Il Comune di Montescaglioso, vessato da circa 8 milioni e mezzo di euro di
passività, è in stato di dissesto finanziario. Lo ha dichiarato il Consiglio
comunale a maggioranza, mentre le opposizioni al momento del voto hanno
ritenuto di lasciare l’aula. A conti fatti, la proposta che il sindaco Vincenzo
Zito ha portato all’attenzione della massima assemblea cittadina, contenente,
appunto, la dichiarazione di dissesto, ha ricevuto dieci voti favorevoli (tutti
della maggioranza, nelle cui fila era assente il solo consigliere Nunzio
Carriero), mentre, come detto, i consiglieri di minoranza Giuseppe Ditaranto
(M5S), Maria Scaramuzzo (Alleanza per Montescaglioso), Rosa Anna Cifarelli,
Raffaele Rizzi, Gianna Racamato e Giuseppina Venezia (Monte in Testa), non
hanno partecipato al voto allontanandosi dall’aula nel momento della votazione.
In precedenza, però, gli stessi consiglieri di minoranza avevano chiesto con
una mozione di rinviare il voto, ma la proposta era stata rigettata con 10 voti
contrari e 6 favorevoli. Come si è giunti a questa delibera? Lo ha spiegato il
primo cittadino. “Già al momento del nostro insediamento ci siamo trovati con
una situazione debitoria che, voglio precisarlo, non è totalmente attribuibile
alla precedente amministrazione, ma viene da lontano. Sono in pratica 30 anni
che Montescaglioso si porta dietro questi debiti, che non fanno altro che
riprodursi. Mentre in precedenza, però, la normativa permetteva di effettuare
spostamenti di somme, adesso, invece, è divenuta stretta. Se consideriamo che i
trasferimenti statali si sono ridotti notevolmente, la situazione è precipitata
ulteriormente e non è più recuperabile, anche perché il Comune di
Montescaglioso era già in piano di riequilibrio dal 2013, cioè in pre-dissesto,
da alcuni anni. Il piano di riequilibrio, però, era basato sulle entrate
derivanti dall’alienazione del demanio comunale, cosa che non è avvenuta.
Quando ci siamo insediati abbiamo deliberato la presa d’atto della situazione
economica e, dopo, abbiamo verificato se fosse possibile recuperare la
situazione. Di fatto, però, non è stato possibile e, dunque, abbiamo deciso per
il dissesto: è stata una scelta obbligata, tanto che il revisore dei conti ha
sottolineato nella relazione che nel nostro caso non c’erano altre possibilità
se non il dissesto. Abbiamo 5 milioni e mezzo di disavanzo che provengono dal
piano di riequilibrio e dall’accertamento straordinario eseguito dalla
precedente Giunta nel 2015. In più, ci sono i debiti fuori bilancio che
ammontano a 3 milioni e 200mila euro. In totale fanno circa 8 milioni e mezzo.
Abbiamo ritenuto di mettere un punto fermo a questa situazione per poter
partire dal 1° gennaio 2018 in una situazione che, calcisticamente, potremmo
definire da zero a zero. La delibera verrà inoltrata alla Procura della Corte
dei Conti e al ministero dell’Interno, che proporrà una terna per la
commissione, nominata dal presidente della Repubblica. La commissione gestirà
massa passiva e attiva al 31 dicembre, mentre noi dal 2018 partiremo senza
debiti e crediti, con il bilancio riequilibrato”. Le tasse verranno aumentate?
“Lo prevede la legge in caso di dissesto, ma, di fatto, non accadrà perché già
oggi le aliquote sono al massimo”.
Piero Miolla
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