E’ un comune
come tanti della Basilicata, architettonicamente molto interessante, con pochi
abitanti, con una storia di recupero edilizio molto virtuosa e quasi unica
nella regione. E’ Guardia Perticara, il paese delle case in pietra, dalla sua
edificazione affacciato sulla Valle del Sauro, a pochi chilometri da Corleto
Perticara e Gorgoglione. I due comuni che verranno interessati, alla stregua
del comune guardiese, da un insediamento produttivo che fino a qualche anno fa
era solo un argomento di discussione e che oggi è ormai quasi realtà: il Centro
Olio di Tempa Rossa (sito come base territoriale nel comune di Corleto
Perticara). Spesso finito alle cronache di tutti i giornali regionali e
nazionali, per il noto caso del Total Gate, i lavori sono quasi ultimati per
entrare in produzione. La gente del posto lavora quasi completamente per
l’indotto della società petrolifera francese Total E&P Italia titolare
della concessione e che sta costruendo l’impianto. I paesi hanno aperto le loro
porte ai dipendenti che giungono da ogni parte d’Italia e d’Europa. Un esempio
di accoglienza e civiltà.
Entriamo però
nel delicato argomento del Centro Olio di Tempa Rossa. Un impianto del genere
(basti pensare che è l’unico progetto italiano inserito dalla banca
statunitense Goldman Sachs tra i 128 progetti più importanti al mondo),
somiglia ad una città da lontano, certamente fa spavento ad un abitante
abituato a vivere una vita tranquilla e lenta. Esso inevitabilmente rappresenta
uno sconvolgimento per i paesi interessati, la cui economia è stata da sempre
basata su agricoltura e pastorizia, artigianato e piccolo commercio. La natura
però ha voluto essere generosa in quest’area della Basilicata, così come nella
Val d’Agri. E, individuata la ricchezza, il Protocollo d’Intesa tra Regione
Basilicata e società petrolifera francese è ben presto fatto. Era infatti il 2004
quando si è raggiunta un’intesa preliminare definita successivamente nell’Accordo
quadro del 2006.
Con la Delibera n. 622 del 2006 la Regione Basilicata,
infatti, ha concesso alla Total E&P Italia con un unico atto, il parere
favorevole alla Compatibilità Ambientale, alla Valutazione d’Incidenza e
all’Autorizzazione Paesaggistica relativamente al “Progetto Interregionale
Tempa Rossa” per la messa in produzione di 5 pozzi petroliferi, una rete di
condotte interrate (oleodotti) per l’allacciamento dei 5 pozzi perforati nel
comune di Corleto Perticara e uno nel comune di Gorgoglione, con la possibilità
di perforare altri due pozzi una volta ottenute le autorizzazioni. Si dà il via
libera dunque alla costruzione del Centro Olio Val Camastra e al deposito GPL,
questo sito alle pendici della montagna dove sorge Guardia Perticara. La Total prevede
di estrarre in quest’area 50.000 barili al giorno rilasciando in cambio una
serie di benefici al comune di Corleto Perticara, sede dell’insediamento, ed altre
compensazioni ambientali e non ai due comuni limitrofi, Guardia Perticara e Gorgoglione.
Assodati gli
accordi, le comunità sembrano aver accettato lo sconvolgimento territoriale che
senz’altro un sito del genere porta in un luogo fino a qualche anno fa quasi
vergine (specie prima delle concessioni degli anni ’80 che condussero alle
prime estrazioni), e delle identità che via via fanno spazio alle abitudini
imposte dalla multinazionale. Ad una cosa non potranno mai rinunciare gli
abitanti di questi piccoli paesi dell’entroterra lucano, alla salute. Difatti,
questi si aspettano soprattutto garanzie forti sulla tutela dell’ambiente ed il
rispetto delle intese stabilite in materia di monitoraggio ambientale, per
scongiurare qualsiasi pericolo di inquinamento irrimediabile con ripercussioni
gravi sulla salute dei cittadini. Certamente anche la garanzia di assunzioni
per la maggior parte dei lavoratori già inseriti.
L’accordo
quadro siglato da Regione Basilicata e Total E&P Italia prevede difatti un contributo di 3.000.000 euro per la
realizzazione di una rete di monitoraggio ambientale e di 1.500.000 euro/anno per
le attività di manutenzione ed anche contributi a programmi in materia di
sviluppo sostenibile, gestiti dalla Regione Basilicata, per un valore
progressivo che parte da 500.000 euro fino a 2.500.000 euro/anno a seconda del
livello di produzione via via raggiunto.
Sarà dunque
necessario monitorare costantemente la questione ambientale, da parte degli
enti locali e regionali (ARPAB), ma soprattutto da parte dell’azienda
produttrice da cui ci si aspetta un comportamento etico e responsabile. La
popolazione di quest’area della Basilicata se lo merita, visto che contribuisce
per un’importante quota al fabbisogno energetico nazionale. Per le altre questioni
saranno determinanti amministratori lungimiranti, affinché guidino lo sviluppo
di settori alternativi al petrolio.
Maria Teresa Merlino