Parere contrario al rilascio del
giudizio di non assoggettabilità alla Via (Valutazione di Impatto Ambientale)
parte del ministero dell’Ambiente. Lo ha espresso la Regione Basilicata lo
scorso 19 ottobre attraverso la delibera numero 1063-18, in merito alla
richiesta pervenuta dalla Canoel Italia per la “variazione dell’impianto per la
messa in produzione del pozzo San Teodoro 1-Dir A con collegamento alternativo
alla condotta Basengas”. Il pozzo in questione, per intenderci, si trova nel
territorio del Comune di Pisticci, precisamente nei pressi dell’abitato di
Marconia, e non è per niente lontano anche da siti archeologicamente rilevanti,
come la Tavole Palatine e la stessa area dell’Incoronata. Non da meno, il pozzo
è situato in un’area di particolare pregio paesaggistico e, in ogni caso, si
legge nella relazione istruttoria stilata dall’Ufficio Compatibilità Ambientale
della Regione, allegata alla predetta delibera, nel progetto della Canoel
Italia, “relativamente al quadro di riferimento programmatico, manca l’analisi
rispetto allo stato autorizzativo della concessione mineraria, che risulta
valida fino al 4 settembre 2019. Non viene, inoltre, indicato che la società
proponente, con istanza dell’1 dicembre 2016, ha chiesto la proroga decennale
della concessione stessa, che, a tutt’oggi, non risulta ancora essere accordata
dal Mise”. Inoltre, “relativamente al quadro di riferimento progettuale la
documentazione presentata risulta di limitata definizione con assenza di
informazioni circa l’ubicazione degli impianti da installare; manca un
cronoprogramma dei lavori che attesti la durata della fase di cantiere”. In
merito, poi, al quadro di riferimento ambientale, risulta “vaga la valutazione
circa la mancanza di rischi relativamente al ciclo di trattamento previsto per
gli impianti; insufficiente la valutazione del rischio sul sistema idrico e non
è affrontata in alcun modo la problematica legata alla subsidenza delle aree
interessate”. Fatte queste e altre premesse, lo stesso Ufficio di Compatibilità
Ambientale conclude per un giudizio sfavorevole nell’istruttoria per la Via,
ritenendo che il “progetto di variazione dell’impianto per la messa in
produzione del pozzo San Teodoro 1-Dir A, debba essere espresso il parere di
assoggettamento alla fase di valutazione di impatto ambientale”. Giudizio
sfavorevole che la Giunta lucana ha ovviamente fatto proprio, pronunciandosi
ufficialmente nella delibera citata.
Prima della Regione, avevano detto no al rinnovo della concessione per il pozzo San Teodoro anche Comune di Pisticci, Mediterraneo No Triv, No Scorie Trisaia e Movimento Tutela Val Basento. Queste ultime invocarono “principio di precauzione, tutela della salute pubblica, delle popolazioni locali, delle economie agricole e turistiche, vicinanza del pozzo a importanti strutture turistiche ricettive che ospitano migliaia di persone in estate. L’area Metapontina è caratterizzata da una falda unica, bacino idrico di profondità, che si estende per tutto il litorale jonico, interessando i comuni della fascia costiera da Nova Siri a Metaponto. Trattandosi di un impianto ad alto rischio industriale sarebbe opportuno non affidare la gestione dei rischi ad una srl, che non potrebbe garantire, in caso di danno ambientale e incidenti rilevanti, adeguate garanzie economiche con il suo capitale sociale”.
Prima della Regione, avevano detto no al rinnovo della concessione per il pozzo San Teodoro anche Comune di Pisticci, Mediterraneo No Triv, No Scorie Trisaia e Movimento Tutela Val Basento. Queste ultime invocarono “principio di precauzione, tutela della salute pubblica, delle popolazioni locali, delle economie agricole e turistiche, vicinanza del pozzo a importanti strutture turistiche ricettive che ospitano migliaia di persone in estate. L’area Metapontina è caratterizzata da una falda unica, bacino idrico di profondità, che si estende per tutto il litorale jonico, interessando i comuni della fascia costiera da Nova Siri a Metaponto. Trattandosi di un impianto ad alto rischio industriale sarebbe opportuno non affidare la gestione dei rischi ad una srl, che non potrebbe garantire, in caso di danno ambientale e incidenti rilevanti, adeguate garanzie economiche con il suo capitale sociale”.
Piero Miolla
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