lunedì 4 giugno 2018

Don Giuseppe Ditolve: "Perché ho voluto il censimento sulle morti da patologie tumorali".



“Ho voluto dare voce alla mia vicinanza alle persone che soffrono e combattono il cancro”. Così don Giuseppe Ditolve ha spiegato e motivato l’iniziativa “Per non dimenticare-Una messa per la vita”, che da circa 2 anni, ogni mese, ricorda alla comunità di Pisticci quanti morti il cancro ha causato in questa terra in un arco di tempo che, è bene ribadirlo, non è di 1 anno e 9 mesi, ma molto più ampio. “Sono da quasi due lustri qui a Pisticci – ha sottolineato don Ditolve - e conosco quasi del tutto il suo territorio. 
Celebrando i funerali di tante persone decedute a causa di patologie tumorali ho sempre pensato che fosse giusto fare qualcosa, anche se inizialmente era solo un sentimento al quale non sapevo dare risposte. Poi sono venuto a conoscenza di un’iniziativa simile che don Palmiro Prisutto ha fatto e continua a fare da più anni ad Augusta, in Sicilia, e ho pensato che la si potesse fare anche qui. Peraltro, i dati che hanno ad Augusta sono molto meno preoccupanti di quelli nostri: la differenza, purtroppo, è che qui da noi c’è ancora un pizzico di ritrosia a darci i nominativi”. 
Terra martoriata e spesso anche semi omertosa, dunque. Ma don Giuseppe non si è arreso e non vuole farlo. “Da quando sono diventato sacerdote ho fatto la scelta di fare un voto per gli ammalati, tanto è vero che alla mia ordinazione sacerdotale ho chiamato l’Unitalsi. Dunque, c’erano molti ammalati perché ho voluto improntare la mia esperienza personale a questo, cercando poi di trasformarla in una battaglia, non solo individuale, che contribuisca a far risaltare questo dramma del cancro che ci sta affliggendo”. 
Per quanto riguarda gli aspetti pratici di questo censimento, a don Ditolve piacerebbe consegnarlo ai medici di base. “Se ci dovesse essere un’indagine epidemiologica da parte dei medici di base io sarò lieto di metterlo a loro disposizione, nella speranza che, dopo il primo tentativo veicolato solo da un terzo dei medici di base del territorio, questa volta l’iniziativa possa essere globalmente sposata”. Infine, don Ditolve ha suo malgrado ricordato come “negli ultimi tempi, purtroppo, il cancro colpisce sempre più i giovani. Dobbiamo fare qualcosa, ad iniziare dalla Chiesa”.
Piero Miolla

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