venerdì 27 luglio 2018

L'invaso che si prosciuga, i pesci che muoiono e... La storia di Angelo Farina.




Lui l’ha definita una vera e propria biblioteca naturale. A differenza di una normale biblioteca, però, qui non ci sono libri ma alberi, piante e un’atmosfera d’altri tempi. Una vera e propria osai, dunque. Peccato che, a causa della siccità, il laghetto che si era formato nel corso degli anni, anche grazie alle continue e intelligenti opere di rinforzo del terreno circostante e di una rete di incanalamento delle acque di vago sapore ingegneristico, opere effettuate da Angelo Farina, oggi quel lago si sia prosciugato e i numerosi pesci che ci vivevano morti. Colpa della siccità, certo. Ma non solo. Farina, però, si guarda bene dal puntare il dito. “La mia – ha spiegato – non è una denuncia e neanche una segnalazione. Semplicemente, mi limito a constatare che un ente come il Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto si ferma alla burocrazia invece di andare oltre e favorire lo sviluppo e anche l’occupazione”. Ma andiamo con ordine. Siamo in contrada “Accio Soprano”, a Pisticci. Qui Farina ha realizzato questa “biblioteca” e raccontato che, in conseguenza della terribile siccità che colpito la zona, “per evitare che il lago si prosciugasse del tutto ed in attesa delle piogge autunnali, lo scorso anno feci regolare domanda di fornitura di acqua al Consorzio. Per chi non ne fosse a conoscenza, acquistando un tot di acqua il Consorzio la fornisce e, una volta consumato il credito, interrompe la fornitura. Pertanto, io non avrei potuto fare il furbo e continuare a consumare acqua oltre il credito acquistato. Però, dal Consorzio mi è stato risposto che essendo la mia famiglia debitrice, non era possibile concedere la fornitura richiesta. Prima, infatti, andava saldato il debito e poi sarebbe arrivata l’acqua. Ho fatto presente che, così facendo, anche le remote possibilità di guadagnare qualcosa, ad esempio attraverso la realizzazione di una fattoria didattica, sarebbero andate in fumo. Con quei guadagni avrei potuto iniziare a pagare il mio debito. Invece no: il Consorzio ha dimostrato di essere un ente rigido, che si ferma alla burocrazia e, a mio giudizio, non sa cogliere le opportunità di sviluppo”. Morale della favola? “I pesci sono morti perché l’acqua si è prosciugata. E anche il frutteto circostante, senza acqua, sta lentamente morendo. Ora io mi chiedo se sia giusto che le istituzioni agiscano seguendo questa linea o, piuttosto, non debbano anche saper capire come incentivare le occasioni di sviluppo. Ecco, io vorrei che qualcuno me lo spieghi. Ma, soprattutto, mi piacerebbe far capire che quello che è capitato a me è una lezione per tutti, nella speranza che certe storture non si ripetano più. Io ritengo che il Consorzio di Bonifica non possa e non debba essere un ente punitivo. Nel mio caso, però, possiamo dire che lo sia stato”. Ex consigliere provinciale di Rifondazione Comunista, Farina è molto dispiaciuto per la decisione del Consorzio di non concedergli la fornitura di acqua per evitare che l’invaso artificiale sito sul terreno di proprietà della sua famiglia, si prosciugasse. Ma, a suo giudizio, l’ente consortile se continua a negare l’acqua a causa di posizioni debitorie, non solo indossa le sembianze di un ente punitivo, quand’anche concorre ad “ampliare il fenomeno della mancanza di lavoro e ad affossare l’economia. Se le aziende agricole non producono per la mancanza di acqua, è evidente che le stesse sono costrette poi a seminare grano, con tutto quello che ne consegue. Se pensiamo al costo di un quintale di grano, infatti, e alla media di grano raccolto nelle annate buone, scopriamo che a malapena un imprenditore agricolo riesce a rientrare dalle spese. In tal modo quello stesso imprenditore che magari ha una posizione debitoria nei confronti dell’ente come può pensare di riuscire a pagare il suo debito?” Insomma, un cane che si morde la coda secondo Farina. “Il Consorzio, anziché contribuire a risolvere i problemi che hanno sul territorio le imprese agricole, problemi che sono molteplici, assumendo un comportamento che io chiamo punitivo non fa che partecipare e concorrere con altre situazioni negative e incide sull’economia regionale”. Il messaggio di Farina sembra chiaro. Lungi dal puntare il dito contro il Consorzio e senza limitare il discorso all’agricoltura, il suo è un ragionamento che invita tutti a riflettere sul fatto che, punendo il contribuente, sebbene moroso, l’istituzione impedisce lo sviluppo dell’economia.
Piero Miolla 

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