sabato 1 settembre 2018

Il calvario della Biblioteca Comunale di Pisticci.



L’Italia, nella speciale classifica europea, è penultima per numero di laureati in proporzione alla popolazione.
La Basilicata, oggettivamente, non riesce a tenere il passo delle altre regioni in materia di istruzione superiore e universitaria.
Pisticci rischia, nonostante sia uno dei Comuni più popolosi della regione, di perdere una delle due presidenze degli istituti comprensivi.
Questi tre assunti sono, dati alla mano, esplicativi e inconfutabili.
Le meta-narrazioni del passato, che presentavano il nostro Paese come la culla della cultura umanistica mondiale, ormai confliggono sempre più evidentemente con i dati “de facto” del presente.
In una società ultra-capitalista, votata solo ed esclusivamente all’economicismo, le risorse sono considerate troppo preziose per essere investite nel capitale umano.
Le istituzioni pubbliche, ultima barricata sociale di un popolo in perenne conflitto con il “DIO MERCATO”, hanno quasi ovunque abbandonato la loro mission originaria per adattarsi alle regole del gioco.
L’argomento in questione è di una portata talmente ampia che difficilmente lo si potrebbe analizzare e discutere in un breve articolo come questo aspira ad essere, per cui il mio intento è quello di trattare questo tema nel solco della peculiare situazione pisticcese, con un focus specifico sull’ormai straziante situazione della Biblioteca Comunale, esempio metaforico per eccellenza di come le naturali e positive energie delle società civile si esauriscano nel confronto con istituzioni refrattarie a qualsiasi input.
Come è ben noto la Biblioteca Comunale di Pisticci è divenuta ormai da tempo luogo di aggregazione sociale nonché risorsa culturale importantissima per la cittadinanza tutta e nello specifico per gli studenti di ogni ordine e grado che, nonostante i continui disservizi che varie volte si sono palesati, continuano a frequentarla nella speranza che la situazione possa migliorare.
Tuttavia si deve constatare, con profonda amarezza, che le istituzioni ancora una volta non sono state capaci di intercettare le istanze popolari trascurando di fatto un polo culturale così importante, a titolo di esempio si pensi infatti alla penosa questione della connessione Wi- Fi (pressoché nulla).
Le problematiche legate alla Biblioteca Comunale va detto che affondano le proprie radici nel passato, ma nell’ottica di rimanere ancorati ad argomenti di stringente attualità credo sia utile iniziare la nostra analisi a partire dallo scorso mese di Luglio (periodo di esami universitari e di maturità) quando, a causa di una banale rottura della maniglia della porta, la Biblioteca Comunale è rimasta chiusa per diversi giorni con grande rammarico dell’utenza e soprattutto dei dipendenti stessi, illusi dalle varie promesse di alcuni noti amministratori, che facevano sperare in una rapida soluzione della faccenda, e  costretti il più delle volte a sobbarcarsi responsabilità che atterrebbero alla politica.
Da quel momento in poi la situazione è andata solo peggiorando, trascorso il mese di Luglio, i problemi legati all’apertura della Biblioteca si sono ripresentati, e di fatti si giunge all’ultima settimana di Agosto e la Biblioteca continua a rimanere chiusa (almeno nel pomeriggio) senza che se ne capisca il motivo. L’unica informazione che l’utenza può apprendere è quella della tabella degli orari di apertura e chiusura, esposta come sempre all’ingresso (dal Lunedì al Venerdì dalle 15 e 30 alle 18 e 30 per quel che concerne la fascia pomeridiana), per cui salvo prolungamenti di ferie o altri intoppi vari, sempre e comunque non comunicati agli utenti, non si capisce il motivo per cui questa fondamentale struttura comunale debba rimanere chiusa.
Con l’intento di instaurare una discussione costruttiva e di giungere alla risoluzione delle sopracitate problematiche nel più breve tempo possibile, si chiede quindi all’Amministrazione di adoperarsi nei modi che ritiene opportuni affinché tali criticità possano essere superate nell’interesse generale di una comunità, di una regione e di un Paese che sta attraversando una profonda crisi formativo-culturale e che ora più che mai non ha bisogno del sempre presente rimpallo di responsabilità tra i vari livelli istituzionali, nella speranza che dai piccoli gesti e dai piccoli luoghi si possa partire per affrontare un dramma nazionale come quello di cui si è scritto.
In inglese si direbbe: ‘’ THINK GLOBAL, ACT LOCAL’’.

Carmine Calandriello
coordinatore politico Italia in Comune Pisticci.

Nessun commento:

Posta un commento