Lui l’ha definita una vera e
propria biblioteca naturale. A differenza di una normale biblioteca, però, qui
non ci sono libri ma alberi, piante e un’atmosfera d’altri tempi. Una vera e
propria osai, dunque. Peccato che, a causa della siccità, il laghetto che si
era formato nel corso degli anni, anche grazie alle continue e intelligenti
opere di rinforzo del terreno circostante e di una rete di incanalamento delle
acque di vago sapore ingegneristico, opere effettuate da Angelo Farina, oggi
quel lago si sia prosciugato e i numerosi pesci che ci vivevano morti. Colpa
della siccità, certo. Ma non solo. Farina, però, si guarda bene dal puntare il
dito. “La mia – ha spiegato – non è una denuncia e neanche una segnalazione.
Semplicemente, mi limito a constatare che un ente come il Consorzio di Bonifica
di Bradano e Metaponto si ferma alla burocrazia invece di andare oltre e
favorire lo sviluppo e anche l’occupazione”. Ma andiamo con ordine. Siamo in
contrada “Accio Soprano”, a Pisticci. Qui Farina ha realizzato questa
“biblioteca” e raccontato che, in conseguenza della terribile siccità che
colpito la zona, “per evitare che il lago si prosciugasse del tutto ed in
attesa delle piogge autunnali, lo scorso anno feci regolare domanda di
fornitura di acqua al Consorzio. Per chi non ne fosse a conoscenza, acquistando
un tot di acqua il Consorzio la fornisce e, una volta consumato il credito,
interrompe la fornitura. Pertanto, io non avrei potuto fare il furbo e
continuare a consumare acqua oltre il credito acquistato. Però, dal Consorzio
mi è stato risposto che essendo la mia famiglia debitrice, non era possibile
concedere la fornitura richiesta. Prima, infatti, andava saldato il debito e
poi sarebbe arrivata l’acqua. Ho fatto presente che, così facendo, anche le
remote possibilità di guadagnare qualcosa, ad esempio attraverso la
realizzazione di una fattoria didattica, sarebbero andate in fumo. Con quei
guadagni avrei potuto iniziare a pagare il mio debito. Invece no: il Consorzio
ha dimostrato di essere un ente rigido, che si ferma alla burocrazia e, a mio
giudizio, non sa cogliere le opportunità di sviluppo”. Morale della favola? “I
pesci sono morti perché l’acqua si è prosciugata. E anche il frutteto
circostante, senza acqua, sta lentamente morendo. Ora io mi chiedo se sia
giusto che le istituzioni agiscano seguendo questa linea o, piuttosto, non
debbano anche saper capire come incentivare le occasioni di sviluppo. Ecco, io
vorrei che qualcuno me lo spieghi. Ma, soprattutto, mi piacerebbe far capire
che quello che è capitato a me è una lezione per tutti, nella speranza che
certe storture non si ripetano più. Io ritengo che il Consorzio di Bonifica non possa e
non debba essere un ente punitivo. Nel mio caso, però, possiamo dire che lo sia
stato”. Ex consigliere provinciale di Rifondazione Comunista, Farina è molto dispiaciuto per la decisione del Consorzio di non
concedergli la fornitura di acqua per evitare che l’invaso artificiale sito sul
terreno di proprietà della sua famiglia, si prosciugasse. Ma, a suo giudizio,
l’ente consortile se continua a negare l’acqua a causa di posizioni debitorie,
non solo indossa le sembianze di un ente punitivo, quand’anche concorre ad
“ampliare il fenomeno della mancanza di lavoro e ad affossare l’economia. Se le
aziende agricole non producono per la mancanza di acqua, è evidente che le
stesse sono costrette poi a seminare grano, con tutto quello che ne consegue.
Se pensiamo al costo di un quintale di grano, infatti, e alla media di grano
raccolto nelle annate buone, scopriamo che a malapena un imprenditore agricolo
riesce a rientrare dalle spese. In tal modo quello stesso imprenditore che
magari ha una posizione debitoria nei confronti dell’ente come può pensare di
riuscire a pagare il suo debito?” Insomma, un cane che si morde la coda secondo
Farina. “Il Consorzio, anziché contribuire a risolvere i problemi che hanno sul
territorio le imprese agricole, problemi che sono molteplici, assumendo un
comportamento che io chiamo punitivo non fa che partecipare e concorrere con
altre situazioni negative e incide sull’economia regionale”. Il messaggio di Farina
sembra chiaro. Lungi dal puntare il dito contro il Consorzio e senza limitare
il discorso all’agricoltura, il suo è un ragionamento che invita tutti a
riflettere sul fatto che, punendo il contribuente, sebbene moroso,
l’istituzione impedisce lo sviluppo dell’economia.
Piero Miolla
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