sabato 7 aprile 2018

Gli avvocati lucani e la professione sovradimensionata.


In Basilicata c’è una media di cinque avvocati ogni mille abitanti. Peccato, però, che la nostra sia una tra le regioni nelle quali guadagnano in media meno che altrove. Il reddito degli avvocati lucani, infatti, non supera mediamente i 20.691 euro. 
Lo si apprende da uno studio di Italia Oggi dal quale si evince anche che, sempre in regione, i giovani avvocati sono i più penalizzati, anche a causa del “combinato disposto” di provvedimenti legislativi definiti indecenti e della pressione fiscale, che, come è noto, in Italia è tra le più stringenti. Se nel “Belpaese” due legali su tre fanno la fame, dunque, nella nostra regione la situazione non è diversa, anzi. Innanzitutto va ricordato che in Basilicata ci sono tre Ordini degli Avvocati: Potenza, Matera e Lagonegro-Sala Consilina. Gli avvocati lucani sono, in totale, 2.878, così suddivisi: 1.328 iscritti all’Ordine di Potenza, 862 a quello di Matera e 688 a Lagonegro. A loro vanno aggiunti i praticanti avvocati, che sono in totale 711, dei quali 404 iscritti all’Ordine del capoluogo di regione, 213 a Lagonegro-Sala Consilina e 94 a Matera. 
Se questi sono i numeri degli attuali professionisti esercenti l’attività legale in Basilicata, va anche detto che, proprio a causa della citata congiuntura negativa, in tanti negli ultimi anni hanno preferito cancellarsi o, se non altro, chiedere la sospensione. Nell’Ordine di Lagonegro, ad esempio, si sono cancellati 51 avvocati e 24 praticanti, anche se il saldo nella cittadina tirrenica rimane positivo: sempre nell’ultimo triennio, infatti, si sono iscritti 100 nuovi avvocati e 109 praticanti. A Potenza il dato delle iscrizioni ha presentato un saldo positivo nel 2016, quando ci fu l’assorbimento di Melfi, che ha visto confluire il suo tribunale in quello di Potenza. Nel 2014, infatti, il capoluogo di regione vantava 1.311 avvocati iscritti e 339 praticanti; nel 2015 lieve calo tra gli avvocati, scesi a 1.295 (i praticanti, invece, sono saliti a 418); nel 2016, anno della “fusione” con Melfi, 1.338 avvocati iscritti e 427 praticanti. Nel 2017, infine, il dato degli avvocati si è attestato sui 1.328 professionisti e sui 420 praticanti. 
Insomma, in qualche modo la crisi si sente anche nel mondo forense, sempre più affollato da professionisti e praticanti che sperano di diventare i nuovi principi del foro, ma che sempre più spesso devono, per converso, prendere atto che la vita degli avvocati è dura e che non è tutto oro quello che luccica. In un mondo e un ambiente che troppo spesso “millanta” una condizione economica che non c’è, gli ultimi anni stanno confermando che la professione forense non “tira” più. Colpa di un eccessivo peso fiscale e tributario, ma anche, come detto, del numero sempre più inflazionato di persone che, specie in giovane età, un po’ per gioco, un po’ per non starsene con le mani in mano, preferiscono intraprendere un percorso che, a parte qualche rara eccezione, non porta quelle soddisfazioni che in tanti si aspettano. 
La Basilicata, dunque, con i suoi poco meno di tremila avvocati conferma che anche nei piccoli numeri ci possono essere grandi sofferenze. La professione forense, evidentemente, non è da meno e, forse, bisognerebbe iniziare a capirlo per tempo, prima di addentrarsi in un mondo che oltre ad essere difficile e complesso, è anche foriero di difficoltà economiche probabilmente non preventivate. Un intervento per calmierare il peso fiscale agli avvocati e, perché no, limitare l’accesso alla professione è forse assolutamente necessario.
Piero Miolla

 

Nessun commento:

Posta un commento