martedì 29 maggio 2018

Avvisi di conclusione indagini notificate ai vertici di Tecnoparco, Syndial e Drop.


I Carabinieri forestali hanno notificato ai responsabili di Tecnoparco Valbasento, delle società Syndal e Drop e a funzionari dell’ufficio ambiente della Provincia di Matera l’avviso di conclusione delle indagini preliminari sullo «smaltimento di 31 mila metri cubi di rifiuti speciali liquidi scaricati nel Basento». Lo riferisce l'Ansa.
Le indagini sulla vicenda cominciarono nel marzo del 2012. I rifiuti liquidi, provenienti dagli stabilimenti della Syndal e della Drop, a Ferrandina (Matera), dovevano andare a Tecnoparco, a Pisticci (Matera), per essere smaltiti. Dal 1999, la Syndal gestisce un’area di 12 ettari che ospita i terreni inquinati derivanti dalla bonifica dell’area ex Liquichimica di Ferrandina: si tratta di un’"area diaframmata» perché un muro la separa dal fiume Basento. La condotta fognaria che doveva servire a trasferire i liquami a Tecnoparco fu danneggiata dall’alluvione del marzo 2011 e da quel momento i rifiuti liquidi finirono «per caduta nel fiume Basento e quindi nel mare». Dal 2011 al 2014, anche le persone - secondo l’accusa - furono «inconsapevolmente esposte al pericolo» della presenza, nei rifiuti liquidi provenienti dall’"area diaframmata», di manganese, cloruro di vinile dicloretano, dicloroetilene, tricloroetilene e tricloretano» per un totale di 31.688 metri cubi, «corrispondenti a circa mille autobotti». Tecnoparco Valbasento, però, per l’anno 2011-2012, certificò il regolare smaltimento dei rifiuti «senza mai denunciare il mancato arrivo dei reflui al suo impianto dagli unici due clienti che si servivano della condotta fognaria» - Syndal e Drop - emettendo nei loro confronti fatture per oltre 171 mila euro «per operazioni di smaltimento mai eseguite». 
Dopo l’alluvione del 2011, la condotta fognaria fu ripristinata con un nulla osta e un permesso di riattivazione del dirigente dell’ufficio ambiente della Provincia di Matera "in favore di Tecnoparco Valbasento, in violazione delle norme di legge che prevedono la competenza al rilascio di tale autorizzazione all’ente regionale». Il funzionario, inoltre, non comunicò alla Regione che «la fogna chimica era connessa fisicamente all’impianto di Tecnoparco, l’unico valutato in ambito autorizzazione integrata ambientale e che vi erano delle modifiche impiantistiche nell’impianto di Ferrandina mai sottoposte a valutazione da parte dell’autorità amministrativa competente, con conseguente pericolo per l’ambiente e la salute pubblica». E’ stato accertato che Tecnoparco «ha continuato nell’esercizio della condotta fognaria e la Drop ha continuato a smaltire illegalmente e consapevolmente i rifiuti liquidi nel Basento fino al 2014», nonostante che l’alluvione del 2013 avesse di nuovo danneggiato la condotta, «che presentava carenze strutturali sin dall’iniziale costruzione». 
Il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio dei responsabili di Tecnoparco Valbasento, di Syndal, della Drop e dei dirigenti dell’ufficio ambiente della provincia di Matera "per smaltimento senza autorizzazione di rifiuti speciali liquidi».

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