mercoledì 1 agosto 2018

La lobby dei rifiuti sui ritardi nell'approvazione della nuova disciplina di settore?



C’è la mano delle lobby dei rifiuti sull’impasse in Consiglio regionale della nuova disciplina regionale di settore? Dopo l’allarme lanciato dal segretario lucano del Psi, Livio Valvano, abbiamo cercato di capire perché a distanza di un anno e mezzo dall’approvazione in Giunta del disegno di legge in materia ambientale, con particolare riferimento al ciclo dei rifiuti, ad oggi quel disegno di legge non ha ancora visto la luce. Perché tutto questo tempo per esaminare un provvedimento che lo stesso Valvano, ma non solo, ha definito di grande rilevanza per la Basilicata? 
La spiegazione potrebbe risiedere nelle caratteristiche del provvedimento che, in astratto, sembrerebbe rispondere alle domande dei cittadini in termini di protezione dell’ambiente e della salute. E che, soprattutto, contiene in sé un principio di ispirazione comunitaria, quello di prossimità. In cosa consiste? Nell’obbligo di prevedere la distribuzione sul territorio regionale del carico ambientale, riducendolo e rendendolo compatibile con gli insediamenti umani esistenti. In buona sostanza, il disegno di legge esclude le concentrazioni di impianti. Ci dovrà essere, quindi, una distribuzione equa sul territorio, per cui tali impianti non potranno essere concentrati solo in determinate aree. 
Altro punto critico: il riferimento alla quantità massima di capacità produttiva che si può autorizzare. La Giunta, infatti, ha proposto di commisurare la capacità produttiva ai bisogni della Basilicata. A titolo esemplificativo: la Basilicata ha un tot di fabbisogno di frazione umida? Bene, la nuova legge dovrà prevedere la realizzazione di impianti che non vadano oltre tale fabbisogno. Gli uffici regionali, in estrema sintesi, non potranno rilasciare autorizzazioni per impianti voluminosi. 
Insomma, il nuovo testo rischia di entrare in contrasto con gli interessi delle lobbie del settore, ovviamente attratte da ben altri principi. E anche se, come è stato sottolineato dai più, con il nuovo testo si ridurrebbe la dimensione degli impianti e ne risulterebbero quasi azzerati i rischi di danno per la salute, per l’ambiente e per il paesaggio, è evidente che tutto questo alle lobbie potrebbe non interessare. Per questo starebbero facendo sentire il fiato sul collo alla politica, impedendo una certa celerità nell’approvazione della legge e condizionando, così, la trasparenza e la indipendenza dell’azione amministrativa. 
Nulla di nuovo sotto il sole, per carità. Sono fenomeni che abbiamo già visto e che, purtroppo, hanno spesso portato chi ha avuto la responsabilità di governare a fare scelte sbagliate. Sarà così anche questa volta? Vedremo. Di sicuro Valvano ha preannunciato che sarà quotidianamente impegnato a fare pressioni sul Consiglio per cercare di velocizzare l’iter. 
“Già oggi chiamerò il presidente della seconda commissione, Giannino Romaniello, per chiedergli se ha previsto la discussione del disegno di legge. Sulla mia pagina Facebook, poi, posterò un video nel quale darò conto della risposta fornitami. Penso che il Consiglio regionale non debba aver paura di toccare gli interessi delle aziende del settore”, ha concluso il sindaco di Melfi dando corpo a un auspicio piuttosto che a una denuncia vera e propria. 
Piero Miolla

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