giovedì 18 gennaio 2018

"Il referendum sui migranti? Lo rifarei".


“Sì, lo rifarei senza alcun dubbio”. Il sindaco di Laurenzana, Michele Ungaro, è soddisfatto dell’esito del referendum sull’accoglienza dei migranti e, nonostante sia andato al voto solo un quarto degli aventi diritto, non mostra tentennamenti sull’iniziativa. Anzi. “
Sono soddisfatto della partecipazione – ha infatti spiegato - anche se sono consapevole che il campione non è pienamente rappresentativo. Questo, però, è dipeso solo ed esclusivamente dalla volontà di chi, pur avendone la possibilità, non ha voluto recarsi alle urne per esprimere il suo parere. Sono fermamente convinto che si sia trattato di una forma di espressione della democrazia: l’obiettivo era far pronunciare i miei concittadini sul tema per capire cosa ne pensano. Adesso, evidentemente, nelle sedi opportune potrò far valere il responso delle urne, pur senza averne la pretesa di considerarlo totalmente rappresentativo>>. 
Cosa pensa di questo “no” venuto fuori dalle urne? “Così come non ho fatto campagna elettorale prima, per non influenzare il corpo elettorale, allo stesso tempo adesso, a giochi fatti, non mi pronuncio. Mi limito a prendere atto di quello che la maggioranza dei votanti ha inteso rendere noto”. A margine del referendum e del suo responso, dunque, Ungaro rimane consapevole di aver, in qualche modo, assunto (con il semaforo verde del Consiglio comunale) una posizione che si presta a tante critiche, ma che, in definitiva, servirà allo stesso primo cittadino per avere una base sulla quale lavorare. Anche perché, ha più volte ripetuto il sindaco, “non sappiamo cosa ci riserva il futuro: con il referendum abbiamo il parere della comunità che potrò far valere nelle sedi opportune, anche se, e questo non va dimenticato, sul tema dell’accoglienza ai migranti i sindaci non è che abbiano grandi poteri, specie se i privati dovessero mettere a disposizione delle strutture ad hoc. 
Io, in ogni caso, sono assolutamente sereno e credo che questa iniziativa non può e non deve prestarsi a strumentalizzazioni di alcun tipo, soprattutto in tempi di campagna elettorale. Abbiamo chiamato i cittadini a pronunciarsi: lo hanno fatto, pur nella misura già citata, e dunque va bene così. Voglio ricordare che qui, nel recente passato, c’è stato qualcuno che ha criticato la mia assenza alle riunioni convocate sul tema in prefettura, specie nel periodo di fine giugno quando gli arrivi in Italia si moltiplicavano. 
Per questo, visti i mugugni e per non ingenerare falsi convincimenti, all’epoca convocai un’assemblea pubblica per spiegare la scelta di non partecipare e spegnere l’eventuale fiammella strumentale della protesta. Il resto è storia nota: nel corso di quell’assemblea venne fuori l’idea del referendum che, adesso, una volta celebrato, ci serve per sapere quello che i cittadini di Laurenzana pensano sul tema. Ho sempre detto che, qualunque fosse stato l’esito del referendum, io avrei avuto un argomento in più da portare ai tavoli istituzionali, quando e se sarò convocato: così sarà”. 
Piero Miolla


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