PIERO MIOLLA
Il medico arriva a piedi, come
nei tempi antichi, perché la professione sanitaria, al di là delle
rivendicazioni, è anche e soprattutto una missione. Lo sa bene Francesco
Avigliano, medico di continuità assistenziale a Vaglio di Basilicata, che,
avendo aderito allo stato di agitazione proclamato dalle ex guardie mediche
lucane per protestare contro la decisione della Regione Basilicata di chiedere
la restituzione delle indennità di rischio percepite dal 2012 al 2016,
agitazione che si concreta nell’indisponibilità all’utilizzo della propria
auto, ha risposto alle chiamate domiciliari recandosi a piedi a casa dei
pazienti. Non una, ma quattro volte nell’arco di una notte, quella tra il 15 e
il 16 novembre, la prima nella della protesta. Non potendo raggiungere i
pazienti in auto, Avigliano non ci ha pensato due volte ed ha momentaneamente
chiuso la sede della guardia medica per assistere i pazienti che ne avevano
chiesto l’intervento. “Ho fatto solo il mio dovere – si è schernito il
professionista – ben sapendo che la nostra è una vera e propria missione. Non
ho avuto difficoltà a raggiungere i pazienti che mi hanno contattato, ma questo
solo perché tutti e quattro abitano nel centro urbano di Vaglio: sotto la
pioggia, quindi, mi sono recato a fare le visite domiciliari. Mi chiedo, però,
come potrei fare se la chiamata dovesse arrivare da Cancellara, visto che la
sede di Vaglio ricomprende anche quel comune, se ci dovesse essere bisogno di
me in una contrada rurale, o, ancora, in caso di urgenza”. Ci vorrebbe l’auto,
che, però, lei ha deciso di non usare, aderendo alla protesta. L’Asp, peraltro,
dichiara di non averne. “Ho aderito alla protesta e la condivido pienamente, ma
i problemi che le ho elencato potrebbero verificarsi: chiedo all’Azienda come
dovrei comportarmi in tal caso. Purtroppo, l’Azienda non risponde e il dubbio
rimane: speriamo che ci dia direttive su come comportarci nei casi di urgenza,
perché non sappiamo neanche noi cosa fare. Per il momento, come lei ha
rimarcato, facciamo le visite a piedi”. Come spiega la scelta dei colleghi di
Matera di non aderire alla protesta? “Questo, francamente non lo: anche in
provincia di Potenza, in realtà, ci sono colleghi che non hanno aderito.
Ciascuno è libero di agire come meglio crede”, ha concluso Avigliano. Frattanto
sul tema si registra un’interrogazione al ministro della salute, Beatrice
Lorenzin, presentata dai deputati Giovanni Burtone, Maria Amato e Maria Antezza
in commissione Affari Sociali. Nel testo i parlamentari hanno ricordato che “è in
atto un contenzioso tra i medici di continuità assistenziale e la Corte dei
conti in relazione ad accordi integrativi regionali che secondo la magistratura
contabile sarebbero in contrasto con l’accordo collettivo nazionale; a seguito
di tale contenzioso le regioni coinvolte, Campania, Basilicata, Abruzzo,
Molise, non solo hanno deliberato la sospensione degli accordi integrativi
regionali relativi ai medici di continuità assistenziale, ma anche chiesto la
restituzione delle somme fino ad ora percepite; è notizia di questi giorni che
in Basilicata i medici di guardia hanno deciso, come forma di protesta, di non
usare più la propria auto per svolgere il servizio; questo significa che non si
sposteranno più dal proprio ambulatorio per visite a domicilio creando
inevitabili disagi a pazienti che spesso vivono in zone rurali o anziani
impossibilitati a muoversi”. Tutto ciò premesso, Burtone, Amato e Antezza hanno
chiesto al ministro interrogato se “sia a conoscenza della vertenza che
riguarda i medici di continuità assistenziale in Basilicata e quali iniziative
intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di individuare un percorso
istituzionale con l’obiettivo di scongiurare un grave pregiudizio ai livelli
essenziali di assistenza e nella tutela della salute per i cittadini più
fragili e per consentire alle guardie mediche di svolgere il proprio importante
lavoro”.
Mercoledi 22/11/2017 nel comune di Bella si terrà un incontro tra medici di guardia e popolazione. Sarà illustrata la situazione creatasi a seguito dell' assurda e unilaterale decisione della Regione Basilicata di sospendere oltre che pretendere la restituzione di indennità economiche previste da AIR. Sarà anche l occasione per denunciare il tentativo maldestro della giunta Pittella di ridimensionare il servizio di guardia medica.
RispondiEliminaFlorenzo Doino
Il contenzioso non è tra i Medici di Continuità Assistenziale e la Corte dei Conti, ma tra la Corte dei Conti e 14 amministratori delle Asl e Regione Basilicata che nel 2008 hanno firmato l' AIR.
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