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lunedì 26 novembre 2018

Inchiesta sversamento rifiuti speciali nel Basento, rinviata l'udienza preliminare


E’ stata rinviata al 1° marzo 2019 l’udienza preliminare del procedimento penale 2036/17, pendente presso il Tribunale di Matera, che vede imputate otto persone, in rappresentanza di Tecnoparco, Drop, Syndial e Provincia di Matera (per le quali si richiama espressamente la presunzione d'innocenza), per le ipotesi di reato che vanno dal disastro ambientale alla falsa denuncia. Il rinvio si è reso necessario per le istanze dei difensori degli imputati vista la concomitante astensione degli avvocati deliberata dalla Camere Penale.
Nel procedimento circa 300 cittadini di Pisticci scalo, che già risultano processualmente persone offese e danneggiate dai reati contestati, hanno preannunziato la loro costituzione di parte civile nel processo, nominando difensore e procuratore speciale l’avvocato Giandomenico Di Pisa. Anche il Comune di Pisticci ed il Comune di Ferrandina hanno preannunziato la loro costituzione di parte civile.
"Secondo l’editto accusatorio - ha spiegato Di Pisa - gli imputati avrebbero perpetrato un traffico illecito di rifiuti con conseguente grave inquinamento, in quanto la fogna chimica che portava i rifiuti speciali rivenienti da operazioni di bonifica ambientale nel cosiddetto triangolo diaframmato, ove operava la Syndial, risultava spezzata e, quindi, inidonea a far pervenire i reflui all’impianto gestito da Tecnoparco, sito a Pantanello, in agro di Ferrandina, e a Pisticci scalo.
La conseguenza, sempre secondo l’accusa, sarebbe stata che i reflui si sarebbero sparsi sui terreni e, infine, sversati nel fiume Basento. Medesima contestazione è stata rivolta dalla pubblica accusa alla Drop. Ciò nonostante, sempre secondo l’editto accusatorio, Tecnoparco non avrebbe effettuato le operazioni di smaltimento dei detti reflui, che in realtà non le sarebbero mai pervenuti. A fronte di tanto e di altre accuse è stato altresì contestato il disastro ambientale e la falsa denunzia, come da capi di imputazione".
Piero Miolla
Piero Miolla

venerdì 17 agosto 2018

Inchiesta sversamento rifiuti speciali nel Basento: c'è una novità.

 
C’è anche l’ipotesi di reato di disastro innominato nell’inchiesta sullo smaltimento di 31mila metri cubi di rifiuti speciali liquidi scaricati nel Basento, per la quale la Procura di Matera ha chiesto il rinvio a giudizio dei responsabili di Tecnoparco, Syndial, Drop e di alcuni dirigenti dell’ufficio Ambiente della Provincia di Matera. Lo si apprende dalla “Relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno 2018” di Eni, che, a pagina 78, contiene un paragrafo denominato “Syndial SpA - Disastro ambientale Ferrandina”, nel quale si legge: “Nel corso del primo semestre 2018 la Procura di Matera ha aperto un procedimento penale a carico del Program Manager Sud della Syndial per i reati di gestione illecita di rifiuti e disastro innominato in relazione a fatti connessi alle attività di bonifica del sito di Ferrandina/Pisticci. La contestazione concerne un presunto sversamento di liquidi contaminati nel sottosuolo e poi nel Basento a causa della rottura di una tubazione di collegamento interrata che doveva portare gli stessi all’impianto di trattamento gestito dalla società Tecnoparco. A seguito dell’interrogatorio dell’indagato, è stata formulata nei suoi confronti la richiesta di rinvio a giudizio. Il procedimento pende in attesa della fissazione dell’udienza preliminare”. La notizia della notifica degli avvisi di conclusione delle indagini preliminari è dello scorso 29 maggio, pubblicata sulle nostre colonne il giorno successivo. Le indagini cominciarono a marzo 2012: secondo l’accusa i rifiuti liquidi degli stabilimenti Drop e Syndial, a Ferrandina, dovevano andare a Tecnoparco, per essere smaltiti: dal 1999 la Syndial, società del gruppo Eni che si occupa di risanamento ambientale, gestisce un’area diaframmata di 12 ettari che ospita i terreni inquinati derivanti dalla bonifica dell’ex Liquichimica di Ferrandina. Secondo l’accusa la condotta fognaria che doveva servire a trasferire i liquami a Tecnoparco fu danneggiata dall’alluvione del marzo 2011 e, da quel momento, i rifiuti liquidi finirono “per caduta nel Basento e, quindi, nel mare”, esponendo le persone al pericolo della presenza nei rifiuti liquidi di manganese, cloruro di vinile dicloretano, dicloroetilene, tricloroetilene e tricloretano per un totale di 31.688 metri cubi, corrispondenti a circa mille autobotti. Dopo l’alluvione la condotta fu ripristinata, anche se, per l’accusa, l’alluvione del 2013 l’avrebbe di nuovo danneggiata. Sarà l’udienza preliminare a decidere se rinviare a giudizio o meno le persone coinvolte.
Piero Miolla 

giovedì 31 maggio 2018

Inchiesta su presunto sversamento nel Basento: nota di Tecnoparco.




Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Tecnoparco Valbasento. 

"Apprendiamo da notizie di stampa che, nei confronti di dipendenti della scrivente società, sarebbe stato emesso un provvedimento di richiesta di rinvio a giudizio per fatti attinenti il presunto smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali liquidi.
Cogliamo l’occasione per significare che tale richiesta di rinvio a giudizio ci è ignota, e per ribadire l’assoluta serenità della Tecnoparco che deriva, oltre che dalla piena coscienza di avere sempre operato nel rispetto della legge, anche dall’assoluta fiducia nell’operato della Magistratura che, certamente, appurerà la verità dei fatti nelle sedi opportune.
Ciò premesso, non possiamo non precisare alcuni elementi in merito a quanto attribuitoci a mezzo stampa.
In particolare lo sversamento a cui ci si riferisce, che è dalle stesse fonti qualificato come derivante da eventi naturali e non prevedibili, è terminato in data 08/03/2012e non è mai proseguito oltre. Di tanto, evidentemente, si dà atto anche nel provvedimento di conclusione delle indagini preliminari.
Tali fatti sono oggettivi ed incontrovertibili.
Inoltre, a riprova della diligenza dei comportamenti della scrivente, non appena si è avuta notizia di tale evento, si sono immediatamente attivate tutte le procedure previste dalla legge: azioni di messa in sicurezza e caratterizzazioni analitiche.
Da tali caratterizzazioni è emerso che la porzione di suolo interessata dallo sversamento non ha subìto alterazioni misurabili e significative, tanto che le operazioni di caratterizzazione condotte ai sensi del comma 2 dell’art. 242 del d.Lgs 152/06, hanno sancito il mancato superamento delle CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione) finanche per siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale di cui alla colonna A della Tab. 1 dell’allegato 5 alla parte IV, titolo V, del D.lgs. 152/06. Lo sversamento era dunque inidoneo a causare un danno all’ambiente.
A valle del ripristino della condotta fognaria, avvenuto dopo l’assenso della Provincia del 30/03/2012, questa è stata utilizzata solo ed esclusivamente per le acque reflue industriali (tali erano qualificabili quelle prodotte dalla ditta DROP) che venivano inviate al depuratore di Macchia di Ferrandina, autorizzato per l’appunto al trattamento delle acque reflue ed allo scarico.
In concomitanza con gli eventi meteorici che hanno caratterizzato i primi giorni del dicembre 2013, in via precauzionale, la condotta fognaria a servizio dell’area industriale di Ferrandina, fu preventivamente messa fuori servizio avvertendo immediatamente gli utenti di sospendere gli scarichi. Anche di ciò si hanno evidenze oggettive.
Come si paventava, effettivamente la condotta si danneggiò nuovamente e, grazie all’azione preventiva posta in essere, non vi fu alcuno sversamento.Per poter proseguire le proprie attività industriali, la ditta DROP ha inviato le proprie acque reflue, a mezzo autocisterne, presso l’impianto di trattamento di Pisticci Scalo, autorizzato al trattamento di rifiuti liquidi in virtù dell’AIA n. 1387 del 01/09/2010.
Quindi possiamo affermare con assoluta certezza, e in virtù di elementi oggettivi ed incontrovertibili, che a far data dal 08/03/2012 nessun sversamento si è verificato e chele analisi puntualmente e ritualmente svolte non hanno evidenziato il benché minimo superamento dei limiti di legge fissati per la qualità delle matrici ambientali interessate.
Tutto ciò premesso, rimaniamo fiduciosi nell’operato della magistratura e confidenti di riuscire a dimostrare nelle sedi opportune la liceità del nostro operato e di quello di tutti i nostri dipendenti".
Tecnoparco Valbasento SpA