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martedì 11 dicembre 2018

Il trasporto pubblico locale e quei soldi che non arrivano. E all'orizzonte....



Mancherebbero all’appello quasi 30 milioni di euro e, dal 1° gennaio 2019, all’incirca 200 mezzi “euro zero” non potranno più circolare. Non sembra certo essere delle più rosee la situazione del Tpl (trasporto pubblico locale) in Basilicata: le 35 aziende che fanno parte del Cotrab (Consorzio Trasporti Aziende Basilicata), infatti, sono sempre più strette tra i fondi pubblici che mancano e i servizi che devono comunque essere assicurati. In mezzo, poi, il tema degli emolumenti ai dipendenti, molto spesso in ritardo o, addirittura, a credito. Ma andiamo con ordine. 
Al momento, la Regione Basilicata avrebbe pagato alle aziende del Cotrab quanto dovuto solo per il primo trimestre 2018 (circa 10 milioni di euro), ma deve ancora mettere a bilancio i restanti 30 milioni, 20 dei quali già scaduti (essendo decorsi tanto il secondo, quanto il terzo trimestre). Questo, almeno, sostengono le aziende. Le quali, come detto, da gennaio dovranno anche affrontare il nodo relativo al blocco dei mezzi “euro zero”: in Basilicata sarebbero circa 200 sulla “platea” totale che oscilla tra i 600 e i 700 bus e minibus. 
Il che vuol dire che, in prima battuta, a risentirne potrebbero essere i servizi (e, dunque, i passeggeri), visto che con un terzo di mezzi in meno in circolazione assicurare con puntualità e regolarità la percorrenza delle tratte diverrà più complicato. Anche le casse delle aziende, però, ne potrebbero risentire in quanto mandare in “letargo” 200 bus equivale a dire che altrettanti ne dovranno essere acquistati. Con quali soldi, visto che le aziende avanzano i citati 30 milioni di euro e devono assicurare lo stipendio ai dipendenti? Insomma, una situazione non facile sotto tutti i punti di vista. Se le aziende sperano in una moratoria del Governo per quanto riguarda il paventato blocco degli “euro zero”, i sindacati hanno già indetto uno sciopero per giovedì 13 dicembre per protestare in merito al ritardato pagamento degli stipendi ai dipendenti.
Piero Miolla

domenica 14 gennaio 2018

Vicenda dimensionamento scolastico: l'appello di Pietro Raucci.


Dalle ultime notizie sembra che la IV Commissione del Consiglio Regionale ha respinto tutte le proposte di modifiche al piano presentato dalla Provincia di Matera, quindi si va ancora una volta verso lo smembramento delle scuole di Pisticci e Marconia senza che ce ne fosse valido motivo. 
Per questo, giustamente i genitori e alunni delle scuole dell’obbligo di Marconia scenderanno in piazza per far sentire la loro protesta contro questo piano che punta ancora una volta a danneggiare il nostro territorio. Alla manifestazione sarà presente il sindaco e l’Amministrazione comunale.
Lancio un appello ai genitori, agli studenti e personale degli istituti superiori di Marconia affinché si associno anche loro alla pacifica manifestazione del 15 gennaio.
Sarebbe l’occasione per dare la solidarietà ai ragazzi della scuola dell’obbligo ma anche per chiedere con forza la correzione dei disastri che ha generato il piano di dimensionamento di tre anni fa, danneggiando fortemente l’Istituto Tecnico Agrario di Marconia. Mi astengo dal ripetere i danni causati perché già ne ho parlato più volte nei precedenti comunicati.
INVITO I RAPPRESENTANTI DI TUTTE LE SCUOLE SUPERIORI DI MARCONIA A MANIFESTARE PACIFICAMENTE LUNEDI’ 15 GENNAIO.
Pietro Raucci 

venerdì 12 gennaio 2018

Lunedì 15 gennaio a Marconia sciopero degli studenti contro il dimensionamento scolastico. La posizione di Mirna Mastronardi

La rappresentanza di genitori di tutte le scuole del comprensivo Quinto Orazio Flacco, in accordo con il Sindaco Viviana Verri, ha stabilito che lunedì 15 gennaio (giorno in cui il consiglio regionale, a Potenza, delibererà sul dimensionamento scolastico) tutti gli alunni si asterranno dalle lezioni e insieme ai loro genitori manifesteranno pacificamente, per far arrivare a Potenza le loro richieste.
L'appuntamento è davanti alle scuole, al normale orario di entrata, per poi incontrarsi tutti insieme in piazza Elettra alle ore 9:30. 
Piero Miolla
Per guardare il video clicca QUI https://youtu.be/L5xurdYOUSM

lunedì 13 novembre 2017

Politica: Maurizio Bolognetti in sciopero della fame per il rispetto della legalità.

PIERO MIOLLA
“Cinque giorni di digiuno nonviolento, di dialogo, per chiedere che in questo nostro benedetto Paese, patria del Diritto Romano, le istituzioni rispettino la loro propria legalità, il dettato costituzionale e le convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani". Così Maurizio Bolognetti, membro della presidenza del Prntt e consigliere dell'associazione Coscioni, ha spiegato i motivi del nuovo sciopero della fame, iniziato l'11 novembre. "Centoventi ore di sciopero della fame – ha sottolineato Bolognetti - per chiedere, per dirla con Marco Pannella, che il nostro Stato interrompa la flagranza di reato contro i Diritti umani e la Costituzione repubblicana. Cinque giorni di digiuno, a sostegno delle mie compagne Rita Bernardini e Deborah Cianfanelli, per chiedere al Ministro Orlando di rispettare la parola data e gli impegni assunti. Ora, subito, occorre che si approvino i decreti legislativi relativi alla riforma dell'ordinamento penitenziario. Occorre che il nostro Paese rispetti quell'art. 27 della Costituzione nel quale si afferma che le pene "non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". Nell'Italia Stato canaglia, Stato criminale sul piano tecnico-giuridico, occorre quotidianamente battersi per onorare la legge, il diritto, lo Stato di diritto, il diritto a poter conoscere per deliberare. Nei palazzi del potere, coloro che possono e sono chiamati a decidere e che dovrebbero onorare la legge, farebbero bene a rileggere di tanto in tanto quel che scriveva oltre due secoli fa Cesare Beccaria: “Il fine delle pene non è di tormentare ed affliggere un essere sensibile. Il fine non è altro che d'impedire il reo dal far nuovi danni ai suoi cittadini e di rimuovere gli altri dal farne uguali. E ancora: “Parmi un assurdo che le leggi che sono l'espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio.” Parafrasando Beccaria si potrebbe dire che in Italia da troppo tempo stiamo assassinando la Costituzione e lo Stato di diritto. Vale per le violazioni dell'art. 27 della Costituzione, ma anche per quell'art.32 negato in luoghi dove inquinatori seriali avvelenano impunemente acqua, terra e aria. Vale per carceri assurte a luoghi di tortura per detenuti e Agenti di Polizia penitenziaria e vale per chi giustamente si definisce un avvelenato di Stato. Io sto con Rita Bernardini e Deborah Cianfanelli. Io sto con Marco Cappato che difende la dignità della vita, consentendo a un uomo di poter scegliere come e quando porre fine alle sue sofferenze, rompendo le catene di uno Stato che pretende di decidere per noi”.