“Sì, lo rifarei senza alcun
dubbio”. Il sindaco di Laurenzana, Michele Ungaro, è soddisfatto dell’esito del
referendum sull’accoglienza dei migranti e, nonostante sia andato al voto solo
un quarto degli aventi diritto, non mostra tentennamenti sull’iniziativa. Anzi.
“
Sono soddisfatto della partecipazione – ha infatti spiegato - anche se sono
consapevole che il campione non è pienamente rappresentativo. Questo, però, è
dipeso solo ed esclusivamente dalla volontà di chi, pur avendone la
possibilità, non ha voluto recarsi alle urne per esprimere il suo parere. Sono
fermamente convinto che si sia trattato di una forma di espressione della
democrazia: l’obiettivo era far pronunciare i miei concittadini sul tema per
capire cosa ne pensano. Adesso, evidentemente, nelle sedi opportune potrò far
valere il responso delle urne, pur senza averne la pretesa di considerarlo
totalmente rappresentativo>>.
Cosa pensa di questo “no” venuto fuori
dalle urne? “Così come non ho fatto campagna elettorale prima, per non influenzare
il corpo elettorale, allo stesso tempo adesso, a giochi fatti, non mi
pronuncio. Mi limito a prendere atto di quello che la maggioranza dei votanti
ha inteso rendere noto”. A margine del referendum e del suo responso, dunque,
Ungaro rimane consapevole di aver, in qualche modo, assunto (con il semaforo
verde del Consiglio comunale) una posizione che si presta a tante critiche, ma
che, in definitiva, servirà allo stesso primo cittadino per avere una base
sulla quale lavorare. Anche perché, ha più volte ripetuto il sindaco, “non
sappiamo cosa ci riserva il futuro: con il referendum abbiamo il parere della
comunità che potrò far valere nelle sedi opportune, anche se, e questo non va
dimenticato, sul tema dell’accoglienza ai migranti i sindaci non è che abbiano grandi
poteri, specie se i privati dovessero mettere a disposizione delle strutture ad
hoc.
Io, in ogni caso, sono assolutamente sereno e credo che questa iniziativa
non può e non deve prestarsi a strumentalizzazioni di alcun tipo, soprattutto
in tempi di campagna elettorale. Abbiamo chiamato i cittadini a pronunciarsi:
lo hanno fatto, pur nella misura già citata, e dunque va bene così. Voglio
ricordare che qui, nel recente passato, c’è stato qualcuno che ha criticato la
mia assenza alle riunioni convocate sul tema in prefettura, specie nel periodo
di fine giugno quando gli arrivi in Italia si moltiplicavano.
Per questo, visti
i mugugni e per non ingenerare falsi convincimenti, all’epoca convocai
un’assemblea pubblica per spiegare la scelta di non partecipare e spegnere
l’eventuale fiammella strumentale della protesta. Il resto è storia nota: nel
corso di quell’assemblea venne fuori l’idea del referendum che, adesso, una
volta celebrato, ci serve per sapere quello che i cittadini di Laurenzana
pensano sul tema. Ho sempre detto che, qualunque fosse stato l’esito del
referendum, io avrei avuto un argomento in più da portare ai tavoli
istituzionali, quando e se sarò convocato: così sarà”.
Piero Miolla
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