C’è la mano delle lobby dei
rifiuti sull’impasse in Consiglio regionale della nuova disciplina regionale di
settore? Dopo l’allarme lanciato dal segretario lucano del Psi, Livio Valvano,
abbiamo cercato di capire perché a distanza di un anno e mezzo dall’approvazione
in Giunta del disegno di legge in materia ambientale, con particolare
riferimento al ciclo dei rifiuti, ad oggi quel disegno di legge non ha ancora
visto la luce. Perché tutto questo tempo per esaminare un provvedimento che lo
stesso Valvano, ma non solo, ha definito di grande rilevanza per la Basilicata?
La spiegazione potrebbe risiedere nelle caratteristiche del provvedimento che,
in astratto, sembrerebbe rispondere alle domande dei cittadini in termini di
protezione dell’ambiente e della salute. E che, soprattutto, contiene in sé un
principio di ispirazione comunitaria, quello di prossimità. In cosa consiste?
Nell’obbligo di prevedere la distribuzione sul territorio regionale del carico
ambientale, riducendolo e rendendolo compatibile con gli insediamenti umani
esistenti. In buona sostanza, il disegno di legge esclude le concentrazioni di
impianti. Ci dovrà essere, quindi, una distribuzione equa sul territorio, per
cui tali impianti non potranno essere concentrati solo in determinate aree.
Altro punto critico: il riferimento alla quantità massima di capacità
produttiva che si può autorizzare. La Giunta, infatti, ha proposto di
commisurare la capacità produttiva ai bisogni della Basilicata. A titolo
esemplificativo: la Basilicata ha un tot di fabbisogno di frazione umida? Bene,
la nuova legge dovrà prevedere la realizzazione di impianti che non vadano
oltre tale fabbisogno. Gli uffici regionali, in estrema sintesi, non potranno
rilasciare autorizzazioni per impianti voluminosi.
Insomma, il nuovo testo
rischia di entrare in contrasto con gli interessi delle lobbie del settore,
ovviamente attratte da ben altri principi. E anche se, come è stato
sottolineato dai più, con il nuovo testo si ridurrebbe la dimensione degli
impianti e ne risulterebbero quasi azzerati i rischi di danno per la salute,
per l’ambiente e per il paesaggio, è evidente che tutto questo alle lobbie
potrebbe non interessare. Per questo starebbero facendo sentire il fiato sul
collo alla politica, impedendo una certa celerità nell’approvazione della legge
e condizionando, così, la trasparenza e la indipendenza dell’azione
amministrativa.
Nulla di nuovo sotto il sole, per carità. Sono fenomeni che
abbiamo già visto e che, purtroppo, hanno spesso portato chi ha avuto la
responsabilità di governare a fare scelte sbagliate. Sarà così anche questa
volta? Vedremo. Di sicuro Valvano ha preannunciato che sarà
quotidianamente impegnato a fare pressioni sul Consiglio per cercare di
velocizzare l’iter.
“Già oggi chiamerò il presidente della seconda commissione,
Giannino Romaniello, per chiedergli se ha previsto la discussione del disegno
di legge. Sulla mia pagina Facebook, poi, posterò un video nel quale darò conto
della risposta fornitami. Penso che il Consiglio regionale non debba aver paura
di toccare gli interessi delle aziende del settore”, ha concluso il sindaco di
Melfi dando corpo a un auspicio piuttosto che a una denuncia vera e propria.
Piero Miolla
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