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giovedì 19 luglio 2018

Le imprese lucane e le tasse: i dati dell'incidenza.



Le imprese lucane lavorano in media 218 giorni per pagare tasse e tributi e 147 giorni per soddisfare i consumi personali. Nel 2018, inoltre, il peso complessivo del fisco (Total Tax Rate) ha registrato un aumento dello 0,20%, passando dal 60.0 al 60,20 a Matera, mentre a Potenza si è registrato un aumento dello 0.30, passando dal 59,2 al 59,5%. Sostanzialmente invariati, invece, i valori relativi all’incidenza dei tributi regionali (5,7%) e comunali: 12,6 per Matera e 12,7% a Potenza. 
La proiezione è stata elaborata da “Comune che vai, fisco che trovi”, il Rapporto 2018 dell’Osservatorio Cna sulla tassazione delle piccole imprese in Italia, giunto alla quinta edizione, che analizza il peso del fisco sul reddito delle piccole imprese in 137 comuni del nostro Paese, tra i quali tutti i capoluoghi di provincia. Dal Rapporto emerge, altresì che la Città di Potenza si è classificata al quarantatreesimo posto, sulle 137 città italiane considerate (città capoluogo e non), con un Total Tax rate del 59,5%, mentre Matera si è classificata al sessantaduesimo con un Total Tax rate del 60,2: lo scorso anno occupava il sessantesimo con un Total Tax Rate del 60. 
Più in generale è emerso che la pressione fiscale media sulle piccole imprese, se non interverranno correttivi, quest’anno tornerà a salire, anche se lievemente. Saremo lontani dal picco registrato nel 2012, ma il segno “più” non può certo rallegrare l’ossatura portante del sistema produttivo italiano. Il dato di sintesi, però, non fotografa le profonde differenze nella tassazione locale: la realtà italiana, infatti, è molto complessa tanto da far emergere non una pressione fiscale, ma “numerose” pressioni fiscali. L’Osservatorio calcola il Ttr (Total tax rate), vale a dire l’ammontare di tutte le imposte e di tutti i contributi sociali obbligatori che gravano sulle imprese espresso in percentuale sui redditi. Individua, inoltre, il Tfd (Tax free day), cioè il giorno della liberazione dalle tasse, la data fino alla quale l’imprenditore deve lavorare per l’ingombrante “socio” pubblico. 
Va ricordato che l’Osservatorio Cna ha basato la sua analisi sull’impresa tipo italiana, vale a dire un laboratorio e un negozio con ricavi per 431mila euro, un impiegato e quattro operai di personale, 50mila euro di reddito. La pressione fiscale media sulla piccola impresa tipo italiana, salita nel 2017 dello 0,3 al 61,2%, nel 2018 è destinata a crescere ancora, portandosi al 61,4, a causa dell’aumento programmato della contribuzione previdenziale dell’imprenditore. Di conseguenza, il giorno della liberazione fiscale media si allungherà di altre 24 ore, per arrivare all’11 agosto. Infine, è aumentato anche il divario tra la pressione fiscale che grava sulle piccole imprese (1,2%) e quella media nazionale (42,4. Tale ingiustizia vale, nel complesso, 18,8 punti percentuali.
Piero Miolla

mercoledì 28 febbraio 2018

I pensionati ai candidati: riducete le tasse e aumentate le pensioni.


Pensioni, servizi, meno tasse ma, soprattutto, maggiore serietà. In breve, sono queste le richieste che arrivano dagli anziani del Metapontino. Il piccolo campione di intervistati, infatti, chiede soprattutto di non dare corso ai cambi di casacca, considerati una vera e propria vergogna nazionale. 
<<Bene fa chi propone in questa campagna elettorale di vincolare il mandato dei parlamentari – ha spiegato Michele Sisto, in pensione da qualche anno dopo una brillante carriera da segretario generale del Comune di Pisticci -. Credo che questa pessima abitudine di cambiare partito in corso d’opera sia assolutamente deprecabile. Un tempo, quando c’era la cosiddetta “Guerra Fredda”, a chi voleva far parte di un partito era addirittura chiesta la sottoscrizione di una sorta di patto. E poi la politica la si faceva seriamente, i giovani si formavano nelle sezioni: chi terminava un certo percorso, era davvero preparato. Adesso, invece, non è più così e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Se andrò a votare? Certo: astenersi non avrebbe senso. Il voto è un diritto-dovere e, come tale, mi recherò alle urne come ho sempre fatto. Cosa chiedo alla politica? Certamente condizioni di vista migliori per tutti, non solo per chi, come me, è in pensione. Credo che sia proprio il livello generale della nostra vita ad essere cambiato. In peggio. Che la politica si svegli e torni a pensare innanzitutto al bene comune, ai cittadini di tutte le fasce e categorie>>. 
Nicola Sodo, pensionato di Pisticci, ex dipendente dello stabilimento Anic-Enichem dell’area industriale basentana, punta il dito sulla notizia degli ultimi giorni: il pagamento redistribuito tra i cittadini delle quote di energia elettrica non versate da clienti morosi. <<Leggo che, a breve, i cittadini onesti come il sottoscritto sarebbero chiamati a pagare anche una quota di chi la bolletta dell’energia elettrica non la paga. Penso che solo in un Paese disastrato come l’Italia si possa pensare a una cosa del genere. Ma come si fa a partorire questa idea? E, soprattutto, come si fa ad avere fiducia in questa politica? Ciò nonostante andrò regolarmente a votare, perché ho sempre fatto il mio dovere. Ma lasciatemi esprimere tutte le riserve di questo mondo sulla situazione politica attuale in Italia. Penso che i parlamentari dovrebbero impegnarsi per aumentare le pensioni perché, a volte, si fa fatica ad andare avanti. E poi, vogliamo parlare della sanità? Delle strade e delle infrastrutture in genere? Ovviamente, non ne parliamo del lavoro che manca. Io ho l’impressione che lo si faccia di proposito a creare disperazione tra la gente e dipendenza dalla politica. Infine, devono abbassare le tasse perché sono eccessive. No, così non va proprio bene>>, ha concluso Sodo. 
Per Giovanni Monistero, anche lui pensionato ma ex artigiano, le richieste non sono dissimili da quelle di Sisto e Sodo. <<Aumentare le pensioni e renderle più giuste ed eque: potenziare la sanità, sempre più privata e meno efficiente, così come i collegamenti. E soprattutto, ridurre le tasse. Se ci fidiamo della politica? Diciamo abbastanza, ma francamente non ho ancora deciso se andrò a votare>>. 
Piero Miolla