla dittatura del profitto nel mondo della produzione e della finanza>>. 
Cosa ha prodotto, secondo lei, questa catastrofe? <<Una dittatura che ha cercato di imporsi e di plasmare a sua immagine e somiglianza le relazioni umane, e che, così facendo, ha progressivamente desertificato e distrutto posizioni sociali, conquiste, che la generazione del dopoguerra avevano strappato con durissime lotte>>. 
Piero Miolla
 

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