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mercoledì 21 novembre 2018

Il tecnico del Ferrandina Finamore: "Meritavamo noi di vincere contro il Real Senise"



La sconfitta casalinga col Real Senise ha fiaccato il morale e la classifica del Ferrandina. Che, probabilmente, non avrebbe meritato di perdere. Ne è convintissimo l’allenatore Emanuele Finamore: “Il risultato di 1-3 è assolutamente bugiardo - dice -. Rispetto a quello che si è visto in campo. Il Ferrandina non ha demeritato. Se ci dobbiamo rimproverare qualcosa sta nel fatto che non riusciamo a concretizzare la gran mole di lavoro prodotto. E quando esageri con gli errori, nel calcio, finisci per pagarne le conseguenze. Il Real Senise aveva davanti calciatori molto esperti, che hanno concretizzato il massimo col minimo sforzo. Ritengo, perciò, che gli ospiti di turno non avrebbero meritato neppure il pareggio. Se c’era una squadra che doveva e poteva vincere, questa era la mia, ossia il Ferrandina”.
Insomma, una sconfitta malamente digerita dal tecnico degli aragonesi, visto che dopo un’ora abbondante di partita, si era ancora a reti inviolate. Poi, all’improvviso, l’uno-due del Real Senise: “La gara - riprende Finamore - a quel punto ha preso la piega sbagliata per noi. Anche se abbiamo avuto l’energia per accorciare quasi immediatamente le distanze. Tutto, secondo me, si è deciso quando eravamo ancora sullo 0-0. Mi riferisco al primo tempo e alla prima parte della ripresa, quando il Ferrandina ha avuto numerose possibilità per chiudere a proprio favore il match. E non l’ha fatto. Tante limpide occasioni sprecate, per poi pagare lo scotto ad alcune disattenzioni difensive, che hanno spianato la strada ai senisesi”.
Il problema dei rossoblù, dunque, va addebitato, secondo l’allenatore, alla sterilità del reparto offensivo. “Per uscire dall’astinenza - riprende Finamore - io conosco solo una strada, il lavoro. Sperando che nelle prossime occasioni la palla la mettiamo dentro la rete. Abbiamo avuto un inizio di stagione promettente. Poi siamo stati falcidiati dagli infortuni, che hanno condizionato anche i risultati. Ci mancano dei punti. Tra questi i tre persi con il Real Senise”.
Angelo Morizzi

mercoledì 19 settembre 2018

Calcio, Eccellenza: i commenti post gara in casa Ferrandina


Foto Michela Loponte

Una vittoria fragorosa quella del Ferrandina contro l’Avigliano. Il 5-0 non lascia spazio a recriminazioni da parte degli avversari. E il risultato avrebbe potuto avere connotazioni ancora più importanti a favore degli aragonesi. Lo stadio comunale “Michele Lorusso” di Bernalda, dove i rossoblù giocheranno la loro stagione agonistica, in attesa dei lavori di ristrutturazione del campo “Santa Maria” di Ferrandina, continua a portare bene alla squadra allenata da Emanuele Finamore. Che, a fine partita, afferma:
“Nonostante il risultato conseguito, non era e non è stata una partita facile. Semmai siamo stati bravi noi a renderla tale, visto che dopo appena mezz’ora eravamo avanti di tre reti. Un cospicuo vantaggio che ha innervosito i nostri avversari. Per cui, nella seconda frazione di gioco, siamo riusciti ad amministrare la partita, pilotandola verso la cinquina finale”. Tira il freno a mano, dunque, Finamore, che ricorda: “Non abbiamo obiettivi a lunga scadenza. La nostra visuale si ferma alla partita successiva. Quella sarà e dovrà essere la nostra gara più difficile. Compresa quella che disputeremo domenica prossima contro il Real Metapontino, team costruito per vincere il campionato”. Considerando l’indisponibilità dello stadio di Policoro, e attualmente anche di quello di Pisticci, il Real Metapontino chiederà di giocare nello stadio di Bernalda. Per cui il Ferrandina sentirà ancora una volta il profumo di casa, nonostante l’impegno in trasferta, almeno sulla carta.
“Siamo solo all’inizio - riprende Finamore -. Lavoro con un gruppo imbottito di giovani di belle speranze, che vogliono fare bene, ma che devono crescere con gradualità. Un lavoro questo che mi stimola, ma che ci deve anche responsabilizzare”. Quanto all’ambientamento a Bernalda, l’allenatore dei rossoblù ammette: “Ci sentiamo a casa nostra. Anche se giocare lontano da Ferrandina comporterà sacrifici per i nostri tifosi. Ringrazio però tutti gli addetti ai lavori e i bernaldesi che ci offrono il loro supporto materiale ed emotivo”.
Angelo Morizzi

venerdì 22 giugno 2018

Emanuele Tafuno, l’highlander del calcio montese.



Lo hanno soprannominato l’highlander del calcio montese. Emanuele Tafuno, 45 anni, ancora in campo. Ha esordito nel 1983 nella squadra giovanile della storica Us 83 Montescaglioso, ed è uno dei calciatori montesi con il maggior numero di presenze nei campionati della Figc. Oggi Tafuno a 45 anni gioca in Prima Categoria e ha un sogno: “Se il fisico me lo permetterà voglio giocare ancora per tanti anni”. Tutto nasce nel 1983, quando Tafuno legò i primi lacci di un paio di scarpe di calcio che per 35 anni hanno preso a calci palloni. Oggi è ancora su un campo a scherzare, ridere, appassionarsi, come quando era ragazzo. E’ uno dei giocatori con il maggiore numero di presenze nei campionati organizzati dalla Federazione Italiana Gioco Calcio.
LO STAKANOVISTA— Chiamatelo pure così: lui non si offenderà. Da montese vi risponderà con una battuta. Ma se lo definite “innamorato del calcio”, avrete colto sicuramente lo spirito della sua avventura. “Il calcio è la mia vita, e la mia vita è il calcio – spiega Emanuele Tafuno, oggi a 45anni -. Non posso e non voglio immaginare una vita senza gli allenamenti con i compagni durante la settimana, l’odore del campo sportivo, le chiacchierate la sera dopo gli allenamenti, la tensione per la partita. Sono sensazioni irripetibili, che ti consentono di cogliere il senso della vita”.
PRIMI CALCI — Da quando aveva 10 anni è tesserato tranne nella parte centrale della sua carriera. “I primi calci nell’inverno del 1983 con la maglia della Us Montescaglioso che sfiorò l'interregionale: ero con gli Allievi. Oggi gioca con la maglia della Polisportiva Montescaglioso, club di Prima Categoria. Una vita da difensore, oggi moderno centrale e rigorista. E nessuna voglia di fermarsi. Nonostante qualche problema alla schiena e la stanchezza che con l’età si fa inevitabilmente sentire: Ad agosto inizierò la preparazione della stagione sportiva numero 15 consecutiva. “Riparto, sperando di contribuire ad aiutare i miei compagni per giocare un buon campionato. Se le mie condizioni fisiche (dopo i problemi alla schiena) me lo permetteranno, spero di giocare ancora qualche partita”.
IL SOGNO — Ha un numero preciso 500. “Il mio desiderio è arrivare a 500 partite in campionato. Sarà difficile, ma non mollo”. Precisa: “Anzi, arrivare a 500 di campionato sarà durissima, sai quante stagioni dovrei ancora fare. Ma l'importante per me è potermi divertire insieme ai ragazzi e togliermi ancora delle soddisfazioni con questo sport stupendo”.
Se vi trovate a girare sulle rotte del pallone in Basilicata, fate il suo nome: troverete tra i dilettanti un mucchio di amici pronti a offrirvi da bere, e regalarvi storie e racconti. Perché Emanuele Tafuno è un grande libro del calcio lucano con le sue 450 partite in campionato e 15 in coppa Italia Basilicata (28gol in carriera): numeri da record che gli sono valsi il record di calciatore lucano in attività con il maggiore numero di presenze in un campionato organizzato dalla Figc. La sua storia è in quei numeretti conservati gelosamente nella sua memoria dove annota stagione per stagione presenze in campionato, in coppa e gol realizzati. Altro che computer. “Il record mi ripaga di passione e sacrifici – Tafuno si racconta e si confessa -: Non mi sento portato ad allenare”. Fuori dal campo e un imprenditore corretto e lavoratore.  Con il pallone cresciuto con storici calciatori montesi Sciacoviello e Di Lecce. come miti da bambino. Poi ci dice, amo la città di Montescaglioso e amo lo sport”. Sempre istintivo, come quando gioca a calcio ci meraviglia in ogni occasione.
Raffaele Capobianco

Special Olympics, grande impresa di Emanuele Scattino.

 
Due podi che valgono come altrettante vittorie. Li ha conquistati ai recenti giochi internazionali riservati agli Special Olympics e disputati a Montecatini Terme, il 21enne Emanuele Scattino, tesserato per “La Coccinella”. Più nel dettaglio, Scattino, che durante il giorno lavora in una nota biscotteria di Marconia, ha ottenuto una medaglia argento nei Dorso e una di bronzo nello Stile Libero. Due vittorie solo sfiorate (l’oro nei Dorso è sfuggito per soli 30 centesimi di secondo) ma certamente meritate e che, soprattutto, valgono come affermazioni vere e proprie. 
Scattino non è nuovo a siffatte imprese: gareggia da tempo nel circuito Special Olympics, il programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per le persone, ragazzi ed adulti, con disabilità intellettiva, ed ha riportato varie affermazioni sia in Basilicata che in altre regioni. E’ a tutti gli effetti un grande e significativo rappresentante di questa importante branca del nuoto, che pratica con entusiasmo e abnegazione. 
“Sono molto soddisfatto per questi risultati – ha commentato Scattino – anzi, sono gasato e felice. Mi fa piacere far parte di questa splendida società e di questo circuito: mi diverto molto e il nuoto, come lo sport in generale, mi piace tanto e mi impegna al massimo. Voglio ringraziare la mia istruttrice Gianna Gentile, sempre pronta a stimolarmi e a farmi dare il massimo, sia in allenamento che nel corso delle gare che andiamo a fare”. Scattino, dunque, intende fare sul serio e, anche per l’immediato futuro, punta la piscina come luogo sociale ed educativo. 
“Mi piace fare nuoto, come ho anticipato, e non vedo l’ora di cimentarmi in altre gare: cercherò di dare sempre il massimo per me stesso, la mia società e il mio paese”. Lo sport, dunque, conferma di poter essere un veicolo eccezionale per sentirsi responsabilizzati e protagonisti come non mai: Scattino, evidentemente, rappresenta la dimostrazione di come taluni ostacoli possano essere superati senza problemi e con il massimo entusiasmo. 
Piero Miolla