martedì 22 maggio 2018

Caro-mensa scolastica a Pisticci: proteste e spiegazioni.



“Le nuove tariffe della mensa scolastica rivelano un forte divario tra il primo e il secondo scaglione, mentre l’ultimo, passato da 45 euro a 70, è esoso, così come le tariffe per il secondo figlio, che differiscono di soli 10 euro da quelle per il primo: si penalizza la stragrande maggioranza delle famiglie”. 
Le parole di Alessandra Ruvo, ex presidente del Consiglio comunale di Pisticci, ma, soprattutto, mamma, rivelano che, per l’Amministrazione comunale guidata da Viviana Verri, è in arrivo un nuovo caso spinoso. “Sarebbe stata preferibile una maggiore progressività delle tariffe – ha precisato Ruvo – fermo restando che l’ultimo scaglione è fortemente esoso: l’anno scorso la tariffa massima era di 45 euro, ora è salita a 70”. 
Le tariffe sono state approvate dalla Giunta comunale con delibera 22-18, nella quale, per lo scaglione da 0 a 5mila euro non si paga nulla sia per il primo che per il secondo figlio: le precedenti tariffe, invece, prevedevano un costo di 8 euro per il primo figlio e 4 per il secondo, ma lo scaglione andava da 0 a 3.250 euro. Per il secondo scaglione (da 5mila e un centesimo a 8.500 euro), per il primo figlio 35 euro, 25 per il secondo: le precedenti prevedevano 15 euro (primo figlio) e 8 (secondo
figlio), ma lo scaglione andava da un reddito Isee da 3.250 euro e 1 centesimo a 5mila. Terzo scaglione (da 8mila 500 euro e 1 centesimo a 12mila e 600): primo figlio 50 euro, secondo 40. Precedenti tariffe (da 5mila euro e 1 centesimo a 8mila e 500 euro): 30 euro per il primo figlio e 15 per il secondo. Quarto scaglione (da 12mila 600 euro e 1 centesimo a 15mila e 500): tariffa di 60 euro per il primo figlio e di 50 per il secondo: in precedenza (scaglione da 8mila 500 e 1 centesimo a 12mila e 600 euro) per il primo figlio si pagava 40 euro, per il secondo 20. Infine, l’ultimo scaglione (oltre 15mila 500 euro e 1 centesimo) 70 euro per il primo figlio, 60 per il secondo: quelle vecchie (oltre 12mila 600 euro e 1 centesimo) 45 euro per il primo figlio e 22 e 50 per il secondo. 
Gli aumenti hanno determinato anche l’intervento del coordinatore provinciale di Si, Giuseppe Miolla, per il quale “l’ennesima stangata grava pesantemente sulle famiglie e non trova giustificazione. Inaccettabile anche l’effetto retroattivo dell’entrata in vigore del nuovo regime, da gennaio 2018: il Comune non può modificare unilateralmente le tariffe andando a ledere il principio basilare del legittimo affidamento”.
LA REPLICA DEL SINDACO VIVIANA VERRI:
"Sul tema delle tariffe della mensa scolastica, sollevato in queste ore a mezzo stampa, è opportuno effettuare alcuni chiarimenti verso la cittadinanza, visto che se ne parla in maniera poco attenta e molto strumentale, sempre a discapito dei nostri cittadini che seguono le vicende amministrative". Lo spiega il sindaco di Pisticci Viviana Verri.
"La rimodulazione delle tariffe - argomenta Verri - si è resa necessaria per rendere economicamente sostenibile un servizio che costa trecentoventimila euro all’anno all’Amministrazione e comunque con le nuove tariffe si riesce a coprire appena il 43% del costo totale annuo. Nella rimodulazione, è stata innanzitutto prevista un’esenzione totale per le famiglie con ISEE non superiore a 5000 euro, proprio per venire incontro alle esigenze delle fasce più deboli della popolazione ed evitare ogni forma di esclusione nei confronti di questi bambini. Anche per le altre fasce di reddito siamo stati attenti a non tartassare le famiglie, prevedendo un aumento graduale e istituendo anche una ulteriore fascia di reddito intermedia: ad esempio chi ha un ISEE di 8500 euro adesso paga trentacinque euro un blocchetto da ventitré buoni pasto, mentre prima ne pagava trenta, chi ha un ISEE di 12.600 euro pagherà lo stesso blocchetto cinquanta euro, dieci in più dello scorso anno. Il nostro sforzo, dunque, è stato quello di garantire una migliore distribuzione dei costi in base al reddito delle famiglie.
Il costo massimo per un pasto singolo oscillerà dunque da 1,50 euro per la prima fascia a 3,20 euro per la fascia di reddito più alta, con ISEE oltre 15.500,01 euro; sono stati previsti sgravi dal secondo figlio in poi, a fronte di un costo per l’amministrazione che è di oltre 5 euro per ogni pasto. Il costo mensile della mensa resta al di sotto della media nazionale che oscilla intorno agli 80€. 
D’altra parte - conclude il primo cittadino - gli organi di revisione contabile insistono nel voler sensibilizzarci ad un maggior rigore verso i servizi pubblici a domanda individuale che, va ricordato, sono servizi pubblici non essenziali che un Ente eroga a fronte della loro sostenibilità".
Piero Miolla

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