In Basilicata c’è una media di cinque
avvocati ogni mille abitanti. Peccato, però, che la nostra sia una tra le regioni
nelle quali guadagnano in media meno che altrove. Il reddito degli avvocati
lucani, infatti, non supera mediamente i 20.691 euro.
Lo si apprende da uno
studio di Italia Oggi dal quale si evince anche che, sempre in regione, i
giovani avvocati sono i più penalizzati, anche a causa del “combinato disposto”
di provvedimenti legislativi definiti indecenti e della pressione fiscale, che,
come è noto, in Italia è tra le più stringenti. Se nel “Belpaese” due legali su
tre fanno la fame, dunque, nella nostra regione la situazione non è diversa,
anzi. Innanzitutto va ricordato che in Basilicata ci sono tre Ordini degli
Avvocati: Potenza, Matera e Lagonegro-Sala Consilina. Gli avvocati lucani sono,
in totale, 2.878, così suddivisi: 1.328 iscritti all’Ordine di Potenza, 862 a
quello di Matera e 688 a Lagonegro. A loro vanno aggiunti i praticanti
avvocati, che sono in totale 711, dei quali 404 iscritti all’Ordine del
capoluogo di regione, 213 a Lagonegro-Sala Consilina e 94 a Matera.
Se questi
sono i numeri degli attuali professionisti esercenti l’attività legale in
Basilicata, va anche detto che, proprio a causa della citata congiuntura
negativa, in tanti negli ultimi anni hanno preferito cancellarsi o, se non
altro, chiedere la sospensione. Nell’Ordine di Lagonegro, ad esempio, si sono
cancellati 51 avvocati e 24 praticanti, anche se il saldo nella cittadina
tirrenica rimane positivo: sempre nell’ultimo triennio, infatti, si sono
iscritti 100 nuovi avvocati e 109 praticanti. A Potenza il dato delle
iscrizioni ha presentato un saldo positivo nel 2016, quando ci fu
l’assorbimento di Melfi, che ha visto confluire il suo tribunale in quello di
Potenza. Nel 2014, infatti, il capoluogo di regione vantava 1.311 avvocati
iscritti e 339 praticanti; nel 2015 lieve calo tra gli avvocati, scesi a 1.295
(i praticanti, invece, sono saliti a 418); nel 2016, anno della “fusione” con
Melfi, 1.338 avvocati iscritti e 427 praticanti. Nel 2017, infine, il dato
degli avvocati si è attestato sui 1.328 professionisti e sui 420 praticanti.
Insomma, in qualche modo la crisi si sente anche nel mondo forense, sempre più
affollato da professionisti e praticanti che sperano di diventare i nuovi
principi del foro, ma che sempre più spesso devono, per converso, prendere atto
che la vita degli avvocati è dura e che non è tutto oro quello che luccica. In
un mondo e un ambiente che troppo spesso “millanta” una condizione economica
che non c’è, gli ultimi anni stanno confermando che la professione forense non
“tira” più. Colpa di un eccessivo peso fiscale e tributario, ma anche, come
detto, del numero sempre più inflazionato di persone che, specie in giovane
età, un po’ per gioco, un po’ per non starsene con le mani in mano,
preferiscono intraprendere un percorso che, a parte qualche rara eccezione, non
porta quelle soddisfazioni che in tanti si aspettano.
La Basilicata, dunque,
con i suoi poco meno di tremila avvocati conferma che anche nei piccoli numeri
ci possono essere grandi sofferenze. La professione forense, evidentemente, non
è da meno e, forse, bisognerebbe iniziare a capirlo per tempo, prima di
addentrarsi in un mondo che oltre ad essere difficile e complesso, è anche
foriero di difficoltà economiche probabilmente non preventivate. Un intervento
per calmierare il peso fiscale agli avvocati e, perché no, limitare l’accesso
alla professione è forse assolutamente necessario.
Piero Miolla
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